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Piegati dalla concorrenza dei Cd riscrivibili, delle penne Usb e degli hard disk esterni ormai diffusissimi e con capacità di storage molto maggiori, i floppy disk sono destinati a sparire.
A sancire la loro fine – dopo quasi 40 anni di onorata carriera – l’annuncio che il maggiore rivenditore britannico di prodotti informatici, Pc World, farà sparire i ‘dischetti’ dagli scaffali quando verranno esaurite le scorte.
Molti tireranno un sospiro di sollievo, molti altri – i più giovani – non capiranno neanche di cosa si parla, ma i floppy sono un pezzo di storia informatica recente, per quanto antiquati possano sembrare di fronte alla miriade di nuove tecnologie che circolano oggi.
Introdotti da IBM nel 1971, la loro diffusione di massa arriva negli anni ’80, il tempo in cui circolavano piattaforme come il Commodore 64, l’Amiga, l’Apple II, il Macintosh, il e il Pc IBM e i computer come li intendiamo oggi sembravano ancora lontani anni luce.
Per tutti gli anni ’80 e ’90, i dischetti sono stati i dispositivi di memorizzazione esterni più utilizzati, nonché strumenti essenziali per il trasferimento di dati da un computer all’altro, tanto da diventare il simbolo prescelto – e utilizzato ancora oggi – per rappresentare visivamente la possibilità di salvataggio dei dati.
Il primo floppy disk IBM – chiamato ‘memory disk’ – aveva un diametro di 20 centimetri (8 pollici), ma i formati più conosciuti e utilizzati sono stati quello da 5¼ pollici, adottato dalla maggior parte dei primi produttori di personal computer, e quello da 3½ pollici, lanciato da Sony nel 1981 e introdotto inizialmente dalla Apple sul Macintosh.
La prima azienda a integrarlo in un personal computer fu la Olivetti, nel 1975, con il modello P6060 e ancora oggi, nonostante l’inadeguatezza del supporto ormai riconosciuta, i costruttori non sembrano disposti a rimuovere l’unità del floppy dai Pc, sia per evitare la perdita dei dati contenuti in quelli ancora in circolazione, sia perché molte aziende apprezzano questo tipo di meccanismo, sempre funzionale.
Il lento declino dei floppy declino è iniziato sul finire degli anni ’90: lo scorso anno, ne sono stati venduti 700 milioni, contro gli oltre due miliardi venduti nel 1998.
Di fronte all’avanzata delle nuove tecnologie, incluse le caselle di posta elettronica dalla capienza fino a 2 giga, la pensione del dischetto è dunque ormai alle porte: il direttore commerciale di PC World li considera orma “incredibilmente obsoleti…semplicemente non sono in grado di competere”.
L’uso crescente delle fotocamere digitali, ad esempio, fa sì che molti files siano troppo grandi per essere memorizzati su floppy e l’arrivo sul mercato di moltissime alternative più economiche e funzionali ha dato il colpo di grazia a quello che è stato un supporto che comunque, nonostante tutto, sembrava potesse resistere indenne al passare degli anni.