“Il quadro italiano della fibra è in chiaro scuro – ha detto Giuseppe Gola, Amministratore Delegato e Direttore Generale, Open Fiber, intervenuto alla settima edizione della Conferenza “Telecommunications of the Future” promossa dal CNIT e organizzata dal nostro editore Supercom, di cui Key4biz è tra i media partner. – Siamo ad una copertura del 64%, in media con la Ue”. Il problema dell’Italia è “l’adozione della fibra”, il cosiddetto take up, ha aggiunto Gola, che nel nostro paese è fermo al 27%, circa la metà della media europea.
“Dobbiamo fare uno sforzo di sistema, che coinvolga operatori wholesale e retail, altrimenti abbiamo sotterrato dei soldi e abbiamo fatto un investimento inutile”, dice Gola.
Anche perché l’obiettivo Ue di arrivare ad uno switch off complessivo del rame al 2030. Una data irrealizzabile per l’Italia, che secondo l’ad di Open Fiber dovrà traguardare più realisticamente al 2035 o 2036.
“Serve un piano di switch off condiviso con milestones chiare – ha aggiunto Gola – serve una disponibilità economico-finanziaria di sistema”. Uno strumento utilizzato in passato per incentivare la migrazione dal rame sono i voucher, ma per l’utente finale oggi la motivazione al passaggio è limitata e lo stesso vale per gli operatori Retail. “L’ARPU del cliente fibra non è superiore a quello del cliente rame”, aggiunge Gola.
“Bisogna pensare a un uso di voucher totalmente diverso che vada a supportare l’operatore retail e che quindi dia la possibilità almeno all’operatore di azzerare i costi della migrazione, perché in una situazione in cui l’ARPU è lo stesso fra rame e fibra, per l’operatore retail sostenere il costo della migrazione è un costo che non ha un ritorno sull’investimento”.