Nuove dipendenze: arriva il programma in 12 passi per liberarsi dall’ossessione per le email

di Alessandra Talarico |

Mondo


Posta elettronica

Come già per gli alcolisti e per i tossicodipendenti, anche le persone che hanno un attaccamento morboso alla posta elettronica potranno seguire un programma in 12 passi per venire a capo della loro dipendenza.

 

Lo ha elaborato Marsha Egan, che di mestiere fa l’executive coach, per tentare di far capire che l’ossessivo controllo della propria casella di posta elettronica può rivelarsi deleterio e provocare ingenti perdite in termini di produttività alle aziende.

 

Il piano in 12 punti  è stato sviluppato prendendo spunto da casi eclatanti come quello del manager-giocatore di golf che controllava il suo BlackBerry dopo ogni tiro, perdendo un potenziale cliente che, insieme a lui sul campo, è rimasto impressionato dalla sua ossessione.

 

“La corporate America è in crisi, ma molti CEO non se ne sono neanche accorti e non immaginano neanche quanti soldi si stiano perdendo”, ha spiegato la Egan, sottolineando che – come per ogni altro abuso – ci vuole poco a trasformare uno strumento utile ed efficiente in una mania.

 

Sono molti i casi di dipendenza valutati dalla Egan, la quale riferisce che uno dei suoi clienti non poteva neanche avvicinarsi a un computer – il suo o quello di qualsiasi altro – senza essere colto dall’impulso irrefrenabile a controllare la posta. Altre persone, riferisce sempre l’esperta, rifiutano di andare in vacanza se non hanno a disposizione internet per connettersi alla propria casella email. Molti altri aspettando un messaggio che non arriva, continuano a verificare la funzionalità del sistema auto-inviandosi delle mail.

 

Il primo dei 12 passi elaborati dalla Egan consiste nell’ammissione della propria dipendenza: “Ammetti che le email hanno preso il controllo della tua vita. Allontanati dal bisogno di controllare la posta ogni 10 minuti”.

Altri punti includono l’impegno “a tenere la casella di posta vuota”, a “stabilire intervalli regolari e distanziati per il controllo del box”, a “disabilitare la funzionalità di invio\ricezione automatica” e a “trattare subito le eMail che possono essere esaminate in due minuti, ma crea un file per la posta che prende più tempo”.

 

Il programma della Egan , a detta di chi lo ha provato, è molto utile per riportare la posta elettronica al suo scopo primario: quello di strumento di lavoro e di piacere utile e non causa di stress emotivo e lavorativo.

 

In media, i lavoratori che ricevono una email impiegano 4 minuti per leggerla e tornare a concentrarsi su quanto stavano facendo, ha spiegato la Egan secondo cui il comportamento ottimale prevede  il controllo della posta non più di 3-4 volte al giorno.

 

Alcuni lavoratori – ma troppo pochi – resistono a controllare la posta durante le ore di lavoro, ma appena a casa si mettono subito a ordinare le email per non intasare la propria casella, finendo per stare attaccati al computer per diverse ore dopo il lavoro.

 

La Egan non ha ancora organizzato meeting sul problema della dipendenza da posta elettronica, ma conta di lanciare una serie di teleconferenze per gli ‘emailer’ anonimi.

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