Italia
“Il passaggio dell’analogico al digitale va guidato, come accade in tutta Europa. La data del 2012 è realistica. E’ la stessa della Gran Bretagna. Le difficoltà logistiche, da noi, sono enormi. I Paesi che anticipano sul 2012 hanno una massiccia diffusione delle reti via cavo”. E’ quanto sostiene Carlo Rognoni, consigliere di amministrazione della Rai, in merito all’assetto del sistema televisivo nazionale.
“Con la creazione di un operatore unico e la messa in comune delle risorse frequenziali si potrà forse anticipare di un anno la data del 2012 – ha detto ancora Rognoni – Lo switch-over è già cominciato: si trasmette nelle due tecnologie ma la difficoltà per gli operatori è arrivare allo switch-off, allo spegnimento dell’analogico. Difficoltà moltiplicate perché in Italia non si è mai attuato un Piano di assegnazione delle frequenze analogiche e perché il duopolio controlla l’80% delle frequenze nazionali e una percentuale ancor più alta di quelle digitali riconosciute dalla Conferenza di Ginevra”.
“Se la data finale è il 2012, per la Rai sarebbe più facile – ha proseguito ancora Rognoni – spegnere una Tv nazionale magari a metà 2010 anziché nel 2009. Dobbiamo dare un servizio universale, in Sardegna avremo grandi difficoltà ad anticipare lo spegnimento nel marzo 2007 mentre saremo pronti al passaggio al digitale di tutte le reti a fine anno o al massimo a metà 2008. Tutto sarebbe più facile con un operatore unico indipendente cui affidare la gestione della rete, anche, perché no, di un operatore di rete sardo”.
Secondo Rognoni “…per la Rai, che dev’essere il volano dell’Italia nelle nuove tecnologie, la strada è in salita e vi è un forte ritardo da colmare. Occorre avere la libertà dai vincoli politici ed economici e riformare la governance nella legge sul servizio pubblico”.
Adiconsum aveva già espresso preoccupazione in merito alla metodologia sin qui adottata per la transizione al digitale televisivo.
Paolo Landi, Segretario generale di Adiconsum, ha scritto al Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, una lettera dettagliata nella quale ha commentato che “…la decisione di inserire nella Finanziaria una detrazione per incentivare l’acquisto dei televisori con sintonizzatore digitale, è una ulteriore conferma di questa metodica che non affronta i problemi che oggi hanno i consumatori che già sono in possesso di dispositivi atti alla fruizione del digitale“.
Adiconsum ha spiegato che “…Dare come tempo massimo per la definizione delle regole che dovranno decidere i parametri per
Riguardo agli incentivi ai decoder, un emendamento alla legge Finanziaria, presentata ieri dal Governo, stabilisce che basterà dimostrare di essere in regola con il pagamento del canone Rai per detrarre dall’Irpef il 20% delle spese sostenute per l’acquisto, entro il 31 dicembre 2007, di una televisione dotata di sintonizzatore digitale.
Il massimo di spesa che si può portare in detrazione è di 1.000 euro, per una quota percentuale di 200 euro massimi. Per tale misura il Governo ha deciso di stanziare 40 milioni nel 2008.
Condizione per il riconoscimento dell’incentivo è anche che l’apparecchio sia in grado di decodificare tutte le piattaforme televisive esistenti, rendendo potenzialmente visibili tutti i canali.
Infatti, la scelta che si vuole operare con l’intervento proposto è nel senso di agevolare la migrazione degli acquirenti verso il mercato degli apparecchi televisivi con sintonizzatore digitale integrato, senza discriminare alcuna tecnica trasmissiva esistente, rispettando il principio della “neutralità tecnologica“, affermato dalla Commissione europea con la decisione 9/11/2005 (Berlino/Brandeburgo) e violato dal precedente Governo con le sovvenzioni all’acquisto dei decoder
Trattandosi di cifre non alte, la detrazione si opera in un’unica rata per ciascun apparecchio televisivo (cioè con una sola dichiarazione dei redditi). Del resto, dalla previsione si desume chiaramente che la detrazione spetta a ciascun abbonato in regola con il pagamento del canone per l’acquisto di un solo apparecchio televisivo.
E’ lo stesso meccanismo – precisa la nota esplicativa – già presente nel DDL finanziaria per i frigoriferi, i motori ad alta efficienza, gli inverter e le caldaie nei condomini.
Non si tratta di una “rottamazione” perché non c’è la restituzione del vecchio apparecchio, per le seguenti ragioni:
1) spesso l’acquirente è più interessato a dare un altro utilizzo al vecchio televisore, essendo ormai una abitudine consolidata quella di avere più televisori in casa;
2) in caso di restituzione, andrebbero specificamente determinate nel decreto ministeriale le modalità di ritiro degli apparecchi, con i conseguenti problemi di smaltimento di questo tipo di rifiuti per i Comuni;
3) non vi è uno specifico interesse pubblico alla “rottamazione” (come avviene per i motori inquinanti o casi simili).
La proposta prevede anche l’inserimento nell’articolo 24 di un comma 4 bis relativo all’adozione, entro il 28 febbraio 2007, di un decreto ministeriale in cui saranno definite le caratteristiche cui devono rispondere gli apparecchi televisivi oggetto dell’agevolazione, al fine di garantire il rispetto del principio di derivazione comunitaria della neutralità tecnologica e la compatibilità con le piattaforme trasmissive esistenti, i tetti massimi di spesa, nonché le modalità per l’applicazione di quanto disposto al comma 1 bis.
Più in generale gli obiettivi della norma proposta sono:
-
Favorire la transizione al digitale, sia sotto il profilo tecnologico (‘svecchiando’ il parco degli apparecchi televisivi), sia sotto il profilo socio – culturale (sensibilizzando la popolazione alla nuova tecnologia);
-
Emersione di una quota dell’evasione del canone di abbonamento Rai, essendo l’avvenuto pagamento del canone condizione necessaria per usufruire dell’agevolazione fiscale.
-
Aumento in valori assoluti delle vendite dei televisori (con maggiori entrate IVA);
-
Ingresso sul mercato italiano di Televisori digitali integrati anche per le fasce di prodotto di prezzo medio-basso.
Il totale dei televisori venduti in Italia nel 2006 è ad oggi pari a circa 5.310.000, di cui quelli dotati anche di sintonizzatore digitale integrato è ad oggi di circa 110.000 pezzi, prevalentemente di gamma alta.
Nel corso dei primi nove mesi dell’anno (Dati Ofcom) nel Regno Unito si sono registrate le seguenti vendite di apparecchiature digitali: 2.500.000 Televisori iDTV (con sintonizzatore digitale integrato) 10.500.000 set-top-box (decoder interattivi esterni ai televisori). Totale: 13.000.000 di apparecchiature digitali.