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Robot umanoide tenta di dare una ‘testata’ ad una donna in Cina, il video

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L’incidente con che ha visto protagonista Unitree H1 nella città cinese di Taishan è un campanello d’allarme e con la crescente diffusione dei robot umanoidi, la sicurezza deve diventare una priorità assoluta.

Il caso di Taishan, il robot H1 tenta di colpire con una testata una donna del pubblico

Fa impressione il video ormai virale di un robot in Cina che sembra quasi aggredire una o più persone in una manifestazione di piazza nella città di Taishan, durante il festival delle lanterne nella provincia del Guangdong.

Il robot umanoide Unitree H1 si avvicina alle transenne dietro le quali si trovavano centinaia di persone quando all’improvviso tende a spingersi contro una donna, effettuando un movimento rapido e violento, simile al tentativo di dare una testata a qualcuno, per poi essere bloccato dalla polizia e riportato indietro.

Non è possibile stabilire dal video se si tratti davvero di un malfunzionamento meccanico della macchina o se magari il robot, avvicinandosi troppo, abbia in realtà inciampato sui piedi della barriera metallica.

È bene sapere che Unitree H1 è uno dei robot umanoidi più grandi e potenti in circolazione. Secondo la casa madre, il modello più avanzato è alto un metro e ottanta centimetri per 70 kg di peso, in grado di muoversi alla velocità massima di 2 metri al secondo (la versione più leggera 3,3 metri al secondo, record mondiale per la categoria robotica).

Un caso inquietante che pone dei seri problemi di sicurezza

D’altronde non si tratta di robotica automatizzata, ancora, ma di mezzi teleguidati da remoto o in loco. C’è quindi sempre un uomo dietro un robot, almeno per il momento.

Felici di apprendere che nessuno sia rimasto ferito, possiamo archiviare questa storia come fatto curioso e forse inquietante, soprattutto per quello che potrebbe avvenire nei prossimi anni, quando l’industria robotica e l’intelligenza artificiale promettono l’arrivo dei primi veri robot umanoidi automatizzati e in grado progressivamente di prendere decisioni autonome.

È chiara fin da subito la necessità di una maggiore regolamentazione in un settore in rapida crescita. L’assenza di standard di sicurezza e di regole chiare sulla responsabilità dell’operato di queste maccchine, lascia il pubblico esposto a rischi imprevedibili. Con le vendite di robot umanoidi destinate a impennarsi nel prossimo decennio, i legislatori devono agire rapidamente.

Se un robot fa un danno chi ne è responsabile?

Una delle questioni più urgenti da affrontare è la responsabilità. A differenza dei veicoli autonomi, per i quali esistono quadri giuridici specifici sugli incidenti, i robot umanoidi operano attualmente in una zona grigia dal punto di vista legale. Se un robot telecomandato ferisce qualcuno, di chi è la colpa, del produttore, dell’operatore o del programmatore?

Questo interrogativo è emerso in una causa in Florida che ha coinvolto Intuitive Surgical, la cui macchina chirurgica avrebbe determinato delle lesioni fatali di una paziente nel 2022. Il caso, archiviato nel 2024, ha rivelato le incertezze giuridiche che circondano la robotica. Problemi simili o anche maggiori potrebbero sorgere se i robot umanoidi causassero danni in spazi pubblici, senza un quadro di responsabilità definito.

La necessità di regolamentazione

A differenza dei droni, regolamentati da severe leggi sull’aviazione, i robot umanoidi operano senza restrizioni specifiche.

L’unico lavoro normativo esistente proviene da Shanghai, dove nel 2024 sono state introdotte linee guida che impongono ai produttori di garantire che i robot non rappresentino una minaccia per la sicurezza e che gli utenti ricevano una formazione etica.

Robot sicuri by design

Oltre alle normative, i produttori devono assumersi la responsabilità di costruire robot più sicuri a partire dalla fase di progettazione: sicuri by design. I progetti attuali puntano su estetica e mobilità, ma spesso trascurano caratteristiche essenziali per la sicurezza.

Possibili azioni tese a migliorare questo aspetto chiave della robotica umanoide e non sono: barriere protettive o esoscheletri di sicurezza per minimizzare l’impatto in caso di collisioni; meccanismi di ammortizzazione per assorbire eventuali urti accidentali; segnalazione delle intenzioni, come luci o suoni, per avvisare le persone dei movimenti del robot ed evitare sorprese improvvise;  spegnimento di emergenza automatico, simile a quello presente nei droni, per impedire ai robot di continuare a funzionare in caso di malfunzionamento.

L’incidente con l’Unitree H1 è un campanello d’allarme e con la crescente diffusione dei robot umanoidi, la sicurezza deve diventare una priorità assoluta. Governi, produttori e operatori devono collaborare per stabilire regolamenti, migliorare gli standard di progettazione e garantire un’adeguata formazione.

Senza misure preventive, rischiamo di assistere a un numero crescente di episodi simil e forse a conseguenze ben più gravi che un forte spavento.

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