Telecoms of the future

Consolidamento, Labriola (Tim): ‘Bene ipotesi Tim-Iliad o WindTre-Iliad’

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L'ad di Tim Pietro Labriola, intervenuto alla Conferenza “Telecommunications of the Future” promossa dal CNIT: "Ho sempre detto che dobbiamo passare da 5 a 3 operatori. Come operatori infrastrutturali, per le possibili combinazioni, l'unica che non è fattibile per l'Antitrust è Tim-Wind, qualsiasi altra operazione Wind-Iliad o Tim-Iliad la vedo positivamente perché porta ad evitare ad avere una pluralità di reti".

Il settore delle Tlc è in crisi e non da oggi, ma da 5 o 6 anni in Europa e in Italia. Pietro Labriola, Amministratore Delegato e Direttore Generale, TIM intervenuto alla settima edizione della Conferenza “Telecommunications of the Future” promossa dal CNIT e organizzata dal nostro editore Supercom, di cui Key4biz è tra i media partner.

“Il problema è che il setto delle Telecomunicazioni è fondamentale nella catena del valore del digitale – aggiunge Labriola – ed è per questo che non si può permettere di lasciarlo morire”.

Il conto economico delle Tlc è fatto di ricavi, ma non è detto che la market consolidation porti necessariamente un aumento dei ricavi, dice Labriola.

“Ho sempre detto che dobbiamo passare da 5 a 3 operatori. Come operatori infrastrutturali, per le possibili combinazioni, l’unica che non è fattibile per l’Antitrust è Tim-Wind, qualsiasi altra operazione Wind-Iliad o Tim-Iliad la vedo positivamente perché porta ad evitare ad avere una pluralità di reti”. Lo afferma l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola.

Se le reti di telefonia mobile venissero ridotte a tre, verrebbero ridotti i costi necessari per sostenere gli investimenti, ridando fiato al settore.

“Ho sempre detto e continuo a ribadirlo: se noi stiamo dicendo che nel mercato siamo in tanti…l’unica combinazione che l’antitrust non permetterebbe è quella tra Tim e WindTre, quindi restano Tim-Iliad o Iliad-WindTre “, ha detto Labriola.

Entrambe queste alternative, secondo il manager, sarebbero positive per il mercato.

Rispetto alla salita nel capitale di Poste, che ha siglato un accordo per il rilevare la maggior parte della quota di Vivendi, per Labriola Tim “non può che essere contenta di aver ritrovato un azionista di riferimento che considera l’investimento nella nostra società un investimento di natura strategica”.

Tim: Labriola, Poste ci aiuta a ragionare medio e lungo termine

Parlando infine di Poste Italiane, Labriola ha ribadito che “la società non può che essere contenta di aver ritrovato un azionista di riferimento che considera l’investimento in Tim un investimento strategico, perché noi dobbiamo ragionare nel medio-lungo termine e non più trimestre per trimestre”.

Ma al di là di questo, secondo Labriola servono più fondi per finanziare le nuove reti. “Un servizio di telefonia mobile in Italia costa meno di una pizza – ha detto – ma di una pizza al mese si può anche fare a meno, delle telecomunicazioni no”.

“Noi non siamo considerati energivori – aggiunge – però più antenne 5G equivale a più costi, anche se nessuno vorrà pagare un euro di più per i servizi”.

“Whatsapp non ha un servizio call center – dice Labriola – noi lo abbiamo e il costo di una chiamata è di 3 euro e il costo annuo di 200 milioni di euro”.

Tlc: Labriola, Italia faccia come Germania frequenze gratuite

L’Italia dovrebbe fare come la Germania, dove l’agenzia che si occupa di telecomunicazioni ha deciso di rinnovare gratuitamente per i prossimi 5 anni i diritti d’uso delle frequenze, con l’obbligo di investimenti e di copertura in cambio del rinnovo gratuito. “La mia posizione è molto forte sul tema – ha spiegato -. L’Italia è l’esempio concreto che far pagare tanto le frequenze per incassare è una scelta miope perché permette di incassare, ma poi gli operatori non hanno capacità di investire per la rete”. “E poi – aggiunge – facciamo anche estrema attenzione al fatto che questo è un mercato nel quale e se un domani al rinnovo delle frequenze si presenta un soggetto che non è italiano, si compra le frequenze, io cosa faccio con tutto quello che ho investito negli ultimi 25-30 anni? I miei 17 mila funzionari?

Noi abbiamo investito pesantemente negli ultimi 30 anni per la infrastrutturazione del sistema paese, abbiamo trasformato un’azienda pubblica in privata, ci siamo portati dietro una serie di vincoli delle concessioni, quindi dobbiamo fare attenzione anche a questi aspetti”. In conclusione “Far pagare le frequenze, invece di rinnovarle automaticamente a un costo diciamo estremamente contenuto con l’impegno di sviluppare la rete 5G penso che sia la soluzione di interesse per le aziende e per il sistema paese” ha concluso.

Dazi: Labriola, tornare a discutere di cloud sovrano

I dazi Usa avranno un impatto “estremamente ridotto” sulle tlc in quanto le società che “forniscono prodotti sono cinesi o europee”. “Il problema nostro – ha avvertito – è, grazie anche al tema dei dazi sta ritornando piu’ di attualita’, e’ tutto il tema dei servizi soft, e questo non vale solo per le telecomunicazioni ma per qualunque settore. Non c’è un settore industriale che non utilizzi software americano. Questo è un tema che dobbiamo porre, assieme a tutta la tematica del cloud. Dobbiamo tornare a discutere di cloud sovrano – ha sottolineato -, un domani noi non possiamo trovarci in una guerra dei dazi dove tutto il software e il cloud è americano e se qualcuno mi raddoppia i prezzi mette in ginocchio non le telecomunicazioni ma l’intera economia del nostro continente e paese”.

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