Telecom Italia: la difesa dell’italianità? Per Guido Rossi una ‘bufala’. Intanto France Télécom smentisce interesse

di Alessandra Talarico |

Italia


Guido Rossi

L’operatore transalpino France Télécom non è interessato al dossier Telecom Italia. Lo ha fatto sapere il direttore finanziario del gruppo in occasione della presentazione dei risultati finanziari relativi al primo trimestre 2007, chiuso con un fatturato in crescita dell’1,8% a 12,8 miliardi di euro.

 

“La riconfigurazione dell’azionariato di Telecom Italia è principalmente un problema del capitalismo italiano”, ha affermato Gervais Pellissier, sottolineando che il gruppo non nutre  “appetiti per la partecipazione ad una operazione di questo tipo”, tanto più che  “le grandi fusioni e aggregazioni europee in questo momento non sembrano opportune”.

 

Pellissier smentisce dunque l’ipotesi sollevata dal Financial Times, secondo cui le banche italiane – Intesa Sanpaolo e Mediobanca – hanno di nuovo preso contatti con la spagnola Telefonica e con France Télécom per sondare il loro interesse a partecipare a una cordata di respiro europeo.

 

Secondo la stampa italiana invece, le due banche potrebbero presentare un’offerta per Olimpia già entro questa settimana, sempre che si riescano a sciogliere due nodi cruciali: quello del prezzo e della composizione della cordata, che potrebbe includere anche Capitalia e “forse” Generali per poi essere aperta anche a partner industriali.

 

Chissà dunque se questi partner saranno italiani o stranieri. Lo scenario appare ancora alquanto nebuloso ai più, ma non all’ex presidente Guido Rossi, che molti vorrebbero di nuovo a capo del gruppo.

Per Rossi, la difesa dell’italianità altro non sarebbe che una “bufala”. Il vero problema infatti non sarebbe la nazionalità dell’azionista di riferimento, quanto quello “di avere una struttura che funziona”.

Riguardo la sua uscita da Telecom Rossi ha, evidentemente, ancora il dente avvelenato anche se si limita a sottolineare che “le aziende che mi hanno chiamato erano già in crisi prima che arrivassi”. Le stesse aziende che poi lo hanno “cacciato via” quando la crisi stava per essere risolta.

Sull’eventuale suo ritorno alla guida della società, quindi, Rossi risponde con un laconico “…non so, dipende da chi me lo chiede e da come me lo chiede”, mentre sull’ipotesi relativa all’ingresso di Mediaset in una cordata italiana, “dipende da come ci entra, con quale partecipazione, anche perché ci sono regole molto precise dettate dalla legge Gasparri”.

 

“Per ora io continuo a fare il mio lavoro come prima e non cambia nulla. Telecom è stata per me una parentesi come lo è stata quella della sua privatizzazione e il mio incarico di Figc”, ha concluso Rossi che si trovava a Sesto San Giovanni a margine della presentazione in qualità di consulente per la sostenibilità economica al progetto di riqualificazione dell’ex area Falck.

 

Ben diverso il tono dell’attuale presidente Telecom, Pasquale Pistorio, che dalla sede di Confindustria tesse le lodi della società, definendola “una bella azienda con un grande valore tecnologico ed industriale” che deve essere trasmesso “al grande pubblico”.

 

Da Ponzano Veneto, dove si è svolta l’assemblea degli azionisti di Benetton Group, il presidente di Edizione Holding Gilberto Benetton ha invece confermato la disponibilità del gruppo “a partecipare a un nuovo progetto”, con una quota in Olimpia inferiore all’attuale 20%.

“Bisogna però vedere – ha poi aggiunto – i soggetti nuovi perchè ad oggi non ce ne sono”.

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