Italia
“…Noi non contestiamo l’Auditel, ha fatto tutto ciò che poteva per adeguarsi, l’unico problema che rileviamo è che non crediamo nella sua governance”. A riaprire il dibattito sul sistema di rilevazione degli ascolti è Fabrizio Piscopo, amministratore delegato di Sky Pubblicità, in occasione del Telefilm Festival di Milano.
“…E’ come se la finale della Coppa dei Campioni tra Milan e Liverpool fosse arbitrata da un inglese” ha commentato Piscopo, sottolineando che gli ascolti della Pay TV “…sono rilevati al 33% dall’Upa, il resto in pratica da Mediaset e Sipra, mentre noi auspichiamo un Auditel con tre componenti al 33%: una di tutte le emittenti comprese Sky Italia e La7, una di centri media, e una di tecnici indipendenti”.
In disaccordo il direttore di Auditel, Walter Pancini, che ha risposto: “…Il padrone virtuale dell’Auditel è l’Upa, che ci mette i soldi è poi chi sono questi famosi indipendenti? A livello internazionale non c’è una formula neutrale come quella dell’Uditel. Se esiste una rilevazione migliore della nostra ci adegueremo perché solo i paracarri stanno fermi”.
Piscopo ha però ribattuto che “…l’uso fatto dell’Auditel dai nostri concorrenti è strumentale, perché noi – ha spiegato riferendosi al cosiddetto nano share – non abbiamo mai venduto singoli canali, ma target diversi che passano per i nostri 56 canali, attraverso canali omogenei. Il tentativo di svilire il nostro share – ha concluso – è indice del timore che la Tv satellitare stia erodendo ascolti e fatturato a quella generalista”.
Sull’acceso confronto è intervenuto anche Luigi Colombo, direttore generale marketing Publitalia, che ha commentato: “…I dati di Sky danno ragione alla capacità del campione Auditel di rappresentare anche il ceto medio alto, infatti questi dati non eclatanti colgono diversità all’interno delle articolazione dei canali che un campione non adeguato non sarebbe in grado di cogliere”.
A favore di Auditel anche Stefano Colombo, direttore commerciale di Sipra, secondo il quale l’istituto “…ha fatto il suo dovere dando la possibilità di usare la pubblicità come leva industriale”.
Ricordando che “…l’Auditel gli esami li dà e li passa perché è secchiona” e che il suo istituto “…fa ciò che gli viene chiesto dall’Authority“, Pancini ha detto che “…abbiamo promesso all’Authority di fissare il panel control con parametri di raffronto per la Tv satellitare, metteremo nel campione un numero di famiglie rappresentative del fenomeno perché i player aumentano e – ha concluso – il satellite si porta via il 7%”.
Dal primo aprile anche i dati di ascolto dei singoli canali satellitari sono resi pubblici. Sommando i piccoli share – distribuiti su oltre 130 reti tematiche – si ha l’idea di un fenomeno che coinvolge 4, 17 milioni di abbonamenti a Sky Italia.
Dati piccoli rispetto alla Tv generalista, ma l’analisi da fare è più ampia e approfondita, visto che parliamo di tanti canali che accontentano diversi target, e dove spesso il massimo ascolto non si raggiunge in prima serata, perché non necessariamente corrisponde con l’orario in cui la maggior parte dei telespettatori sta davanti al televisore.
Tra i generi di maggiore appeal si confermano il cinema, i telefilm Usa e il calcio.
Ricordiamo che lo scorso gennaio la Corte d’Appello di Milano ha accolto il ricorso di Sky e di alcune emittenti satellitari che si erano opposte alla precedente decisione, che proibiva la pubblicazione di questi dati dall’aprile del 2005.
Il provvedimento è frutto di una precisa richiesta di Sky depositata lo scorso dicembre di cui il giudice ha riconosciuto la fondatezza, cancellando così il divieto di pubblicazione dei dati deciso nell’aprile 2005.
Nell’occasione, la Pay TV per voce del Responsabile comunicazione, Tullio Camiglieri, aveva espresso grande soddisfazione, sostenendo che la decisione restituiva al mercato “…un essenziale elemento di trasparenza, sia per le analisi editoriali che per la pianificazione pubblicitaria della piattaforma satellitare”.
Giusto per riportare gli ultimi dati, il 9 maggio la Tv satellitare ha registrato 7.472.235 spettatori unici durante le 24 ore, secondo i dati diffusi da Auditel. Lo share medio del satellite nell’intera giornata è stato del 7,3%, il dato sale al 10,3% se si considera il target commerciale 15-54 anni e al 17,2% nel target socio economico alto (AA). In prime time l’audience media del satellite è stata di 1.648.169 spettatori, con il 6,7% di share. Il dato sale al 9% se si considera il target commerciale 15-54 anni, e al 18% per la classe socio economica alta (AA).
Si conferma di rilievo, anche nella giornata, il dato sui bambini e i ragazzi: il 19,7% dei bambini tra i 4 e i 14 anni ha visto il satellite nella fascia compresa fra le 7 e le 9 del mattino e il 29,7% della stessa classe tra le 9 e mezzogiorno. In questa fascia oraria, la classe socio economico alta (AA) ha fatto registrare uno share del 20%. Nel complesso, lo share raccolto dal satellite tra le 9 e le 12 è stato del 9,1%.
Tra le 15 e le 18 lo share del satellite è stato del 10,9% e il dato sale al 25,4% se si considera la classe socio economico più alta (AA). Tra le 22.30 e le due di notte il satellite ha fatto registrare uno share del 9,3%. A questi vanno aggiunti gli appassionati che hanno assistito in diretta Tv all’incontro, nei 25 mila bar e locali pubblici abbonati a Sky, un pubblico, non rilevato da Auditel.