Rai: questione di informazione e …politica. Santoro e Annunziata nell’occhio del ciclone

di Raffaella Natale |

Italia


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Monta di giorno in giorno la polemica intorno a Michele Santoro e alla sua trasmissione ‘Annozero’. Il Consiglio di amministrazione Rai si è scontrato con il Direttore generale Claudio Cappon, sollevando un polverone che necessità un urgente chiarimento.

L’alterco sulla questione dei Dico tra il giornalista e il Ministro di Giustizia Clemente Mastella, durante la puntata di giovedì scorso del programma, sono stati al centro del Cda di ieri, ma le critiche espresse dal Dg a Santoro non soddisfano i consiglieri del centrodestra che lo attaccano apertamente.

Per oltre tre ore e mezza il Cda ha discusso della vicenda e la prossima riunione ci sarà solo il 28 marzo. Contemporaneamente la Commissione di Vigilanza discuteva su Lucia Annunziata e il suo ‘In mezz’ora’, in seguito a una risoluzione di Francesco Storace per violazione del pluralismo. Proprio oggi la Vigilanza ascolterà in audizione proprio il Dg Cappon e il presidente Claudio Petruccioli.

 

In una nota i consiglieri di amministrazione Rai Giovanna Bianchi Clerici, Gennaro Malgieri, Giuliano Urbani e Marco Staderini, ha giudicato “…lacunosa, inadeguata e gravemente insufficiente” la relazione del Direttore generale sul caso Santoro e hanno affermato di attendere di “…conoscere il testo della formale lettera di richiamo che Cappon si è impegnato a inviare al conduttore di ‘Anno Zero’ per invitarlo al rispetto dell’osservanza dei principi sul pluralismo e la correttezza dell’informazione, vincolanti per il servizio pubblico”.

 

“…Abbiamo fortemente denunciato in Consiglio – si legge nella dichiarazione congiunta – la diffusione di immagini sconvenienti in una fascia tutelata, l’impossibilità di esercitare il diritto di replica per i soggetti chiamati in causa dal giornalista Marco Travaglio e l’uso personale del mezzo televisivo da parte di Santoro”. A tutto questo, hanno sottolineato Bianchi Clerici, Staderini, Urbani e Malgieri, “…si aggiunga che Cappon continua a sorvolare circa l’individuazione della responsabilità editoriale della trasmissione. E ciò consente al conduttore di ‘Annozero’ di rivendicare una dipendenza diretta dal solo direttore generale, in contrasto con precise regole aziendali”.

Infine, i quattro consiglieri Rai hanno espresso “…forte rincrescimento per quanto accaduto durante la trasmissione e piena solidarietà al ministro Mastella e al senatore Andreotti, entrambi vittime di un vero e proprio agguato mediatico”.

 

Aspetti questi criticati anche dal Dg nella propria relazione al Cda. Cappon ha anche voluto sottolineare la reazione personale di Santoro in diretta Tv all’uscita del Ministro Mastella dal programma e ha riferito di aver incontrato il giornalista insieme al direttore di Rai2 Antonio Marano e al vicedirettore Giancarlo Leone e di avergli mosso critiche che formalizzerà in una lettera.  

 

Il Dg ha anche riferito che Santoro si è impegnato a creare le condizioni perché la ‘posta prioritaria’ di Travaglio consenta effettivamente la possibilità di contraddittorio. Secondo quanto riportato da Cappon al Cda, il giornalista si sarebbe inoltre scusato per la reazione personale avuta al momento dell’uscita del Ministro Mastella e si è impegnato a un comportamento più consono all’informazione del servizio pubblico.

 

Il giornalista ha fatto sapere di aver ribadito al direttore generale “…l’assoluta correttezza dei miei comportamenti prima, durante e dopo la trasmissione. Attendo ora – ha detto – la sua lettera con fiducia per rispondere nel merito agli appunti che mi verranno rivolti e apportare tutte le modifiche eventuali che potranno migliorare la qualità del programma”.

“…Illazioni e interpretazioni diverse riguardo ai miei atteggiamenti – ha concluso il giornalista – non corrispondono alla realtà”.

 

Anche il Consigliere Angelo Maria Petroni, in un’altra nota, ha ritenuto che “…le spiegazioni e le proposte avanzate sulla questione dal Direttore generale nella seduta consiliare … siano state inadeguate, e comunque siano largamente insufficienti di fronte all’obbligo di far rispettare le norme che garantiscono il pluralismo, la correttezza e l’obiettività dell’informazione del servizio pubblico radiotelevisivo”.

 

Anzi il consigliere Giuliano Urbani si è spinto oltre e ha spiegato: “…Siamo al blocco totale, do sempre più ragione a Prodi”, anche se poi ha aggiunto che “…La Rai e il Cda non sono autobloccati”. A suo avviso a bloccare il Consiglio è “…una doppia spada di Damocle: da una parte la riforma Gentiloni di cui non si conoscono bene i contenuti”, dall’altra “…una direzione generale, quella di Claudio Cappon, che non è più in sintonia con il Cda“. Quindi Urbani si è spinto a dire: “…a questo punto o il Parlamento cambia il Cda o il Cda cambia il direttore generale perchè il Cda gli dà indirizzi che lui non segue”.

 

Dal centrosinistra replicano Nino Rizzo Nervo e Carlo Rognoni, che puntano il dito sopratutto sulle parole di Urbani.

“…Dà ragione a Prodi? Questa sì che è una notizia“, ha sottolineato con ironia Rizzo Nervo che ha aggiunto: “…se poi Urbani ritiene che il direttore generale debba essere cambiato, faccia la proposta al prossimo Cda che la voterà. Ma questa volta, come in tutte le società per azioni, a voto palese”. Ironia anche per la dichiarazione di Rognoni che parla di “…urla da tribù di indiani”.

“…Mi pare che da parte della Cdl in Cda – ha detto – ci sia una sfida plateale al Governo e al direttore generale, dopo l’episodio della riconferma della fiducia da parte dell’azionista a Cappon. Ma non capisco dove vogliano arrivare”.

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