Pirateria: nuovo software riconosce le ‘impronte digitali’ dei file protetti

di Alessandra Talarico |

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L’industria dell’entertainment ha un nuovo alleato nella lotta contro la pirateria: si tratta di un software in grado di identificare qualsiasi tipo di contenuto audio protetto da copyright, anche se parte di un video cilp magari di non ottima qualità.

 

La tecnologia potrebbe finalmente consentire alle major di arginare il problema dei video postati senza permesso sui siti di video-sharing come YouTube.

 

La dimostrazione della funzionalità di questo nuovo sistema di video-recognition è stata fatta la scorsa settimana in California, da Vance Ikezoye, Ceo di Audible Magic.

Ikezoye ha scaricato un video di due minuti da YouTube – risultato registrato in un cinema, quindi di qualità molto bassa – e il software è riuscito a identificarlo come un pezzetto del film Kill Bill: Vol. 2, tra l’altro doppiato in cinese.

 

Il sistema messo a punto da Audible Magic, ma anche da altre società come Gracenote, è in grado di prendere le ‘impronte digitali‘ dei file e di confrontarle con contenuti protetti da copyright inseriti in grandi database.

I materiali protetti postati illegalmente possono dunque essere bloccati o pubblicati, in base a eventuali accordi tra il sito e i detentori dei diritti.

 

Le cosiddette tecnologie di fingerprinting sono state utilizzate per un certo periodo per scoprire musica protetta da copyright sui siti di file-sharing e – in misura minore – per identificare brani musicali sui siti di social networking come MySpace, di proprietà della News Corporation di Rupert Murdoch.

 

L’industria dell’entertainment ne chiede però un utilizzo più esteso, raccogliendo per certi versi il consenso delle web company: MySpace, ad esempio, ha fatto sapere la scorsa settimana che utilizzerà il sistema di Audible Magic per identificare materiali protetti da copyright postati sulle sue pagine.

Altri, come YouTube – controllato da Google – avevano annunciato di voler cominciare a usare simili tecnologie già dalla fine dello scorso anno, ma ancora nulla è stato fatto di concreto. I due creatori del sito, anzi, hanno mandato su tutte le furie le major, dichiarando che avrebbero usato il sistema per identificare soltanto i clip di compagnie disposte a siglare accordi di licenza con YouTube.

 

Certo, il processo identificazione di video postati senza autorizzazione non è dei più semplici e richiede la collaborazioni di tutte le parti coinvolte. Finché si tratta di file audio, infatti, le tecnologie ci sono. Più difficile diventa invece l’identificazione di file video, più complicati da analizzare poiché richiedono di catturare un maggior numero di informazioni.

 

L’utilizzo di questi software sui siti di video e audio sharing è inoltre un’arma a doppio taglio, dal momento che gli utenti abbandonano a gambe levate i web site protetti da sistemi di filtraggio. È successo al sito Guba.com: dopo aver implementato il proprio sistema di filtraggio (chiamato Johnny) – che gli è valso accordi con Warner e Sony – la popolarità è fortemente calata.

Guba.com e Grouper.com – sicuramente meno poplari di YouTube – hanno comunque deciso di utilizzare il software della Sudible Magic, sperando di non inimicarsi le major e restare fuori dalle aule giudiziarie.

 

MySpace, invece, utilizzerà, il sistema per identificare e ottenere l’autorizzazione a usare i materiali di Universal Music, NBC Universal e Fox.

 

Alcuni esperti credono comunque che l’utilizzo di questa tecnologia nel futuro sia inevitabile: le major, tormentate dall’incubo della pirateria digitale, sono infatti sempre più stanche di chiedere alle web company di rimuovere una clip, per poi vederla postare dopo pochi minuti da un altro utente.

 

L’uso esteso di questi software, secondo gli addetti ai lavori, potrebbe aprire la strada a nuovi accordi di collaborazione tra i siti e le major.

 

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