Ricerca: il caso del trasferimento tecnologico di origine spaziale nel nuovo libro di F. Biscotti e M.S. Ristuccia

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Riportiamo di seguito l'introduzione di Sergio Ristuccia al libro 'Trasferire tecnologie. Il caso del trasferimento tecnologico di origine spaziale in Europa' di Fabio Biscotti e Marco Saverio Ristuccia, Edizioni Marsilio.

Europa


Sergio Ristuccia

Questo libro nasce da una ricerca condotta nel corso del 2003 per conto dell’European Space Agency, Technology Transfer Programme. Scopo della ricerca era ripercorrere sistematicamente esperienze e problematiche del trasferimento tecnologico di origine spaziale, certo già altre volte indagate, con gli occhi di un gruppo di studiosi di diverse discipline che al tema si affacciava per la prima volta.

Il Rapporto è stato via via aggiornato, arricchito, riscritto con l’idea di non farne un testo di sistemazione della materia, certamente inadatto al naturale rapido evolversi delle esperienze, ma un ampio canovaccio di raccolta di informazioni e opinioni su un aspetto importante della cosiddetta space economy: quello dell’apporto della ricerca tecnologica spaziale al sistema economico in generale soprattutto in termini di trasferimento tecnologico.

In questo senso il libro è un’opera aperta perché sicuramente non esaustiva di tutte le esperienze rilevanti e ancor meno delle opinioni sui criteri di orientamento, politici e manageriali, da usare in materia.

 

In altri termini si tratta di un “documento di lavoro” che riteniamo importante proporre alla comunità dei vari soggetti interessati: gli amministratori locali e regionali che hanno a cuore lo sviluppo locale animato in buona misura dall’innovazione tecnologica; gli amministratori dell’industria spaziale, grande e piccola; gli uomini e le donne della ricerca universitaria; i responsabili di investimenti finanziari ispirati al criterio del “capitale paziente” e così via. Si dovrebbe dire che il discorso proposto è rivolto, anche e soprattutto, all’ampio mondo delle piccole e medie imprese che potenzialmente costituiscono la massa critica della domanda di innovazione tecnologica. Ma a questo proposito non bisogna cadere nei luoghi comuni. Se la parola chiave di ogni discorso sullo sviluppo economico è l’innovazione il contesto è spesso la ripetizione stanca ed acritica di frasi fatte. Frasi che spesso innestano un circolo vizioso, dato l’atteggiamento accertato di gran parte del mondo produttivo italiano, non naturalmente predisposto all’innovazione. È stato scritto di recente: “Per molti, in Italia, l’innovazione continua ad essere un optional, un esercizio accademico, un concetto un po’ astratto da guardare con diffidenza se non con ironia” (v. il Rapporto Ricerca e Business, su “Affari e Finanza ” di La Repubblica del 24 aprile 2006). Affermazione che trova un’importante riscontro nella ricerca diretta da Roberto Verganti e pubblicata in “Impresa & Stato” (n. 73, ottobre-dicembre 2005) con il titolo “Il trasferimento tecnologico nella prospettiva delle imprese”.

Ecco, l’indagine condotta non nasconde difficoltà e forti criticità del processo di trasferimento tecnologico. Fare i passi giusti verso la crescita non significa fare passi semplici e facili.

 

In realtà, il nostro “documento di lavoro”, rimanendo al caso del trasferimento tecnologico di origine spaziale e riconsiderando anche i vari tentativi dell’ESA di impostare programmi efficaci, si conclude con indicazioni propositive. A ciò siamo giunti partendo dalle due finalità dell’indagine: la prima, intendere se e quale ruolo può esserci in materia per una consulenza specializzata, ruolo sia di facilitazione dei processi di trasferimento tecnologico sia di intermediazione, specialmente nei confronti del mondo degli investitori; la seconda, mettere a fuoco la persistente necessità di un contributo pubblico e privato per rendere efficace la filiera del trasferimento tecnologico, bene identificando i momenti ed i passaggi cruciali dove una particolare sorta di partenariato pubblico – privato si deve realizzare.

 

Per questo il lavoro non ha ripercorso uno schema ortodosso di approccio al problema. Non si è partiti dalla logica disciplinare a cui si ispira l’ampia letteratura in materia, quali che siano le singole discipline (giuridiche, economiche o finanziarie) applicate, volta a volta, alla sfera del trasferimento tecnologico. L’apporto multidisciplinare è apparso quello più congruo per un contributo che ha fini eminentemente pratici.

 

In conclusione, il libro costituisce una buona preparazione per un dibattito, fortemente ispirato a facilitare iniziative concrete sul territorio, che potrà trovare sede presso il Consiglio italiano per le Scienze Sociali nel contesto dei lavori già svolti dal Consiglio. Da una parte, il Libro bianco su Tendenze e politiche dello sviluppo locale in Italia (2005) e, dall’altra, il Libro bianco su La valutazione della ricerca scientifica in Italia (2006) e quello sulla Crisi della grande impresa e nuove forme di imprenditorialità (in corso di pubblicazione).

 

La responsabilità del coordinamento, integrazione e costante aggiornamento dei materiali e, quindi, della stesura finale è di Fabio Biscotti, fin dall’inizio project manager dell’iniziativa e di Marco Saverio Ristuccia per quanto riguarda l’ampio capitolo IV e più in generale tutti gli aspetti, spesso assai problematici, concernenti le tecniche delle finanza applicate ai deals di trasferimento tecnologico.

Un particolare ringraziamento va al Professor Giorgio Petroni, autorevole suggeritore dell’impostazione teorica dei modelli di trasferimento tecnologico, nonché promotore della raccolta dei materiali concernenti le Agenzie spaziali. Uguale ringraziamento va ad Emanuele Li Puma che ha dato un contributo prezioso alla stesura del capitolo V dedicato alla materia contrattuale.

 

Il libro deve molto ai tanti altri che, in momenti diversi e per singole parti, hanno dato il loro contributo. Si ricordano in particolare Ada Becchi, Lorella Cucit, Massimo De Felice, Carlo des Dorides, Francesco Galante, Marco Pascucci, Carlo Ponzoni, Gianni Rondinella. Importante l’apporto critico di Sergio De Julio.

A tutti va il più vivo ringraziamento, ferma la responsabilità di quelli che firmano il libro nonché del sottoscritto nella sua qualità di supervisore dell’intera operazione.

 

Recensione del libro

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Sergio Ristuccia

Fabio Biscotti  

Marco Saverio Ristuccia

 

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