Se il telefonino diventa anche nutrizionista. In Giappone lanciati test anti-obesità 

di Alessandra Talarico |

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Telefonia mobile

L’estate si avvicina e con essa sale la febbre della prova costume. Per aiutare a controllare l’apporto di calorie, in Giappone hanno chiamato in causa il telefonino, gadget ubiquo e multifunzionale che potrebbe aiutare una popolazione sempre più in sovrappeso a ritrovare la sua forma ideale.

 

Scherzi a parte, negli Stati Uniti, dove l’obesità è stata nel 2005 la prima causa di morte, alcuni ristoranti consegnano insieme al menù un ‘conto calorie’. In Giappone, dove la tecnologia la fa da padrona e l’hamburger è sempre più preferito al sushi, con tutte le conseguenze che questo comporta, è stato dunque lanciato un progetto pilota che consente alle persone che soffrono di malattie legate all’alimentazione di inviare una foto di quello che si apprestano ai mangiare a un team di dietisti che analizza le pietanze e invia di ritorno il responso. Nel primo anno del trial si sono iscritti al programma un centinaio di utenti, affetti in primo luogo da disturbi cardiaci, diabete e obesità.

 

I giapponesi, dice Satomi Onischi consigliere della città di Osaka – che per prima ha lanciato il progetto – “diventano sempre più grassi, soprattutto nell’età che va dai 20 ai 30 anni e c’è molta preoccupazione per quanto riguarda le scarse nozioni nutrizionali che ricevono da piccoli”.

 

Per Onischi, il programma potrebbe aiutare le persone a essere più consapevoli dei rischi legati a una scorretta alimentazione e a prevenire molte delle malattie ad essa correlate.

 

Il trial utilizza una tecnologia sviluppata dal produttore di dispositivi medicali Asahi Kasei Corp, operativo in circa 150 centri sanitari e municipalità giapponesi.

I nutrizionisti possono così analizzare le foto dei pazienti, che ricevono però la risposta nel giro di tre giorni. I partecipanti al progetto possono anche iscriversi a un sito internet su cui caricare le foto delle loro pietanze e ricevere ulteriori informazioni su una alimentazione salutare.

 

Un sistema simile è usato anche alla Kansai Medical University, sempre a Osaka: al programma – che costa 37 dollari di iscrizione più una retta mesile di 21 dollari – partecipano 5 persone.

Dai risultati di questi test preliminari emerge che il problema maggiore è quello di “sottostimare le porzioni” di alimenti provenienti dalla cultura occidentale – quali hamburger e patatine fritte – che sono le maggiori cause dell’obesità e delle malattie correlate.

 

Secondo le stime del ministero della Salute, lo scorso anno, circa la metà degli uomini giapponesi e una donna su cinque tra i 40 e i 70 anni – circa 20 milioni di persone – erano a rischio di sindrome metabolica, causata da un’alimentazione troppo spesso caratterizzata dal consumo eccessivo di proteine, grassi saturi, zuccheri e sale, cui si aggiunge una crescente sedentarietà e una sempre minore attitudine al movimento e all’attività fisica, sia sul luogo di lavoro sia nel tempo libero.

 

Il ministero spera di ridurre del 25% il numero di persone a rischio entro il 2015 e per questo ha chiesto aiuto al telefonino, uno strumento che è utilizzato ormai da tutti e che potrebbe a questo punto rivelarsi un prezioso alleato nella prevenzione delle malattie legate a una alimentazione sbagliata.

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