Fusione Nokia-Siemens: il comparto si prepara ad affrontare il futuro. Kleinfeld, ‘Continueremo ad eccitare il mercato’

di Alessandra Talarico |

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Klaus Kleinfeld

“Continueremo ad eccitare il mercato”, parola del Ceo di Siemens Klaus Kleinfeld che, all’indomani dell’accordo con Nokia per la fusione delle rispettive divisioni reti per telecomunicazioni, fa il punto sulle future strategie della neonata joint venture.

 

Unendo le rispettive risorse, in un panorama sempre più competitivo come quello delle infrastrutture, Nokia e Siemens sono in un’ottima posizione per competere in mercati ad alto potenziale di crescita come la Cina e l’India.

 

Sarà proprio in queste aree che si combatterà la battaglia più importante per la conquista della leadership nel mercato globale e negli ultimi mesi i due gruppi europei hanno preparato il terreno per costruirvi una presenza solida.

 

In attesa del lancio della terza generazione in Cina – un mercato stimato del valore di oltre 10 miliardi di dollari – la società tedesca si è aggiudicata due contratti da 140 milioni di euro nel Gsm, mentre la finlandese ha già in programma di aprire un nuovo quartier generale per rafforzare ulteriormente le attività su un mercato di cui già controlla una quota del 27%.

 

Unendo le forze, Siemens e Nokia potranno piazzare i propri prodotti sul mercato cinese – valutato oltre 15 miliardi di dollari l’anno – a un prezzo decisamente inferiore rispetto a quanto avrebbero potuto fare ognuno per suo conto.

Nokia Siemens Networks dovrà tuttavia vedersela con Ericsson, che controlla all’incirca il 40% del mercato, ma anche con la nuova entità nata dalla fusione tra Alcatel e Lucent Technologies e con player locali che cominciano a farsi conoscere anche sui mercati europei, come Huawei e ZTE.

 

Se i contratti cinesi sono senza dubbio i più appetitosi, le tlc non possono non guardare con altrettanta frenesia all’India, dove durante i prossimi anni dovranno essere assegnati contratti per 5 miliardi di dollari e dove pochi giorni fa, Nokia si è aggiudicata assieme a Motorola parte del contratto multimiliardario per la costruzione delle reti dell’operatore indiano Bharat Sanchar.

 

Nokia Siemens Networks – unendo la forza di Nokia nel mobile e di Siemens nel fisso – potrà contare su un buon equilibrio: l’ideale in tempi di convergenza.

 

L’unione mette quindi ulteriormente sotto pressione l’intero comparto, già chiaramente in fase di consolidamento dopo la fusione tra Ericsson e Marconi e quella tra Alcatel e Lucent.

I primi 5 gruppi mondiali del settore hanno già stretto le alleanze necessarie per risparmiare miliardi di dollari da destinare alla Ricerca e Sviluppo, lasciando agli altri il dubbio atroce: come rispondere a questa ondata di matrimoni d’interesse?

 

La patata bollente è ora nelle mani dei pochi ‘single’ rimasti, cioè: Motorola, e Nortel Networks prima di tutti, ma anche Samsung¤.

 

Secondo gli analisti, Motorola e Nortel, in particolare, hanno davanti due possibilità: unirsi anche loro oppure trovare un modo il più indolore possibile per uscire dal mercato.

Certo, il consolidamento – ha spiegato la portavoce di Nortel Patricia Vernon – “è un corso naturale del business”, ma la posta in gioco è troppo alta per fingere indifferenza a quello che succede nel mercato.

 

Motorola può contare sul buono stato di forma del business dei cellulari, mentre quello delle infrastrutture nel primo trimestre ha generato profitti per 1,43 miliardi di dollari, appena il 14% del totale.

Il gruppo di Schaumburg potrebbe dunque puntare a un’acquisizione per rafforzarsi sul versante network, e ha più volte mostrato interesse nel business communications di Siemens, ma il Ceo Ed Zander ha più volte ribadito di non voler concludere accordi troppo impegnativi sul piano finanziario, preferendo le piccole acquisizioni.

 

Della stessa opinione il Ceo di Ericsson Carl-Henric Svanberg che ha infatti escluso che il gruppo abbia all’orizzonte grosse acquisizioni sul breve periodo, quando verranno semmai privilegiate operazioni di minore portata.

 

Dopo aver smentito i rumors secondo cui la società sarebbe interessata a rilevare Juniper Networks, tra i maggiori player del settore networking, Svanberg ha ribadito che Ericsson potrebbe addirittura trarre vantaggio dalle recente fusioni, lasciando comunque uno spiraglio per il comparto delle reti fisse.

 

In questo contesto, all’inizio di quest’anno Ericsson ha completato l’acquisizione – da 1,9 miliardi di euro – di parte delle attività del concorrente britannico Marconi, relative agli apparati di telecomunicazioni e ai servizi internazionali.

 

Un accordo che permetterà al gruppo svedese di “aumentare sensibilmente la quota di mercato nel mercato a banda larga fisso”.

 

Svanberg ha spiegato che un’alleanza nel settore delle reti fisse potrebbe tuttavia essere necessaria per contrastare l’avanzata dei vendor asiatici di hardware, come Huawey: “Le cose sono cambiate con l’ingresso nel mercato dei player cinesi, che hanno i numeri per combattere per importanti contratti in tutto il mondo”.

 

Gli analisti di Gartner, secondo cui Motorola ha ben poco da scegliere se vuole restare competitiva, azzardano tuttavia un possibile accordo con Cisco Systems – gigante che conta su un fatturato di circa 25 miliardi di dollari – che potrebbe cercare un partner specializzato nell’accesso radio, ma anche con la stessa Nortel alle prese con una delicata situazione interna, oltre che con i sommovimenti sul mercato.

 

L’unione con Siemens permetterà a Nokia di fare incursione nel mercato wireline e in un altro possibile scenario sia Motorola che Nortel potrebbero decidere di portare il fisso nel proprio portfolio procedendo con acquisizioni di piccola entità, scegliendo tra diverse opzioni: Ciena, Tellabs, Redback Networks o Adtran.

 

La carne al fuoco, abbiamo visto, è parecchia. Di certo c’è soltanto che è arrivato anche per i vendor di infrastrutture il momento di reinventarsi dopo aver resistito al consolidamento per anni, con i big del settore passati indenni attraverso crisi finanziarie, sconvolgimenti tecnologici e unioni più o meno felici tra i propri clienti.

 

È la globalizzazione, bellezza, direbbe qualcuno. Anche se, come ha spiegato Klaus Kleinfield, il gruppo Siemens è ben disposto ad entrare in pieno nella cultura e nelle abitudini finlandesi: “Ci stiamo preparando a delle lunghe sedute in sauna, che – ci hanno detto fonti ben informate – è un ottimo metodo per allentare le divergenze“.

 

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