DeepSeek, una piattaforma di intelligenza artificiale generativa cinese, sta guadagnando rapidamente popolarità negli Stati Uniti nonostante le preoccupazioni di sicurezza legate alla sua gestione dei dati. Come evidenziato nella sua politica sulla privacy, DeepSeek trasferisce una quantità significativa di informazioni degli utenti verso server situati nella Repubblica Popolare Cinese.
Le tipologie di dati raccolti comprendono cronologie delle chat, input utente e informazioni personali come email, numeri di telefono e date di nascita. Questi dati vengono utilizzati non solo per il funzionamento del servizio, ma anche per migliorare i modelli AI e, potenzialmente, per soddisfare richieste legali del governo cinese, secondo la legislazione locale.
Oltre alla raccolta dati, DeepSeek è stato criticato per la censura di contenuti critici nei confronti della Cina e per la sua mancanza di trasparenza sulle modalità operative dei suoi modelli AI. Nonostante ciò, l’app è accessibile tramite dispositivi mobili, piattaforme desktop e interfacce web, attirando un ampio numero di utenti grazie alle sue capacità avanzate, comparabili a quelle di OpenAI.
Gli esperti sottolineano che, sebbene DeepSeek offra la possibilità di eseguire i modelli AI localmente per garantire maggiore privacy, la maggior parte degli utenti utilizza le versioni cloud, esponendosi così a rischi significativi per la privacy.
Le crescenti tensioni geopolitiche e le normative sulla sicurezza dei dati negli Stati Uniti e altrove potrebbero portare a restrizioni più severe contro piattaforme AI come DeepSeek, seguendo il modello del divieto imposto a TikTok.
Gli esperti avvertono che la combinazione di engagement personale e manipolazione potenziale dei dati potrebbe rappresentare una minaccia ancora maggiore rispetto ai tradizionali social media.
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Scontro tra leader dell’AI sulla sicurezza e il progetto Stargate da 100 miliardi di dollari
Al World Economic Forum di Davos, i principali leader nel settore dell’AI, tra cui Sir Demis Hassabis di Google DeepMind, Dario Amodei di Anthropic e Yoshua Bengio, hanno discusso animatamente sui rischi legati all’avanzamento incontrollato dell’intelligenza artificiale.
Al centro della controversia vi è il progetto infrastrutturale Stargate, promosso da OpenAI e SoftBank, che mira a costruire un’infrastruttura AI del valore di 500 miliardi di dollari. Questo progetto, presentato come essenziale per sostenere l’espansione delle capacità computazionali dell’AI, ha sollevato preoccupazioni sia per l’impatto sociale che per i potenziali rischi di abuso da parte di governi autoritari e aziende private. Hassabis e Bengio hanno espresso timori legati al superamento delle capacità cognitive umane da parte dell’AI, sottolineando la difficoltà di controllare sistemi così avanzati.
Al contrario, Yann LeCun di Meta ha criticato questa posizione, definendola ipocrita, e ha difeso i modelli open source come strumento per evitare una concentrazione del potere tecnologico in poche mani. Il progetto Stargate ha generato ulteriori tensioni tra OpenAI e Microsoft, storicamente partner strategici, con il rischio che questa collaborazione possa interrompersi.
Intanto, aziende come Meta, BlackRock e Microsoft stanno pianificando investimenti miliardari per sostenere la prossima fase di crescita economica legata all’AI, costruendo data center e infrastrutture energetiche su vasta scala.
Il dibattito riflette il crescente divario tra entusiasmo commerciale e preoccupazioni etiche, con molti esperti che invocano regole più rigide per prevenire un uso incontrollato dell’AI e i suoi potenziali rischi per la società e la governance globale.
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The Brutalist, AI e le manovre della campagna per gli Oscar
L’utilizzo dell’AI nel film *The Brutalist* ha suscitato dibattiti significativi durante la stagione degli Oscar 2025, sollevando questioni etiche e tecniche sull’impiego della tecnologia nel cinema.
La controversia ha avuto origine da un’intervista in cui l’editor del film, Dávid Jancsó, ha rivelato l’uso di uno strumento di clonazione vocale, Respeecher, per migliorare alcune parti dei dialoghi ungheresi interpretati da Adrien Brody e Felicity Jones.
Inoltre, è emerso che l’AI generativa è stata impiegata per creare disegni architettonici destinati alla sequenza finale del film. Mentre alcuni critici hanno accusato il film di dipendere eccessivamente dall’AI, altri hanno notato che l’uso è stato limitato e controllato, senza sostituire le interpretazioni umane né sottrarre opportunità a artisti reali.
La produzione ha chiarito che solo due immagini sono state generate con AI e che il resto dei materiali visivi è stato realizzato da artisti tradizionali. Tuttavia, l’associazione tra l’AI e un film che celebra la creatività umana ha generato un’ondata di reazioni negative sui social media, alimentando le tensioni attorno all’argomento.
Questa controversia mette in luce il crescente scetticismo nei confronti dell’AI, vista non solo come una minaccia etica ed ecologica, ma anche come una forza potenzialmente “anti-umana”. Tuttavia, per alcuni osservatori, l’attacco all’utilizzo di AI potrebbe essere stato orchestrato da campagne rivali per indebolire *The Brutalist* nella corsa agli Oscar.
Nonostante tutto, il dibattito riflette un più ampio confronto su come l’industria cinematografica dovrebbe adattarsi alle nuove tecnologie senza perdere la propria autenticità artistica.
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