Un nuovo piano di spesa dell’Esa e una nuova rete satellitare “dual use” di osservazione ad altissima risoluzione
In un contesto internazionale segnato da instabilità geopolitica crescente e dalla ridefinizione degli equilibri globali, l’Agenzia spaziale europea (ESA) si appresta a inaugurare una nuova stagione della propria storia, affacciandosi apertamente sul terreno strategico della difesa spaziale.
Al centro di questo passaggio storico, ha raccontato su eurcative.com il giornalista Joshua Posaner, esperto di sistemi di Difesa e tecnologie spaziali, c’è un piano di investimenti da oltre 21 miliardi di euro e lo sviluppo di una rete satellitare militare di osservazione ad altissima risoluzione.
L’iniziativa è stata illustrata dal direttore generale dell’Agenzia, Josef Aschbacher, nel corso di un vertice con funzionari dell’Unione europea a Varsavia, durante il quale ha parlato esplicitamente di un “pacchetto da circa 21 miliardi di euro, più o meno”.
Una cifra destinata ad aumentare ulteriormente in vista del Consiglio ministeriale di Brema, previsto per novembre 2025.
Ucraina, tensioni con Washington e crisi dello spazio commerciale
Il cambio di passo nasce da due direttrici strategiche: il conflitto in Ucraina e le incertezze transatlantiche.
Se da un lato la guerra ha evidenziato la necessità di infrastrutture spaziali indipendenti e resilienti, dall’altro ha fatto emergere i limiti di affidarsi a operatori privati stranieri per servizi critici. L’episodio più eclatante resta la minaccia di Elon Musk di interrompere l’accesso ucraino a Starlink, che ha sollevato non pochi allarmi tra i decisori europei.
In questo scenario, l’Esa — tradizionalmente focalizzata su ricerca scientifica ed esplorazione — si apre all’integrazione tra spazio e sicurezza, una dimensione che finora aveva evitato per ragioni politiche.
Una costellazione europea per l’osservazione militare
La proposta chiave è la realizzazione di una costellazione satellitare europea ad uso duale, capace di fornire immagini ottiche e infrarosse ad altissima risoluzione da qualsiasi punto del globo ogni 20-30 minuti, con accesso su richiesta da parte delle forze armate e dei governi europei.
“È un game changer totale. In Europa non abbiamo nulla di simile”, ha dichiarato Aschbacher.
L’obiettivo è colmare un divario strategico rispetto a Stati Uniti e Cina, entrambi già impegnati nello sviluppo di capacità simili, e rafforzare la sovranità tecnologica del Vecchio Continente in uno dei domini cruciali della competizione globale.
Un budget senza precedenti: +25% rispetto al 2022. Berlino punta a ruolo guida
Il nuovo ciclo triennale di finanziamento rappresenta un punto di svolta anche in termini economici. Dopo i 16,9 miliardi di euro approvati a Parigi nel 2022, l’ESA si appresta a superare quota 21 miliardi, con il governo tedesco in testa alle contribuzioni — una posizione rafforzata dalla vivace scena dei lanciatori privati e dalla volontà di Berlino di assumere un ruolo guida nello spazio europeo.
La riunione di novembre a Brema si preannuncia dunque come un momento cruciale per l’autonomia strategica europea nello spazio, nel contesto di un’Europa che ancora oggi spende meno di un quinto di quanto destinano annualmente gli Stati Uniti alle attività spaziali.
Occasione per attrarre investimenti privati e potenziare le infrastrutture duali
La costellazione avrà anche un impatto diretto sull’industria spaziale europea, in particolare sul segmento emergente delle startup e PMI hi-tech.
Aziende come la finlandese ICEYE, già fornitrice di immagini satellitari per l’Ucraina, vedono nella proposta una leva per stimolare competitività, attrarre investimenti privati e potenziare le infrastrutture duali.
“Non si tratta solo di recuperare terreno, ma di fare un salto di qualità”, ha affermato una fonte industriale vicina al dossier.
Una cooperazione strategica fuori dai trattati tra ESA e Unione europea
Va ricordato che l’ESA non è formalmente un’agenzia dell’UE, ma ne condivide buona parte dei membri — inclusi paesi non UE come Regno Unito e Svizzera. Questa struttura “a geometria variabile” rende l’ESA uno strumento flessibile per progetti ad alto contenuto geopolitico, come quello in discussione.
La collaborazione con Bruxelles, pur extra-trattato, si fa sempre più strutturata, con l’obiettivo condiviso di inserire lo spazio come asset chiave della Difesa Comune e della futura Bussola Strategica europea.
Un’occasione da non perdere secondo il DG Esa
Il messaggio del direttore generale Aschbacher è chiaro: l’Europa non può più permettersi di restare indietro in una delle arene decisive del XXI secolo, “Quella di Brema è un’opportunità che non si può perdere.”
Se i Paesi membri sapranno coglierla, l’Europa potrebbe presto trasformarsi da osservatore a protagonista dello spazio, non solo come laboratorio scientifico, ma anche come attore strategico globale.