La famiglia nell’era 2.0: le paure dei genitori di fronte ai pericoli del web e l’assalto delle mamme ‘digitali’

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


Internet

Nessun genitore farebbe i salti di gioia a pensare al figlio che passeggia in un quartiere malfamato o in un bosco di sera.

Lo stesso sentimento di paura e angoscia sembra stia cogliendo molti genitori quando i figli navigano sul web.

Sensazioni che scaturiscono dal fatto che essi semplicemente non possono sapere nulla di dove vanno i figli, di quello che fanno e con chi parlano quando sono online.

E comprensibilmente, ne hanno paura, come una volta avevano paura dei contenuti televisivi inappropriati.

 

Secondo un nuovo sondaggio condotto negli Usa, infatti, l’85% dei genitori crede che i maggiori pericoli per i figli derivino dal web più che da qualsiasi altro mezzo di comunicazione, contro il 13% di chi ritiene che sia più pericolosa la Tv.

 

Nonostante queste paure, sono molti i genitori che credono che internet sia anche uno strumento educativo e così, negli ultimi tempi, è cresciuto il numero di mamme che passa regolarmente il tempo su internet a caccia di consigli per migliorare il proprio rapporto con i figli, ma non solo.

“E’ una lama a doppio taglio – ha spiegato James P. Steyer, CEO di Common Sense Media – i genitori considerano internet uno strumento importante nell’educazione dei figli, ma lo temono in quanto sono consapevoli dei pericoli che nasconde”.

 

Tra le insidie più temute per i figli, il possibile incontro con qualche malintenzionato che, dopo averli incontrati sul web li persuade magari a vedersi anche dal vivo, oppure la frequentazione di siti poco adatti alla loro età o contenenti idee o principi che i bambini non sono ancora in grado di capire.

 

Allo stesso tempo, la stragrande maggioranza dei genitori (91%) crede che internet sia stato molto importante per l’approfondimento degli interessi e degli hobby dei figli, mentre il 77% lo ritiene uno strumento educativo molto interessante.

 

La fiducia, in questo contesto, gioca un ruolo di primo piano: il 95% dei genitori afferma di credere a quanto i figli dicono riguardo i siti frequentati, ma l’88% dichiara che sapere con certezza cosa fanno i figli sul web è molto più importante che rispettare la loro privacy.

In altre parole: ti credo ma fammi controllare!

 

I genitori si sentono ovviamente responsabili per la sicurezza dei loro bambini, con il 98% di essi pronti a cedere solo al loro istinto, più che ai resoconti dei figli, quando si tratta di internet.

 

“I genitori, di fronte a internet, si sentono come quando i figli cominciano a prendere lezioni di guida, con la differenza che nel contesto virtuale non hanno nessuno strumento per aiutarli”, ha spiegato Stayer.

Pur essendosi ormai abituati alla presenza della rete nella vita dei figli, c’è ancora un senso di inadeguatezza di fronte ai siti di social networking – che stanno spopolando tra i giovanissimi, alle chat e all’instant messaging.

“I genitori, in sostanza, hanno bisogno di informazioni semplici e precise che li aiutino a insegnare ai loro figli a navigare in maniera intelligente e sicura”, ha concluso Stayer.

 

Ed è forse per questo che un vero e proprio esercito di mamme americane sta invadendo la rete.

Secondo un rapporto di eMarketer, il 18% della popolazione internet è costituita da mamme che si dedicano non solo ad attività legate al loro ruolo, ma vanno anche alla ricerca di occasioni di relax o di acquisto e di opzioni che possano semplificare la loro vita quotidiana.

La navigazione, infatti, non avviene più solo quando i figli sono stati messi a letto, ma è sempre più integrata nella loro vita.

 

Le mamme rappresentano un terzo della popolazione femminile online, che continua a crescere a ritmi più alti rispetto a quella maschile.

Secondo eMarketer negli Usa nel 2005 c’erano 90 milioni di donne online (pari al 63% della popolazione femminile), rispetto a 85,4 milioni di uomini.

 

“Le mamme passano online lo stesso tempo delle altre donne, visitando siti di aste, di giochi o di sport più che siti orientati alla famiglia”, ha dichiarato l’analista Debra Williamson, sottolineando tuttavia che per le mamme di ragazzi under 18 navigare su internet è diventato estremamente importante, forse più che per le donne senza figli.

A supporto di questa tesi, anche un recente rapporto di Pew Internet & American Life Project, secondo cui l’80% degli uomini e delle donne con figli ha usato internet nel 2005, contro il 60% circa degli adulti senza prole.

 

Con l’aumentare della fiducia nel cyberspazio, le mamme sono passate a una nuova fase della loro relazione col web: dalla ‘semplificazione’ alla ‘amplificazione’, come ha spiegato l’agenzia mediaedge:cia, secondo cui “la tecnologia ha assunto una valenza importantissima poiché aiuta le mamme a sfruttare al massimo il proprio tempo, non semplicemente a risparmiarlo”.

 

Un trend che non ha mancato di stuzzicare l’appetito delle aziende e dei pubblicitari, i quali hanno capito che il social networking e i blog aprono una miriade di nuove possibilità per fare arrivare i loro prodotti e i loro spot direttamente a segno.

 

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Isimm e Key4biz promuovono per il pomeriggio del 4 luglio 2006 un incontro tra gli operatori più rappresentativi delle tlc, dei media e di internet ed il Ministro Gentiloni.
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