Rumors

TIM, l’ipotesi spezzatino scuote il mercato. Ma che dice il Governo?

di |

Le voci di un possibile spezzatino di Tim si fanno sempre più insistenti e il mercato accoglie con favore questa ipotesi, che vedrebbe Iliad e il fondo britannico CVC interessati separatamente e a diverso titolo ad alcuni pezzi dell’operatore italiano.

Le voci di un possibile spezzatino di Tim si fanno sempre più insistenti e il mercato accoglie con favore questa ipotesi, che vedrebbe Iliad e il fondo britannico CVC interessati separatamente e a diverso titolo ad alcuni pezzi dell’operatore italiano. Dopo la separazione da Fibercop, sarebbe un ulteriore passo nella direzione dello sgretolamento dell’ex incumbent, che potrebbe avere forti ripercussioni su tutto il mercato delle Tlc anche in ottica di consolidamento.

Iliad e CVC, Le due ipotesi in campo

Iliad avrebbe dato mandato a Boston Consulting Group per valutare un’ipotesi di aggregazione con Tim. L’indiscrezione è riportata da La Stampa, che dice che la mossa del gruppo francese è ancora alle prime battute e potrebbe non realizzarsi. Il Corriere della Sera anche ipotizza che Iliad, del miliardario Xavier Niel, si stia muovendo verso Tim, avendo scelto Lazard come advisor e preso contatto con il ministero dell’Economia.

Oltre a Iliad, anche il fondo britannico CVC sta valutando un ingresso in TIM, con particolare interesse per la divisione dei servizi alle imprese (Tim Enterprise), che potrebbe integrarsi con Maticmind, società controllata dallo stesso fondo CVC e partecipata da Cdp, che a sua volta detiene il 9,81% di Tim.

E il Governo?

Il Governo non sarebbe in linea di principio contrario, anche se di mezzo c’è un potenziale problema occupazionale che coinvolge 17mila dipendenti. Una possibile problematica che fa il paio con l’altra potenziale topica figlia della separazione dell’ex monopolista, vale a dire i circa 20mila dipendenti di FiberCop, da poco rimasta senza ad. Ieri il M5S ha fatto appello al Governo chiedendo chiarezza sulla sua posizione rispetto a queste voci che riguardano Tim, voci che preoccupano da tempo anche i sindacati, già in fibrillazione e da sempre contrari all’ipotesi spezzatino.

Quindi tutto bene?

La settimana prossima, il 12 febbraio, è prevista la comunicazione dei conti e del piano industriale 2025-2027 di Tim da parte dell’ad Pietro Labriola, che in passato si è sempre detto contrario all’ipotesi spezzatino. Ma l’ad deve fare in conti con una situazione complessa. La cessione di Sparkle al fondo spagnolo Asterion (che in Italia controlla Retelit) in tandem con il MEF va per le lunghe e il risarcimento da parte dello Stato del miliardo di euro per il canone non pagato del ’98 non avrà tempi brevi, visto che il Governo Meloni non sembra propenso a mettere mano al portafoglio. Il piano industriale dovrà quindi gioco forza contenere anche Sparkle. Il che imporrà il ricorso al golden power per eventuali negoziati di cessione della Business Unit Enterprise.

Bicchiere mezzo pieno

Secondo voci dal mercato (che vedono il bicchiere mezzo pieno e sperano nell’esito positivo del break up), i conti e l’Edibta iniziano a migliorare, nel piano industriale finalmente si ritornerà a parlare di dividendi dal 2025, anche perché ci sarà l’incasso del famoso miliardo dal Governo. O quanto meno verrà messo a bilancio nelle entrate.

Una volta che finalmente Sparkle sarà venduta ed assegnata, tecnicamente senza golden power, l’azienda potrebbe finalmente iniziare a considerare la divisione CONSUMER preda di ILIAD.

Cresce la spinta di un consolidamento nel settore soprattutto per la telefonia, con l’auspicio di un passaggio da 4 a 3 operatori. Resta da capire con quali conseguenze sulla qualità delle reti e sugli investimenti, per non parlare dei consumatori.

In questo senso, si parla soprattutto di ILIAD come potenziale acquirente o di Poste per una fusione con con TIM Consumer. Ipotesi, quest’ultima, rilanciata oggi anche dal Foglio, secondo cui “La società guidata da Matteo Del Fante sarebbe interessata a valutare una combinazione con Tim considerato anche che nei servizi telefonici è già presente da alcuni anni con Poste Mobile” scrive il giornale precisando che “Per adesso si tratta solo di un’ipotesi allo studio ma che potrebbe incontrare anche la non contrarietà del governo che considera il settore telefonico come strategico”. “Si potrebbe presentare come un’alternativa alla trattativa con Iliad anche se la compatibilità di un’aggregazione è tutta ancora da studiare nei numeri” aggiunge. Ma secondo il mercato sarà soprattutto ILIAD a sferrare il colpo.

Labriola è chiamato dagli investitori a preservare l’investimento, oramai critico da anni, ma la speranza di  tornare ad una fase positiva è diffusa.

L’incognita Vivendi

Resta da capire cosa pensa di tutto questo Vivendi, primo azionista di TIM con il 23,75%, e CDP che detiene il 9,8%. Scrive il Corriere Vivendi ha valutato la cessione della propria quota ai fondi, ma senza accordi sul prezzo. Inoltre, i rapporti tesi tra Vincent Bolloré e Xavier Niel, leader di Iliad, complicano ulteriormente il negoziato. Se la vendita dovesse tardare, Vivendi potrebbe rivedere la propria strategia e assumere un ruolo più attivo nella gestione di TIM.

Labriola contrario allo spezzatino

Labriola è contrario allo spezzatino e quindi al lancio di un’eventuale Opa non vincolante, già rispedita al mittente quando arrivò per tutto il gruppo da parte di KKR a 0.505 dicendo che era troppo bassa.

Ma nel contempo l’ad di Tim è favorevole al consolidamento degli operatori, ed è anche per questo che è stato l’artefice dello smembrato dell’ex monopolista cosi da operare tranquillamente sulle varie società.

Che voglia far accorpare TIM CONSUMER con ILIAD O POSTE è quasi d’obbligo, secondo alcune fonti, che vedono nella cessione la business unit Consumer l’unico modo per salvare il ramo meno profittevole dell’albero attuale, che porta ancora perdite. Perché tutte le altre Business Unit quali Brasile, Telsy, Noovle portano utili a differenza del Consumer.

Le intenzioni di CVC

Al contrario, CVC avrebbe in mente un’Opa su tutto il gruppo. Ma Labriola non sarebbe favorevole. Favorevole a meno che questi non lancino un’OPA a 0.70/0.80. Ma un’OPA con SPARKLE nel perimetro è sempre soggetta a golden power.

Invece un consolidamento CONSUMER da parte di iliad avrebbe mani libere.

Resta da capire a quali condizioni Vivendi sarebbe interessata a fare uno spezzatino almeno per recuperare qualcosa, si parla di 1,5 miliardi di euro, per cedere la sua quota.

Cdp ha in carico la sua quota del 10% a €0.65.

Intanto, anche l’AIIP dice la sua sull’ipotesi di spezzatino di Tim: “E’ da sempre un’operazione finanziaria”.

Tim: interesse iliad per il gruppo, non c’è intenzione spezzatino e licenziamenti

iliad sta studiando un’operazione di consolidamento guardando a tutta Tim, non ha intenzione di fare uno spezzatino e non ha in vista licenziamenti. E’ questo, secondo Radiocor, il messaggio della società di tlc al Governo italiano nei due incontri che sono avvenuti nei giorni scorsi a Palazzo Chigi e al MEF.

I francesi sono stati rappresentati da Benedetto Levi, amministratore delegato di iliad Italia, e Thomas Reynaud, ad del gruppo. Sempre secondo l’agenzia, il gruppo francese ha sottolineato con gli esponenti del Governo italiano la necessità di arrivare a un ulteriore consolidamento nel settore delle tlc.

Necessità peraltro già sostenuta anche dai Ceo delle altre principali aziende, da Pietro Labriola di Tim a Gianluca Corti di WindTre. In precedenza, iliad ha provato ad acquisire Vodafone Italia, poi comprata da Swisscom per fonderla con Fastweb.

In quel caso non c’erano stati preventivi incontri con il Governo ma, stando sempre a quanto si apprende, iliad è ben consapevole del ruolo di sistema e strategico che l’ex incumbent svolge e sempre ha svolto in Italia. Per queste ragioni ha inteso sondare l’esecutivo.

Dal MEF massimo riserbo su questi incontri. Anche il fondo Cvc, che controlla MaticMind (società sottoposta a golden power e controlli del Copasir) ha incontrato i rappresentati del Governo. In passato Cvc ha mostrato interesse per Tim e in particolare sulla parte Enterprise su cui aveva fatto un’offerta.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz