Italia
Superare il digital divide, lanciando un piano per l’Italia digitale che coinvolga, con una visione di sistema Istituzioni locali, Sindacati, Associazioni imprenditoriali e dei Consumatori, Università e tutto il mondo della formazione.
Questi alcuni degli argomenti chiave evidenziati da Confcommercio nell’ambito del Convegno che l’associazione ha organizzato a Roma sull’Innovazione e il divario digitale.
L’appuntamento è stato anche occasione per illustrare i dati della Ricerca sul “Digital Divide nella micro e piccola impresa italiana“, promossa da Confcommercio e realizzata da Freedata.
La Ricerca è stata realizzata attraverso un’indagine campionaria che ha coinvolto più di 3.300 micro e piccole Imprese: tra di esse il peso delle ditte individuali (un singolo addetto) è di rilievo sia nel segmento analizzato (62,5%), sia sul totale del sistema economico italiano (58,6% ).
Presenti ai lavori, oltre al presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali, Linda Lanzillotta, il Sottosegretario per le Riforme e Innovazioni nella PA Beatrice Magnolfi e Umberto Paolucci, Senior Chairman Microsoft Europe Middle East Africa e Vice President, Microsoft Corporation.
In Italia l’accesso alle nuove tecnologie è “…prerogativa delle medie e grandi Imprese“, una situazione che deve destare “allarme” visto che “le micro Imprese, quelle cioè con meno di dieci addetti, rappresentano circa il 95% del tessuto economico del Paese”. E’ il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a intervenire così sul digital divide nella piccola impresa italiana. Secondo quanto emerge dalla Ricerca, infatti, le ditte individuali con almeno un personal computer sono il 66,9% del totale, percentuale che balza all’83,7% nelle Imprese con numero di addetti compreso fra 2 e 5, per arrivare poi (con salti tra fascia e fascia di entità via via decrescente) alla quasi totalità per le Imprese tra i 20 e 50 addetti.
Nel complesso del target analizzato (le Imprese con meno di 50 addetti) le Imprese con almeno un Pc sono pari al 73,8%, percentuale che assume però declinazioni differenti in funzione del settore merceologico. Con un livello tecnologico più avanzato emergono i Servizi e soprattutto il Commercio all’Ingrosso (la percentuale di aziende con almeno un Pc è pari rispettivamente all’84,5% e al 91,8%), mentre più arretrati risultano i Pubblici Esercizi (penetrazione del Pc pari al 66,5%) e il Commercio al Dettaglio (55,3%).
Di fronte a questa situazione, Confcommercio ha chiesto con il “Manifesto dell’Innovazione” di “…rilanciare il sistema Paese attraverso la presa di coscienza della crescente terziarizzazione dell’economia italiana. Non si può più contrapporre e preferire il modello manifatturiero, alla realtà di un’economia terziaria in continua espansione”, si legge nel documento presentato ieri, dal quale si evince la necessità di “…una campagna informativa accompagnata da politiche di incentivazione alla formazione e di aggiornamento delle risorse umane. Formazione – ha concluso Sangalli – deve essere la parola d’ordine“.
Le piccole Imprese “…vanno sostenute nel processo di scoperta e appropriazione dei benefici dell’Innovazione, con tutte le misure utili. La sfida è quella di indirizzare le agevolazioni per l’Innovazione anche verso i processi evolutivi delle tecniche distributive e dell’organizzazione aziendale, per introdurre sul mercato nuove tipologie di vendita, nuove forme di integrazione logistica e modalità di approccio al cliente nuove e diverse rispetto a oggi”.
In questo ambito può giocare un ruolo decisivo “anche l’industry Ict, a cui – ha detto Sangalli – rivolgo un appello affinché si portino le tecnologie vicino alle Imprese – soprattutto alle PMI – che devono trovare il modo di integrare l’uso dell’informatica nei processi produttivi, migliorando la loro efficienza e cercando di ottenere maggiore benessere”.
Nel suo intervento il Ministro Gentiloni ha sottolineato l’importanza di “….affermare il diritto di accesso alla rete come diritto universale”, ponendoci “…l’obiettivo di rendere diritto universale l’accesso alla banda larga, come in passato lo sono stati le poste o
Per raggiungere questo traguardo, ha detto il Ministro, bisogna intensificare “…l’infrastrutturazione con fondi statali, regionali e degli enti locali“, perché “…in Italia dobbiamo ancora lavorare sui servizi di base“, visto che “…il tasso di alfabetizzazione informatica è leggermente più bassa della media Ue“, mentre sulla IPTV, la Tv mobile, “…siamo tra i Paesi che sono più avanti“.
“…La banda larga – ha poi detto Gentiloni a margine del convegno – è decisiva e strategica soprattutto per le piccole e medie Imprese”.
Sostenendo che il Governo è impegnato a ridurre il digital divide e quindi “…a completare la rete per aumentare l’accesso alla banda larga sia per la rete fissa che per quella radio, e pensiamo che nel corso della legislatura si può arrivare a ridurre le zone ancora escluse a zone molto marginali”.
Entro l’estate prenderanno il via le prime gare per le licenze WiMAX, ha detto Gentiloni, informando che “…Il Governo sta procedendo abbastanza speditamente sul versante dell’accesso alla banda larga senza fili, cioè quello attraverso le comunicazioni radio WiFi e WiMAX. Il ministero delle Comunicazioni e quello della Difesa hanno raggiunto nelle scorse settimane un accordo sulle frequenze e stiamo definendo gli aspetti tecnici. Aspettiamo che siano terminate le consultazioni dell’Authority Tlc per definire le linee guida della gara dopo di che nel giro di pochi mesi, entro l’estate, ci saranno i bandi di gara per le licenze”.
Quanto all’importo il Ministro non ha fatto cifre ma ha osservato che “…queste gare non saranno come quelle per l’Umts. L’ordine di grandezza economico sarà molto inferiore. Tanto per fare un esempio – ha aggiunto – in Francia e in Germania gli importi sono stati compresi fra 50 e i 100 milioni di euro. Quello che interessa al Governo è mettere il tema del contrasto al digital divide al centro di questa gara: la priorità è la copertura del territorio”.
Sull’ipotesi ventilata di recente di scorporare la proprietà dalla gestione delle reti Tlc, Gentiloni ha detto che per questi casi non si può parlare di “ripubblicizzazione” della rete, perché “…sarebbe un errore“, ma piuttosto della “…possibilità per la Pubblica amministrazione di avere accesso alla rete per rendere più efficienti servizi come la sanità“. “…Una PA più veloce – ha concluso il Ministro – rende meno complicata la vita alle Imprese; ciò è importante, per le PMI, per il disbrigo delle pratiche burocratiche”.
Il Sottosegretario per le Riforme e Innovazioni nella PA, Beatrice Magnolfi, si è soffermata invece sulla burocratizzazione della pubblica amministrazione. “…Licenziamo pure qualche fannullone – ha commentato la Magnolfi – ma il problema è premiare chi merita. Questa sarebbe la vera, grande riforma della pubblica amministrazione”.
Il Sottosegretario, dopo aver descritto il livello di informatizzazione nella PA, ha sottolineato che l’auspicio è quello di realizzare una maggiore “meritocrazia“
L’informatizzazione c’è stata, ha aggiunto, “…ma non ha prodotto innovazione”. E ha spiegato che “…non è mettendo un computer in più sul tavolo che si produce automaticamente innovazione”.
Il problema è semmai, ha chiarito il Sottosegretario, farlo utilizzare adeguatamente al personale, perchè “…non basta avere tre caselle di posta elettronica” se poi gli atti ufficiali devono essere comunque “spediti per posta”. Per questo, ha concluso la Magnolfi, sono stati introdotti degli incentivi retributivi ai dirigenti che innovano e, dunque, che meritano.
Il Ministro per gli Affari regionali, Linda Lanzillotta, nel suo intervento al Convegno ha informato che “…Il Governo sta cercando di fare sistema contro il digital divide. Questo è uno degli scopi per cui è stata attivata la Commissione per l’Innovazione tecnologica nelle Regioni e negli Enti locali”. Per il Ministro Lanzillotta, bisogna insistere sulla “…copertura dell’infrastruttura tecnologica per i territori, soprattutto montani“, in modo che questi possano far “…decollare il turismo o i servizi di telemedicina“, e “mantenere” sul posto gli attuali livelli di “…popolazione e far sì che questi territori rimangano vitali”.
Umberto Paolucci, Senior Chairman Microsoft Europe Middle East Africa e Vice President, Microsoft Corporation, ha parlato di una nuova “…stagione di progettualità condivisa” per trasformare il fenomeno dell’era digitale in opportunità per il nostro Paese e le nostre aziende.
Per superare il fenomeno messo in luce dalla Ricerca della Confederazione, Paolucci ha proposto un “decalogo” tra i cui punti principali figurano la formazione e la diffusione della cultura dell’Innovazione.
Per l’executive di Microsoft occorre “…valorizzare e migliorare la centralità delle persone nei processi aziendali“, facendole crescere anche con gli strumenti informatici, mentre in generale bisogna “…sviluppare un ecosistema informatico in grado di fornire soluzioni semplici“. E, ancora, secondo Paolucci occorre “…diffondere una cultura di Innovazione presso le PMI con un piano sinergico fra i principali attori sia pubblici che privati“, nonché favorire l’integrazione delle aziende nell’utilizzo intelligente delle reti informatiche. Soprattutto occorre “…investire in formazione tecnologica e professionale per far crescere il ‘saper fare’ nell’epoca di internet”.
Paolucci ha ricordato inoltre che solo una piccola percentuale delle aziende italiane conosce le fonti di finanziamento possibili in Italia o presso