Unione Europea
La Commissione europea ha adottato una comunicazione relativa all’applicazione della direttiva 1997/7/CE relativa alla vendita a distanza e ha lanciato una consultazione per valutare un suo eventuale aggiornamento.
La direttiva è stata adottata da tutti gli Stati membri, ma si sono riscontrati diversi problemi nella sua applicazione pratica, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo delle nuove tecnologie, come il ‘commercio mobile’ via sms e le sempre più popolari aste online.
Per esempio, il ricorso alla “clausola minimale“, che consente agli Stati membri di introdurre misure più restrittive per assicurare un grado più alto di protezione del consumatore, ha creato livelli di protezione diversi in base al Paese, causando divergenze e distorsioni nel mercato interno.
“Gli Stati membri – ha spiegato il Commissario Ue per la salute e la protezione dei consumatori Markos Kyprianou – si sono impegnati ad assicurare ai consumatori un elevato livello di protezione in tutta l’Unione, trasponendo nel diritto nazionale questo testo comunitario così importante”.
La Commissione si dice però preoccupata per eventuali lacune o zone d’ombra giuridiche poste in essere dalle nuove tecnologie che abilitano la vendita a distanza, che potrebbero confondere i consumatori e le aziende serie, e potrebbero essere sfruttate da commercianti malintenzionati.
La consultazione – conclude quindi Kyprianou – “ci aiuterà a raccogliere preziose informazioni dalle parti interessate in vista di un’eventuale aggiornamento della direttiva”.
Le informazioni raccolte andranno inoltre ad arricchire il riesame generale del corpus legislativo in materia di protezione dei consumatori, previsto per il prossimo anno.
La direttiva sulla vendita a distanza, spiega la Commissione in una nota, si applica alla maggior parte delle operazioni di vendita nelle quali consumatore e fornitore non si incontrano mai faccia a faccia fino alla firma del contratto, allo scopo di mettere i consumatori che acquistano beni e servizi a distanza – via email o per telefono ad esempio – sullo stesso piano di quelli che acquistano in un negozio tradizionale (la cosiddetta vendita faccia a faccia).
In base a questa direttiva, i consumatori hanno diritto a ricevere, prima di concludere l’acquisto, informazioni dettagliate sui beni o i servizi che stanno comprando. Essi possono inoltre annullare il contratto entro 7 giorni senza addurre motivazioni o pagare penali, ad eccezione delle spese di spedizione (diritto di recesso).
Il consumatore ha inoltre il diritto a essere rimborsato entro un mese dalla rescissione del contratto e a essere protetto dalle vendite non sollecitate e dall’utilizzo fraudolento della sua carta di credito.
La consultazione lanciata dalla Ue verte su diversi punti, quali la chiarezza e l’adeguatezza dei termini giuridici utilizzati nella direttiva, la necessità di modificare le eccezioni, le richieste di informazioni precedenti la vendita, la conferma scritta, il diritto di recessione, l’esecuzione dei contratti a distanza e altre questioni quali i legami con la legislazione comunitaria sulla privacy e le comunicazioni elettroniche.
La consultazione durerà fino a novembre. Dopo di che la Commissione pubblicherà una sintesi delle risposte sul suo sito web.
Sempre nel corso di quest’anno, la Commissione pubblicherà un libro verde per lanciare una vasta consultazione su altri aspetti della legislazione comunitaria in materia di protezione dei consumatori.