Unione Europea
Uno Studio realizzato per la Commissione europea e presentato oggi nell’ambito del Safer Internet Day ha rilevato che, in un mondo digitale in rapida evoluzione, i modelli di autoregolamentazione e coregolamentazione possono costituire alternative interessanti alla regolamentazione tradizionale.
In occasione della presentazione a Bruxelles dello Studio sulla coregolamentazione nel settore dei mezzi di comunicazione, Viviane Reding, Commissario Ue per la società dell’Informazione e Media, ha dichiarato: “Per consentire al settore di internet e dei media di svilupparsi in modo responsabile, il quadro di regolamentazione deve trovare il giusto equilibrio tra equità e rigore, pur consentendo all’industria di rispondere rapidamente ai cambiamenti”.
La Reding ha aggiunto che “…Questo studio non fa che confermare la mia assoluta convinzione che oggi l’auto e la coregolamentazione costituiscono alternative concrete alle strategie legislative tradizionali nel settore dei media”.
Il Commissario ha precisato che “In presenza di modelli di autoregolamentazione e coregolamentazione credibili ed efficienti, la Commissione europea ne incoraggerà l’applicazione, in particolare per l’ambiente online. Questo è lo spirito che ritroviamo anche nelle disposizioni della proposta della Commissione europea per la modernizzazione della Direttiva ‘Televisione senza frontiere’ che dovrebbe essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio nei prossimi mesi”.
Nell’economia digitale, caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici e da un maggior controllo da parte degli utenti, le regolamentazioni tradizionali hanno difficoltà a stare al passo con la rapidità delle evoluzioni tecnologiche, economiche e sociali e con la decentralizzazione delle informazioni. Le strategie tradizionali di regolamentazione possono anche presentare problemi a livello di attuazione.
La Commissione europea considera pertanto l’auto e la coregolamentazione un mezzo per “legiferare meglio”, obiettivo importante della Commissione Barroso (cfr. IP/05/96). L’autoregolamentazione, con la quale l’industria si regola da sola, e la coregolamentazione che associa regolamentazione statale e non statale, contribuiranno ad affrontare il rischio crescente di insuccesso delle strategie tradizionali, e riattribuiranno la responsabilità alla società e, laddove opportuno, alle parti interessate.
Lo Studio sulle misure di coregolamentazione nel settore dei media presentato oggi a Bruxelles è stato realizzato per la Commissione dall’Istituto di ricerca sui media Hans-Bredow dell’Università di Amburgo. Una delle conclusioni di tale Studio è che, in linea generale, l’industria ha bisogno di incentivi per aderire a un regime di questo tipo. L’esistenza di un’autorità di regolamentazione statale alle loro spalle spesso garantisce agli enti di autoregolamentazione il margine di manovra necessario per lavorare in modo efficace. Inoltre per disporre di un sistema di coregolamentazione efficace occorrono mezzi sufficienti per garantire il rispetto della regolamentazione, come ad esempio sanzioni adeguate e proporzionate.
Si è appurato, inoltre, che la trasparenza e l’apertura sono fondamentali per suscitare le fiducia nei meccanismi, soprattutto laddove la regolamentazione spetta ad organismi non statali o quando non sono coinvolti gruppi di interesse.
Nell’ambito dello studio sono state esaminate diverse strategie di coregolamentazione già in uso in vari Paesi in due importanti settori (protezione dei minori e pubblicità), ed è stato rilevato che non ci sono ragioni di ritenere che queste siano insufficienti per l’applicazione delle direttive europee.
La Commissione europea, pertanto, incoraggia apertamente l’auto- e la coregolamentazione nella proposta di modernizzazione della direttiva “Televisione senza frontiere“, attualmente all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio. Il testo di tale direttiva è la prima proposta legislativa della Commissione riguardante il settore dei media in cui si fa un riferimento esplicito all’autoregolamentazione e alla coregolamentazione (considerando 25 e articolo 3, paragrafo 3: “Gli Stati membri incoraggiano i regimi di coregolamentazione nei settori coordinati dalla presente direttiva. Tali regimi sono concepiti in modo da poter essere largamente accettati dai principali soggetti interessati e da assicurare un’applicazione efficace delle norme“). (r.n.)
Altri validi esempi di autoregolamentazione e coregolamentazione nell’Unione europea sono:
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La firma odierna, da parte di operatori di telefonia mobile, di un accordo quadro europeo sull’uso più sicuro dei telefonini da parte dei minori;
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La carta europea del film online sottoscritta dalle industrie cinematografiche e di contenuti nel maggio 2006;
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La gestione del dominio “.eu” da parte di EURid, agenzia privata senza scopo di lucro, cui il Parlamento europeo e il Consiglio hanno affidato questo incarico;
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L’impegno dell’industria alimentare nella lotta contro l’obesità;
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Il ruolo dell’Agenzia europea della sicurezza aerea per la tutela dei cieli europei.