Le dichiarazioni

Bollette, il Senato dà il via libera. Il decreto è legge

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Tra le misure principali, bonus fino a 500 euro per i nuclei a basso reddito, stop al click day per gli elettrodomestici e tutele per i consumatori vulnerabili. Ma le imprese protestano: “Il decreto non basta, serve un piano strutturale”.

Energia, bonus, tutela dei consumatori e sostegno alle imprese: il Decreto Bollette è ufficialmente legge. Con 99 voti favorevoli, 62 contrari e un astenuto, l’Aula del Senato ha confermato la fiducia al governo approvando in via definitiva il testo già licenziato dalla Camera. Il provvedimento, atteso entro il 29 aprile, mette in campo oltre 3 miliardi di euro per contrastare i rincari energetici e sostenere cittadini e aziende nella transizione.

Pichetto: “Scelta di responsabilità. Vicini ai più fragili”

Con questo decreto abbiamo scelto di stare accanto a famiglie e imprese in un momento di forte pressione sui costi energetici”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto. “È un provvedimento che offre aiuti concreti a chi è in difficoltà e introduce nuove tutele per i consumatori. La sicurezza energetica significa anche questo: interventi mirati per chi è più esposto ai rincari.

Le Imprese: “Il decreto bollette non basta”

Non è della stessa opinione del Ministro, Confindustria, che in un’intervista rilasciata al Sole 24 ore, afferma che il provvedimento non abbia preso in considerazione le proposte delle aziende, minando la competitività dell’Industria italiana nel mondo. Nonostante le buone intenzioni del governo Meloni, il decreto bollette non risponderebbe pienamente, quindi, alle esigenze del mondo produttivo. A lanciare l’allarme è Aurelio Regina, delegato del presidente dell’Associazione per l’energia, che ha denunciato: “Nel decreto, fuori dalla compensazione ETS da 600 milioni già prevista, non c’è nulla per l’industria“.

Secondo Regina, le aziende italiane continuano a subire un differenziale energetico fino all’80% rispetto ai competitor internazionali, con una bolletta che supera i 20 miliardi l’anno. Tra le proposte ignorate, in particolare l’estensione del taglio degli oneri di sistema anche alla media tensione, sostegni all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e il rilascio di gas e biometano a costi calmierati. “Il Parlamento ha scelto di non ascoltare nemmeno le proposte a costo zero mettendo a rischio i distretti industriali d’eccellenza, vero motore dell’export italiano” dichiara il delegato, richiedendo un tavolo urgente a Palazzo Chigi per affrontare il nodo del costo dell’energia.

Ora tocca al Documento di finanza pubblica

Approvato il decreto bollette, il Senato ha ripreso i lavori nel pomeriggio con l’esame del Documento di finanza pubblica 2025, subito dopo la cerimonia di commemorazione del Papa, svoltasi in seduta comune con Montecitorio.

Il cuore del decreto

Tra gli interventi principali del Decreto Bollette, come avevamo già anticipato, spicca il contributo straordinario da 200 euro per le famiglie con un ISEE sotto i 25.000 euro, che può salire fino a 500 euro per chi già beneficia del bonus sociale (ISEE sotto i 9.530 euro). Secondo le stime, la platea potenziale potrebbe raggiungere 8 milioni di nuclei familiari. Una misura da 1,6 miliardi di euro, pensata per dare respiro a chi è maggiormente colpito dal caro-energia.

In più, viene garantita la possibilità per gli utenti vulnerabili di restare nel mercato tutelato dell’energia anche dopo il 2027, mantenendo così una maggiore stabilità delle tariffe per chi è più fragile economicamente.

Un altro punto rilevante riguarda l’addio al click day. Il bonus per elettrodomestici viene ora riconosciuto direttamente in fattura, semplificando l’accesso all’agevolazione. Salta anche la soglia obbligatoria della classe energetica minima, una novità che tutela la produzione italiana.

Cambia, poi, il capitolo caldaie. Gli incentivi resteranno solo per quelle inserite in sistemi ibridi, che combinano il funzionamento della caldaia con pompe di calore, in linea con gli obiettivi green del governo.

Novità anche per chi produce energia da fonti rinnovabili: la remunerazione sarà scollegata dai prezzi di mercato, per evitare che gli operatori subiscano gli sbalzi dei costi dell’energia. Una mossa pensata per stabilizzare il settore e incoraggiare investimenti duraturi nel green.

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