Le voci su possibili sviluppi nella vicenda Tim sollevano la preoccupazione dei sindacati, che chiedono lumi al Governo. E non potrebbe essere altrimenti, vista la ridda di voci che si susseguono per un possibile interessamento da parte di iliad e di altri soggetti, fra cui il fondo britannico CVC e Poste che a diverso titolo avrebbero manifestato interesse per rilevare quote nell’operatore. Ne abbiamo parlato con Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom Uil.
Key4biz. Voci di spezzatino di Tim. Cosa pensa il sindacato?
Salvo Ugliarolo. Siamo da sempre stati contrari a qualunque ipotesi di spezzatino di Tim, come siamo sempre stati contrari all’operazione di scorporo della rete. Su Tim, continuiamo ad essere informati soltanto da una grande moltitudine di voci di stampa. Siamo preoccupati perché dopo la cessione della rete ci aspettavamo un periodo più tranquillo intorno a Tim.
Key4biz. Da quello che si legge sui giornali, Iliad smentisce la scissione delle attività se eventualmente le cose andranno in porto. Vi convince?
Salvo Ugliarolo. Noi non siamo pregiudizialmente contrari a nessuna ipotesi, quello che ci preoccupa è l’esperienza già fatta pochi mesi fa con la scissione della rete. Tanti dicevano che il progetto era buono, ma noi come UIL non siamo mai stati convinti perché non si è mai discusso prima della sostenibilità e delle garanzie industriali del progetto. Oggi, a sei mesi da quell’operazione e dopo le dimissioni dell’ad di Fibercop Ferraris senza un piano industriale, non vorremmo che si ripetesse la stessa situazione con Tim.
Key4biz. Cosa chiedete al Governo?
Salvo Ugliarolo. Al Governo chiediamo un confronto politico chiaro sul futuro delle telecomunicazioni nel nostro paese. Qual è la visione e il piano industriale per il settore di questo Governo, che è lo stesso Governo che sei mesi fa ha avallato il progetto di scissione della rete Tim e che negli ultimi due anni e mezzo è stato molto sfuggente con il sindacato. L’ultimo incontro che abbiamo avuto risale a marzo del 2024. E’ passato quasi un anno, ma anche allora i ministri Urso e Calderone si erano impegnati a vederci regolarmente. Ma così non è stato.
Key4biz. L’incontro che avevate fissato per il 12 febbraio è saltato?
Salvo Ugliarolo. Sì, è stato derubricato a incontro tecnico. Ma di questo genere di incontri tecnici ce ne sono stati già molti, adesso è il momento di entrare nel vivo e capire a livello politico cosa pensa il Governo di questo settore delle Tlc, siamo a metà mandato e non abbiamo ancora capito quale sia la visione di Polazzo Chigi e del Mimit sul futuro di un settore strategico per il paese come le Tlc.
Key4biz. Il Governo vuole aspettare l’evolversi della situazione?
Salvo Ugliarolo. A furia di aspettare, le cose precipitano. Tanto più che il CCNL è scaduto da due anni e messo e che si stanno palesando contratti pirata, come quello del sindacato CISAL, senza controllo. Ma il contratto nazionale va garantito.
Key4biz. Tornando alle voci su Tim, il sindacato non avrebbe delle pregiudiziali nei confronti di iliad.
Salvo Ugliarolo. Noi a monte non abbiamo pregiudiziali nei confronti di nessuno. Ma non volgiamo ripetere l’errore commesso nel 2024 nell’operazione di cessione della rete Tim, quando non abbiamo avuto la possibilità di acquisire prima il progetto industriale e la sostenibilità dell’operazione, che a breve distanza ha subito degli scossoni forti. Poi, a distanza di sei mesi l’ad di Fibercop Ferraris si è dimesso, manca un piano industriale e siamo di nuovo a parlare di operazioni e di possibili OPA e spezzettamenti di Tim. Non facciamo lo stesso errore. Facciamo delle valutazioni preventive, condividiamole, per un’azienda che in pancia ha 17mila persone. Il Governo non si sottragga al confronto perché se ci ritroviamo a cose fatte senza un piano abbiamo perso tutti. Il Governo deve farsi carico di indirizzare il settore delle Tlc.
Key4biz. Cosa pensate di fare in assenza di risposte da parte del Governo?
Salvo Ugliarolo. Noi abbiamo necessità di conoscere il piano industriale del settore Tlc. Abbiamo bisogno di avere garanzie sui livelli occupazionali di tutto il settore, a cominciare da Tim ma passando anche dal mondo dei call center, e abbiamo bisogno di chiarire la situazione del contratto nazionale delle comunicazioni. Altrimenti ci resta di fare una grande mobilitazione, per chiedere in questo modo queste risposte da parte delle Istituzioni.