Italia
Con una legislazione restrittiva e controlli capillari, l’Italia è tra i Paesi più attenti alle problematiche legate alle emissioni generate da campi elettromagnetici. Permane tuttavia da parte dei cittadini una forte percezione dei rischi causati dalle emissione di onde elettromagnetiche, la quale si traduce in una diffusa “paura dell’antenna“. In un contesto in cui l’innovazione tecnologica comporterà una proliferazione di tali antenne, le istituzioni sono chiamate a intervenire, favorendo innanzitutto una corretta informazione ai cittadini. Il Corecom Lazio, che svolge un’attività di vigilanza sulle emissioni elettromagnetiche, ha organizzato alla Casa del Cinema di Roma il convegno “Le onde della comunicazione. Ambiente, Salute e Informazione. Tre diritti da rispettare“, un dibattito tra le istituzioni e gli esperti del settore.
Angelo Gallippi, Presidente Corecom Lazio, ha dato il benvenuto ai partecipanti: “…Lo scopo del convegno di oggi è la riflessione su un tema di grande rilevanza e, oserei dire drammaticità, ovvero quello delle onde elettromagnetiche emesse dalle antenne della telefonia e dalla radiotelevisione. Un tema molto sentito dalla cittadinanza, a proposito del quale il Consiglio regionale del Lazio si appresta a varare una normativa specifica, in ossequio al principio di ‘legislazione concorrente’ sancito nella nuova formulazione della nostra Carta costituzionale…”.
” Sul tema delle onde elettromagnetiche – ha detto ancora Gallippi – si riscontra oggi grandi curiosità, dubbi, apprensioni, oltre che una certa disinformazione, inducendo quindi il Corecom a svolgere una doverosa azione informativa al riguardo…”.
“Il Corecom – ha concluso il presidente del Corecom Lazio – già svolge importanti attività in materia di vigilanza sulle onde elettromagnetiche e intende rafforzare la sua collaborazione con le autorità comunali, regionali e nazionali, al fine di rendere ancora più efficaci le azioni svolte a favore della cittadinanza”.
L’intervento di apertura è stato di Angelo Fredda, Commissario Corecom, che ha illustrato l’attività del Comitato, il quale si proporrà di coinvolgere in maniera sempre più significativa gli stessi cittadini in materia di vigilanza e prevenzione: “Il Corecom ha un ruolo di vigilanza assieme all’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) sulle emissioni dei campi elettromagnetici, e di un successivo intervento in caso di un sorpasso dei limiti di emissione stessi, con una richiesta alla Regione della messa in conformità degli impianti…”.
“Il convegno – ha continuato Fredda – vuole evidenziare una necessità, ovvero quella di non contrapporre i diritti alla salute, all’ambiente e all’informazione. Oggi questi tre diritti fondamentali sono messi a rischio per due ordini di motivi, ovvero l’elusione della normativa o una non corretta informazione…”.
Fredda ha quindi proposto tre esempi: “…il primo è quello di Cesano, il Comune alle porte di Roma, in cui i cittadini hanno protestato per la sovraesposizione alle onde elettromagnetiche generate dalle antenne di Radio Vaticana. Vi è stata una contestazione in merito all’aumento di un certo numero di tumori cerebrali o leucemie. Su questo terreno tuttavia, il mondo scientifico, non solo quello italiano, tende a escludere che le emissioni elettromagnetiche ad alta frequenza possano causare questi danni. Approviamo comunque l’indagine conoscitiva promossa dalla Procura di Roma, la spero possa portare ad una soluzione la questione…”.
Il Commissario Corecom fa quindi riferimento a un altro caso, quello delle antenne di Monte Mario, “…fino a poco tempo esisteva, nelle vicinanze della Scuola Elementare “Giacomo Leopardi”, un traliccio abusivo montante delle antenne. Il comune di Roma, soddisfacendo la richiesta dei genitori che protestavano per il rispetto della salute dei propri figli, ha contestato il reato di abusivismo e smantellato poi il traliccio…”.
“La base dell’informazione – ha concluso Fredda – diventa essenziale per evitare allarmismi dei cittadini e per indirizzare gli interventi delle istituzioni. Occorre avere fiducia nel mondo scientifico, il quale emette sentenze sulla base di dati, certi e con studi di lunga durata. Se questi studi non trovano credibilità per pregiudizio, allora si entra in una logica di sfiducia generalizzata, in cui non sarà più possibili né difendere l’ambiente, la salute ed il diritto alla informazione e alla comunicazione”.
La Giunta della Regione Lazio si appresta a sottoporre al Consiglio regionale una proposta operativa per l’attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento per il riassetto del sistema televisivo regionale e la localizzazione dell’emittenza televisiva analogica, che dovrebbe consentire la soluzione di molti problemi relativi ai siti delle antenne televisive nel Lazio (Monte Cavo, Monte Mario ecc.). E’ quanto affermato in una nota inviata dall’Assessore all’Urbanistica della Regione Lazio Massimo Pompili.
Il vicepresidente della Commissione Ambiente del Consiglio della Regione Lazio Carlo Umberto Ponzo ha aggiunto che: “…esiste già un accordo condiviso con i territori interessati ed entro la fine dell’anno o al massimo nei primi mesi del 2007, ci auguriamo di poter portare in Consiglio Regionale la proposta di modifica al Piano Territoriale di Coordinamento, che porrà fine ad anni di incertezze e di assenza di un quadro normativo: un risultato importante per i cittadini, per i territori e per gli operatori del settore”.
L’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma, Giancarlo D’Alessandro, ha poi parlato delle iniziative intraprese dal Comune di Roma: “Roma è la prima città ad avere una rete di monitoraggio per il controllo delle emissioni di campo elettromagnetico. Abbiamo voluto realizzare questa rete di monitoraggio per uscire da una valutazione emotiva e dare una garanzia, anche scientifica, ai cittadini. E i dati delle rilevazioni sono molto rassicuranti Una volta ultimata, la rete di monitoraggio permetterà di effettuare una mappatura elettromagnetica del territorio e costituire una banca dati di misurazioni”.
La conoscenza dei valori dei campi elettromagnetici servirà al Campidoglio per autorizzare eventuali installazioni di impianti per le telecomunicazioni o elettrodotti, pianificando la distribuzione degli impianti sul territorio, anche in funzione dello sviluppo di tali tecnologie. Gli organi di vigilanza potranno intervenire con misure mirate in caso di criticità e i cittadini, i municipi e i gestori degli impianti avranno maggiore consapevolezza della situazione. Le centraline consentono il monitoraggio continuo con la registrazione temporale dei valori di campo elettromagnetico.
Ma come è visto il problema delle antenne da chi con le antenne convive?
A questa domanda ha risposto Pasquale Boccia, Sindaco di Rocca di Papa: “…Limitrofo al centro abitato di Rocca di Papa vi è il sito di Monte Cavo Vetta, sul quale decenni fa furono installate numerose antenne in totale illegalità, sorte senza le necessarie autorizzazioni e/o concessioni edilizie e amministrative necessarie. La situazione di degrado che ne è derivata è oggi devastante…”.
“Il sito – ha spiegato Boccia – è ritenuto determinante per le installazioni di impianti di emittenza radiotelevisivi in quanto si trova in un punto strategico, per altezza e posizione, per soddisfare l’intero bacino di utenti radiotelevisivi della Capitale (…) Il sito, inoltre, ha un importante valore storico ed archeologico. Negli ultimi tempi si sono tenute conferenze e incontri in Regione per l’attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento per la delocalizzazione degli impianti di emittenza televisiva; è stato nominato un gruppo di lavoro per la costituzione del tavolo tecnico con i Ministeri, l’Autorità regionale ed i Comuni, che ha il compito di valutare le proposte di modifica del nuovo PTC e verificarne la fattibilità, nell’interesse dei nostri concittadini che, giustamente, sono stanchi di pazientare ancora per vedere riconosciuti i loro diritti…”.
Ha preso poi la parola Vincenzo Lobianco, direttore AGCOM, che si è soffermato sull’importanza del nuovo piano di assegnazione delle frequenze: “…La nuova revisione del piano di assegnazione delle frequenze in tecnica digitale potrà consentire di venire incontro alle problematiche qui indicateci dalle amministrazioni locali: la tecnica digitale permetterà innanzitutto una migliore razionalizzazione dell’uso delle frequenze, tramite una potenza di emissione ridotta, mantenendo un livello di qualità accettabile (…) Inoltre la modalità di assegnazione dei siti sarà differente rispetto al passato: se prima si parlava di assignment dei siti, adesso si può parlare di allotment, ovvero la possibilità di allocare i siti nelle zone non necessariamente rilevanti dal punto di vista strategico, come ma anche in altre località purché siano rispettati determinati vincoli generali…”.
“Il processo di revisione del piani – ha concluso Lobianco – è cominciato da lungo tempo. In piena collaborazione con il Ministero delle Comunicazioni, spero potremmo arrivare alla transizione al sistema digitale, il quale consentirà, da una parte, una migliore offerta del servizio, e dall’altra, una risposta concreta ai problemi sollevati dalle realtà locali…”.
Fabio Garzia, Docente di Ingegneria della Sicurezza e Protezione Ambientale presso l’Università La Sapienza, ha illustrato le caratteristiche delle onde elettromagnetiche, soffermandosi sulle politiche di prevenzione e protezione adottabili: “…Nel campo delle onde elettromagnetiche è necessario conciliare le esigenze di sviluppo tecnologico con i diritti fondamentali della persona e dell’ambiente. Ciò può essere fatto mediante una normativa adeguata. A livello di amministrazione comunale si possono attivare appositi presidi di programmazione e controllo del settore. Laddove non sia presente una normativa adeguata si possono attuare adeguate politiche di prevenzione e protezione…”.
Se le istituzioni sono pronte a intervenire, la scienza avanza nelle sue ricerche sugli effetti delle emissioni elettromagnetiche, come ha illustrato Paolo Vecchia dell’ISS: “…Tutti gli esami degli studi scientifici attuali, condotti da alcune organizzazioni e associazioni professionali di elevata reputazione, hanno indicato che l’esposizione a campi elettromagnetici al di sotto dei limiti ICNIRP non ha prodotto conseguenze sanitarie negative confermate. Una revisione dei dati scientifici svolta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’ambito del Progetto Internazionale CEM, ha concluso che sulla base della letteratura attuale, non c’è nessuna evidenza convincente che l’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza abbrevi la durata della vita, né che induca o favorisca il cancro…”.
Vecchia ha sottolineato: “…Negli ultimi 15 anni sono stati pubblicati vari studi che esaminavano una possibile relazione tra trasmettitori a radiofrequenza e aumento di tumori. Questi studi non hanno mostrato alcuna evidenza che l’esposizione ai campi generati dai trasmettitori aumenti il rischio di cancro. Anche gli studi a lungo termine su animali non hanno accertato tali aumenti tumorali. Nel complesso, gli studi epidemiologici e di laboratorio condotti fino ad oggi hanno escluso, con un ragionevole grado di certezza, che i telefoni cellulari provochino il cancro, almeno per la durata d’uso fino a 5 anni…”.
Aggiungendo: “E’ molto difficile per gli studi epidemiologici escludere un piccolo rischio in alcuni sottogruppi della popolazione, ma questi rischi sono biologicamente plausibili? Al momento, la risposta sembra essere no…”.
Vecchia si è anche soffermato sulle onde elettromagnetiche prodotte dai telefoni cellulari: “I dati epidemiologici nel loro complesso indicano che l’uso di telefoni mobili per meno di 10 anni non dà luogo ad alcun aumento di rischio di tumori cerebrali o neurinomi acustici. Per utilizzi più prolungati, i dati sono scarsi e le conclusioni sono quindi incerte (…) In Italia, il Ministero della Salute sta procedendo alla creazione presso il Centro Controllo Malattie di una struttura di competenza riconosciuta sui campi elettromagnetici per la valutazione dei dati scientifici, la stima dei rischi sanitari e la relativa comunicazione al pubblico (…) Gli obiettivi specifici sono quelli di fornire un’interpretazione condivisa dei dati scientifici e strumenti di risposta rapida per situazioni di particolare criticità”.
Dopo le voci delle amministrazioni locali e gli interventi delle istituzioni e degli esperti del settore, Mario Frullone, Direttore Ricerche della Fondazione Ugo Bordoni, ha presentato la rete di monitoraggio dei campi magnetici della Fondazione Ugo Bordoni, una risposta istituzionale concreta di fronte ai timori dei cittadini ed una soluzione di supporto per le amministrazioni locali: “…Vi è la consapevolezza che la risorsa e i sistemi radio siano fondamentali per la crescita dell’Italia e il superamento del Digital Divide. Ciò porterà inevitabilmente un aumento del numero delle antenne sul territorio e contemporaneamente l’allarmismo dei cittadini. L’Italia è il Paese con la legislazione più restrittiva per quanto riguarda l’elettromagnetismo e la Fondazione Ugo Bordoni ha realizzato, in collaborazione con le ARPA, una rete di monitoraggio dei campi elettromagnetici di 1200 centraline sul territorio. Sono state realizzate 8000 campagne di misura con risultati rassicuranti per i cittadini. I risultati sono incoraggianti e hanno comportato la diminuzione degli esposti alle ARPA del 40%.”
Frullone ricopre anche la carica di Presidente di Elettra 2000, la quale, ha spiegato Frullone: “…è un consorzio costituito senza fini di lucro, nato allo scopo di creare conoscenza in materia di impatto sanitario, ambientale, sociale ed economico dei campi elettromagnetici. Il Consorzio collabora attivamente, in Italia e all’estero, con Istituzioni e organizzazioni pubbliche e private e la propria attività è coordinata da un Comitato Scientifico composto dai maggiori composto esperti internazionali”.
Per favorire la conoscenza delle tematiche legate all’elettromagnetismo, Elettra2000 organizza da quattro anni il Concorso “Campi Elettromagnetici e Società” rivolto alle scuole medie superiori. Il tema per l’edizione 2007 del Concorso sarà “Il rapporto con il territorio” e gli studenti dovranno approfondire situazioni locali e individuare strategie e progetti che favoriscano l’instaurazione di un dialogo.
La gestione dell’impatto sociale dell’impatto sociale a a ambientale ambientale dei campi elettromagnetici in Italia in Italia
Mario Frullone, Fondazione Ugo Bordoni
Le onde elettromagnetiche e le politiche di prevenzione e protezione adottabili
Fabio Garzia, Università degli Studi di Roma La Sapienza
Conoscenze scientifiche, protezione, informazione: il panorama attuale
Paolo Vecchia, Istituto Superiore di Sanità