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In Italia ancora troppa pirateria. E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto IFPI (International Federation of Phonographic Industry), che stila la topten delle principali nazioni in cui occorre intervenire con urgenza per arginare il fenomeno. Nella classifica dei 10 Stati dove è presente il più elevato livello di contraffazione, figurano: Brasile, Canada, Cina, Grecia, Indonesia, Italia, Corea, Messico, Russia e Spagna.
Il documento, intitolato “Proteggere la Creatività nella Musica”, descrive un anno di grandi cambiamenti nel mercato della musica digitale, durante il quale molti servizi illegittimi si sono legalizzati o hanno interrotto la loro attività. Tra i più noti: Grokster, iMesh e Bearshare negli USA, Ezpeer a Taiwan, Soribada in Corea, e ora KaZaA.
L’Analisi evidenzia che, “anche se nel 2005 i Governi di alcuni di questi Paesi hanno compiuto dei progressi, è necessario fare molto di più“. La lotta contro la pirateria punta a proteggere la creatività nella musica e a creare i presupposti per un mercato legale.
E i passi si stanno facendo, eccome. Ne è una prova l’accordo chiuso ieri tra i giganti della musica e una delle più famose piattaforme P2p.
KaZaA, uno dei più famosi siti di file-sharing, ha deciso di ‘cambiare musica’. Il sito, che ha dato tanto filo da torcere alle case discografiche, dopo 4 anni di dispute legali ha deciso di imboccare la strada della legalità e non proporrà più ai propri utenti contenuti che violano le leggi sul diritto d’autore.
“L’operatore internet e le organizzazioni di settore che rappresentano i produttori discografici statunitensi e di tutto il mondo hanno raggiunto un accordo extragiudiziale globale“, come riferisce un comunicato congiunto dell’IFPI e della RIIA (Recording Industry Association of America).
In base ai termini dell’accordo, KaZaA ha accettato di pagare 115 milioni di dollari per compensare i danni subiti dall’industria discografica. KaZaA introdurrà, inoltre, un sistema di filtraggio che impedirà la condivisione di materiale protetto dal diritto d’autore.
E l’IFPI sottolinea che prevede anche la trasformazione di KaZaA in un sito legale, “per un uso legittimo della potente tecnologia di distribuzione”.
Questo avverrà grazie all’installazione di filtri con keywords, il cui scopo è di limitare i file illegali.
Questo accordo è diretta conseguenza di un’importante decisione della Corte Federale Australiana che ha ritenuto KaZaA colpevole di promuovere la diffusione illegale di materiale musicale protetto. Inoltre segue alcune importanti cause intentate negli Stati Uniti da case discografiche, editori musicali e produttori cinematografici, contro KaZaA, Grokster e Streamcast. Il caso contro Grokster e Streamcast è giunto sino alla Corte Suprema degli Stati Uniti che, nel giugno
Successivamente all’emissione di questa sentenza, nello scorso novembre, Grokster ha siglato un accordo con le case discografiche e i produttori cinematografici.
L’intesa appena raggiunta mette fine a una battaglia legale portata avanti dall’industria discografica in Australia, ma anche in Taiwan, Corea del Sud, e addirittura davanti alla Corte suprema statunitense.
Alcuni siti, come Grokster, Bearshare o iMesh, hanno già subito il giudizio della Corte suprema Usa che, con una sentenza del giugno
“KaZaA era un servizio di filesharing che, violando i diritti degli autori e dei produttori discografici, ha causato gravi danni all’industria musicale”, ha commentato John Kennedy, Chairman e CEO di IFPI.
Aggiungendo “Le cause intentate contro KaZaA in varie giurisdizioni del mondo hanno dato risultati positivi, costringendo il servizio ad intraprendere una transizione verso un modello di distribuzione online legale. E’ il risultato migliore immaginabile per l’industria musicale. KaZaA, oltre a dover pagare danni considerevoli, diventerà un importante partner dell’industria discografica nell’affermazione di modelli legali di distribuzione digitale”.
KaZaA è una delle più famose piattaforme utilizzate per lo scambio illegale di brani musicali e film protetti e, nel suo momento di maggiore diffusione, ha raggiunto un picco di 4,2 milioni di utilizzatori simultanei. Nel 2003, KaZaA è diventato il software più scaricato nella storia dell’informatica con 239 milioni di download.
Lo scambio illegale di file su KaZaA ha causato significativi danni all’industria legittima così come dimostrato dai numerosi studi indipendenti che hanno evidenziato lo stretto legale fra il filesharing non autorizzato e il calo delle vendite legali.
Secondo alcune indiscrezioni, dall’accordo trarranno vantaggio anche le major di Hollywood, cadute anche loro nella rete del file-sharing illegale.
Mitch Bainwol, Chairman e CEO della RIIA, ha dichiarato: “E’ certamente una buona notizia per la comunità musicale e per il mercato musicale online legale Si tratta di un ulteriore e fondamentale passo nel continuo sviluppo legale del mercato online. I vincitori sono i consumatori, gli artisti, le case discografiche e tutti coloro che fanno musica nonché i nostri partner nella comunità tecnologica”.
“Poco più di un anno fa,
“Questa decisione – ha concluso il Chairman e CEO della RIIA – significativa ha posto le basi per uno sviluppo del mercato legale e ha dato una chiara indicazione che i servizi basati sulla condivisione illegale di file musicali dovranno diventare legittimi o chiudere“.
L’accordo siglato ieri annuncia sicuramente l’alba di una nuova era di cooperazione tra