Broadband: Europa sempre più connessa, mentre l’Italia fa ancora fatica. Dati Eurostat

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Internet

Le connessioni broadband crescono rapidamente in Europa. E’ quanto sostiene la Commissione Ue, informando che nel primo trimestre del 2006, il 52% degli europei si è collegato a internet, contro il 48% dello scorso anno.

Dato che cresce ulteriormente quando ci si riferisce alle aziende, che risultano quasi tutte connesse. Un quadro di insieme che denuncia, però, ancora un ritardo dell’Italia, dove le case collegate alla rete risultano 40 su 100.

 

Secondo l’ufficio europeo di statistiche Eurostat, la banda larga sta crescendo a ritmi impressionanti: stando ai dati raccolti sempre nei primi tre mesi dell’anno, il 32% delle famiglie dispone di un collegamento broadband, vale a dire più del 23% rispetto allo stesso periodo 2005.

Comincia a diventare diffusa l’opinione che la connessione a banda larga consente di “liberare” realmente l’uso del web e generalizzarlo.

 

L’Eurostat informa anche, senza sorpresa, che l’uso della rete è molto diffuso tra i giovani. La fascia che va dai 16 ai 24 anni avrebbe usato internet almeno una volta a settimana, sfiorando il 73% contro il 47% di tutta la popolazione. Guidano la classifica i teen-ager olandesi con il 96%.

Gli uomini usano la rete più delle donne, con il 51% intento a navigare almeno una volta a settimana contro il 43% delle donne.

Per quanto riguarda le aziende, infine, la generalizzazione del web può essere considerata come già acquisita: nel primo trimestre 2006, il 94% delle società Ue avevano accesso a internet e di queste il 75% a banda larga.

 

Anche se globalmente le cifre sono davvero incoraggianti, l’Eurostat sottolinea la differenza esistente tra Paesi della Ue.

 

Stando alle statistiche ufficiali, i Paesi del nord Europa risultano i più coperti. Con l’80% nei Paesi Bassi, il 79% in Danimarca e il 77% in Svezia, l’accesso a internet può considerarsi quasi universale in questi Paesi.

Nella classifica bassa troviamo Grecia con il 23%, Slovacchia (27%) e Ungheria (32%) che sono ancora alla preistoria del web.

 

L’Italia si situa, come rapporto fra Internet e nuclei familiari, al livello della Francia, che notoriamente non primeggia nel settore, ma molto dietro alla Gran Bretagna (63%) e alla Germania (67%), appena un punto sopra la Spagna (39%).

Italiani un po’ sotto la media anche nel numero di imprese che utilizzano sistemi computerizzati: se la Finlandia si staglia con il 99%, l’Italia è – con il 93% – sotto la media del 94% dei Venticinque dell’Unione.

Meno diffuso la banda larga che comunque è utilizzata dal 70% delle imprese italiane (75% la media Ue).

 

Internet continua resta, quindi, un mistero per la stragrande maggioranza degli italiani: meno di un terzo dice di collegarsi almeno una volta a settimana, mentre la maggior parte delle case continuano a essere sprovviste di una connessione.

 

Le cose peggiorano se si prendono in considerazione le connessioni veloci, quelle Adsl o via cavo (a banda larga): qui la media italiana cala al 16% per le case (la media europea è il doppio, il 32%).

 

Il divario dell’Italia con il resto d’Europa è netto in tutte le fasce di età: tra gli over-55 italiani solo il 9% usa internet a fronte del 20% medio nell’Ue; gli adulti in età da lavoro (tra 25 e 54 anni) usano il Web nel 37% dei casi contro una media Ue del 54%; persino tra i più giovani, che hanno in genere maggiore confidenza con le nuove tecnologie, il gap italiano è evidente: il 55% degli under-25 italiani usa internet a fronte del 73% nell’Ue.

In generale un collegamento al Web è presente soltanto nel 40% delle case italiane (52% nell’Ue) e le connessioni a banda larga, che consentono di navigare nella Rete in modo molto più veloce, sono allestite soltanto nel 16% delle abitazioni in Italia (32% nell’Ue).

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