Vodafone Casa: la società ribadisce la leggittimità del servizio, dopo il blocco imposto dal Tribunale di Roma

di Alessandra Talarico |

Italia


Vodafone

Il Tribunale di Roma ha deciso di bloccare la commercializzazione e la pubblicizzazione del servizio Vodafone Casa Numero Fisso, in particolare per quanto riguarda la parte che richiama alla possibilità di portare il numero fisso dalla rete di Telecom Italia sul telefonino.

  

Accogliendo un ricorso presentato da Telecom, la sentenza blocca le incursioni pubblicitarie di Totti e Gattuso, in quanto il servizio costituirebbe un ‘illecito concorrenziale’. Secondo Vodafone Italia, tuttavia, la decisione “conferma la legittimità del servizio”, mentre resta aperta “la questione sollevata dal Giudice del Tribunale di Roma sulla possibilità di portare il numero dalla rete Telecom alla rete Vodafone”.

  

L’Agcom, ha prontamente spiegato Vodafone – “ha ribadito a Telecom l’esistenza in capo a questa dell’obbligo, previsto dal Codice delle Comunicazioni, di garantire l’interconnessione da Telecom sino ad oggi negata”.

  

Vodafone Italia – prosegue la nota – “ha rimesso da tempo la materia alle Autorità competenti e confida che la massima collaborazione offerta abbia contribuito a superare ogni possibile dubbio anche riguardo al diritto del cliente alla portabilità del proprio numero. Portabilità del numero che potrebbe comunque essere garantita solo nel caso che Telecom ottemperasse, come richiesto dall’AGCOM, all’obbligo di garantire l’interconnessione”.

  

Il Giudice, ha però di fatto interpretato l’articolo 80, comma 2 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche che – pur assicurando che tutti gli abbonati ai servizi telefonici accessibili al pubblico, compresi i servizi di telefonia mobile, che ne facciano richiesta conservino il proprio o i propri numeri, indipendentemente dall’impresa fornitrice del servizio” – non si applica “alla portabilità del numero tra reti che forniscono servizi in postazione fissa e reti mobili”.

  

Il Tribunale ricorda inoltre che la service portability non è oggetto di regolamentazione “essenzialmente per esigenze di trasparenza tariffaria, in quanto è impossibile, per chi chiama, distinguere sulla base del prefisso chiamato, la tipologia del servizio utilizzato e si sarebbe dovuto adottare modelli tariffari volti ad addossare sull’utente chiamato un costo aggiuntivo legato alla mobilità”.

  

Secondo il giudice della IX Sezione del Tribunale Civile, Giulia Iofrida, Telecom Italia non ha quindi l’obbligo di assicurare la portabilità dei propri numeri a beneficio di Vodafone “in quanto è regolamentata esclusivamente la service provider portability e non anche la service portability, quale quella del numero tra servizi di rete fissa e di rete mobile”.

    

La società guidata da Pietro Guindani, dovrà infine fermare o modificare le attuali modalità promozionali del servizio nella misura in cui viene garantita all’utente la portabilità del numero della rete fissa Telecom sulla rete mobile Vodafone. Gli spot, inoltre, non fanno adeguati riferimenti alle “limitazioni del servizio, all’utilizzo del numero geografico limitato alla cosiddetta Vodafone Area, con sua relativa specificazione, e ai costi aggiuntivi per potere ricevere le telefonate sul numero fisso al di fuori della Vodafone Area, vista la necessità della previa attivazione del servizio di trasferimento della chiamata dal numero fisso a quello di telefonia mobile”.

  

Il contenzioso tra Vodafone Italia e Telecom Italia, comunque, non si chiude qui. Nei prossimi giorni dovranno pronunciarsi sulla questione sia il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che ha affrontato la questione in Consiglio e con l’audizione dei vertici delle due società.

    

   

 

27 novembre 2002 – 27 novembre 2006

        

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