L’intervento di Lorenzo Mannelli, Director General Directorate General for Innovation and Technological Support (ITEC), European Parliament, a ‘CyberSEC2025 – AI, Crittografia Post-Quantum, Spionaggio e Geopolitica: il nuovo mondo della Cybersecurity’,è servito per fare il punto sulle minacce comunitarie, sul valore di CERT-EU e sul suo ruolo nella cooperazione informatica.
La complessità dell’Unione Europea si traduce nelle varie specificità che la caratterizzano. Dal punto di vista politico, come pure economico e finanziario, a seconda degli obiettivi.
“La sicurezza informatica è oggi soggetta ad un grande stress. Per crescere, dunque, sia tra gli Stati dell’Unione Europea che con i partner globali servono partenariati”, ha detto Mannelli. Fra le minacce principali c’è il cyberspionaggio nel 44% dei casi.
Su questo, Mannelli ha evidenziato come a livello E, le istituzioni debbano proteggersi dagli attacchi. Il valore dei dati e delle informazioni deve portare la soglia di attenzione ai massimi livelli. “Gli attacchi colpiscono soprattutto le infrastrutture critiche delle entità europee. L’energia, le telecomunicazioni e i trasporti”, ha detto.
Nell’Unione Europea, CERT-EU e la sua formalizzazione sono stati un passo decisivo. Questa organizzazione sta contribuendo a strutturare la resilienza cyber dell’Unione e i livelli interni di democrazia.
CERT-EU, partner della NATO, sta mettendo a sistema tutte le misure di risposta agli incedenti e alle vulnerabilità, integrando la componente geopolitica dell’Unione.
Il target è quello di attribuire un 10% delle risorse ICT del bilancio alla cybersicurezza. “Nessuno si può difendere da solo”, aggiunge Mannelli.
Sono 600 gli attacchi finiti sotto l’attenzione del CERT EU nel 2024, a fronte di 110 attori malevoli importanti individuati. 15 gli incidenti significativi registrati nel 2024. Gli obiettivi principali sono la Difesa e target legati alla diplomazia.