Lo scontro

DMA, l’Ue rischia nuovi dazi da Trump se strapazza le Big Tech

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Una serie di decisioni contro Apple, Meta e Google potrebbe aprire un nuovo fronte nella guerra commerciale fra Ue e Usa. Come sarà applicato il Digital Markets Act?

Come sarà applicato il Digital Markets Act della Ue, in maniera morbida o severa nei confronti delle Big Tech? È questa la domanda che si fanno al momento centinaia di sviluppatori, in attesa di capire che aria tira a Bruxelles.

Il Digital Markets Act è già finito sotto il fuoco delle critiche del presidente Usa Donald Trump e quello attuale sembra il momento meno adatto per la Ue di attaccare le Big Tech americane.

Ma a cominciare da oggi la Commissione Ue dovrà rispettare una serie di scadenze per decidere se Apple, Meta e Google hanno violato le leggi sulla concorrenza digitale dell’Unione; decisioni che, almeno sulla carta, potrebbero comportare per le Big Tech sanzioni fino al 10% del fatturato dei loro ricavi globali. Lo scrive il sito specializzato Politico.eu, sottolineando che appunto il timing non è propizio.

Il timing non è dei migliori

Nelle ultime settimane, il Digital Markets Act europeo è stato aspramente criticato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha paragonato la normativa ad “un’estorsione all’estero” delle aziende americane. La Casa Bianca è arrivata al punto di minacciare tariffe aggiuntive in risposta alla regolamentazione tecnologica dell’UE.

Ma la Commissione a questo punto non può esimersi. Ha tempo fino al 19 marzo per dire ad Apple cosa deve esattamente fare per aprire i suoi prodotti e servizi ai concorrenti.

Big Tech tema delicato

Di norma, non ci sarebbero discussioni nell’applicare la legge. Ma ogni decisione di censura nei confronti delle Big Tech, pur nella cornice del DMA, rischia di indisporre ulteriormente Trump, che non più tardi della scorsa settimana ha definito Apple “una grande azienda”.

Ma la Commissione inizia a scontrarsi con le scadenze per concludere le molteplici indagini di non conformità durate un anno contro Apple, Meta e Google.

I funzionari dell’UE hanno ripetutamente promesso che le decisioni arriveranno presto, almeno per Apple e Meta, spinti dalle lamentele di utenti come Epic Games e Spotify, che affermano che gli sforzi di conformità delle Big Tech fino ad oggi sono insufficienti.

Approccio morbido sarebbe criticato

“La Commissione affronterebbe molte critiche se fosse percepita come se stesse adottando un approccio deliberatamente “morbido” per ragioni geopolitiche”, dice Zach Meyers, direttore della ricerca presso il think tank Centre on Regulation in Europe.

Consapevole della geopolitica tesa, la leadership dell’esecutivo ha cercato nelle ultime settimane di appianare le tensioni insistendo sul fatto che il suo approccio non è antiamericano. “[Il DMA] non prende di mira le aziende statunitensi”, hanno scritto i commissari europei Teresa Ribera e Henna Virkkunen a un legislatore statunitense all’inizio di questo mese, sottolineando che l’obiettivo dell’UE “è garantire la conformità, non emettere multe”.

6 casi aperti per possibile violazione del DMA

L’UE ha attualmente sei casi aperti contro Apple, Meta e Google per non aver rispettato varie parti del DMA.

L’obiettivo principale è Apple, che deve affrontare tre indagini per non aver rispettato il DMA, oltre all’ordine della Commissione di aprire i suoi dispositivi ai rivali.

La prossima settimana, la Commissione dovrebbe finalizzare una di queste indagini, sulle regole di Apple per il suo app store. Gli sviluppatori di app sostengono che le attuali norme impediscono loro ingiustamente di allontanare i clienti dal sistema di pagamento di Apple e dalle commissioni che l’azienda addebita agli sviluppatori.

Anche Meta sotto indagine

Il prossimi caso potrebbe riguardare Meta, sotto indagine sulle regole di pagamento o consenso, che la Commissione dovrebbe concludere nelle prossime settimane, e una seconda indagine Apple su una serie più ampia di questioni riguardanti il ​​suo app store, che dovrebbe essere completata quest’estate.

La risposta di Apple a una terza indagine sulle sue regole del browser è attualmente in fase di valutazione da parte della Commissione, con recenti modifiche accolte con favore dagli utenti. E Google continua ad affrontare due indagini sul suo servizio di ricerca verticale e sul suo app store.

La grande domanda è che tipo di azione intraprenderanno i funzionari.

“Le decisioni più importanti che saranno prodotte dalle procedure di non conformità sono in realtà i rimedi”, ha detto Ribera Martínez.

Impatto sul mercato

Centinaia di sviluppatori e fornitori di servizi digitali, sia americani che europei, stanno aspettando di vedere con quanta severità la Commissione applicherà le regole.

Molti hanno prodotti pronti da lanciare, ma soltanto dopo che la Commissione farà chiarezza su quali saranno le modifiche finali all’app store.

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