Instant Meeting. Politiche certe sul WiMax e più investimenti esteri per il rilancio della filiera produttiva. L’intervento di L. De Vecchis (Siemens)

di di Luigi De Vecchis (Amministratore Delegato - Siemens Communications Italia) |

L’intervento di Luigi De Vecchis, Amministratore Delegato Siemens Communications Italia, organizzato dall’Isimm e Key4biz a Roma il 4 luglio 2006

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Luigi De Vecchis

 

Siemens è uno tra i primi cinque Gruppi multinazionali al mondo, con un fatturato complessivo di circa 75-80 mld di euro, 460.000 dipendenti, 50.000 ricercatori, leader per numero di brevetti con una media di 3 al giorno. Fondata nel 1847, è un’azienda totalmente privatizzata, il cui maggior azionista è ancora  la famiglia Siemens che detiene un po’ meno del 2%.

La società è attiva in numerosi settori, compreso quello dell’ICT che rappresenta oggi il 23% del valore dell’intero gruppo, seconda realtà industriale del Gruppo e, prima di cedere la divisione mobile a BenQ Mobile, prima azienda del Gruppo a livello mondiale.

Siemens Italia è un’azienda che occupa circa 10.000 persone, tra cui più di 1.000 ricercatori ai quali si aggiungono altri 500 che vengono dalle collaborazioni con le Università e con altre aziende che insieme a noi fanno Ricerca e Sviluppo. Inoltre è una delle poche aziende che, oltre alla R&S nelle Tlc, ha ancora due tra i più grandi impianti produttivi a livello mondiale, presso cui è stato prodotto quasi il 70% degli impianti radio che il Gruppo ha commercializzato nel mondo negli ultimi anni.

Il recente accorpamento portato a termine dall’azienda da una parte ha rappresentato un consolidamento – in quanto risposta forte alla necessità di innovazione e concentrazione – ma dall’altra è anche un segnale di riduzione della spinta da parte del Settore, che porta inevitabilmente ad una razionalizzazione delle attività.

In Italia, inoltre, è operativo il Centro di R&S dove è nato il WiMax, e proprio in relazione a questa tecnologia vorrei sottolineare il problema per noi più evidente e che necessità, primo fra tutti, di una risposta rapida dal Governo: finite le sperimentazioni, ancora non è chiaro cosa ne sarà della frequenza 3,5 GHz.
E’ fondamentale per gli operatori che non accada quanto già successo con l’UMTS: bisogna scongiurare il pericolo di dover pagare quanto è stato necessario pagare per l’UMTS – eventualità disastrosa – ma anche evitare di assistere ad un decollo mancato come quello vissuto dall’UMTS rispetto al GSM, nonostante la realizzazione in tempi rapidi delle relative reti.

Infine, l’altro fattore che ritengo importante sottoporre all’attenzione del Governo è la necessità di attirare la presenza di multinazionali nella filiera produttiva del nostro Paese: portare avanti in Italia la Ricerca e lo Sviluppo è importante, ma lo è anche che si produca occupazione e richiesta di esportazione. E’ fondamentale che, in uno scenario nazionale dominato dalle concentrazioni e dagli accorpamenti – con il conseguente rischio di riduzione degli impianti di produzione – si faccia ancora di più per promuovere l’attrattività nei confronti delle multinazionali, degli investimenti stranieri nel nostro Paese.

(Testo ricavato da trascrizione audio)      

   

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Instant Meeting – Roma, 4 Luglio 2006

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