Il panorama delle comunicazioni satellitari è in forte fermento vista la presenza nell’arena di Elon Musk con la sua Starlink e di Jeff Bezos con il suo progetto Kuiper in via di sviluppo. In Italia intanto ferve il dibattito sull’ipotesi di utilizzare Starlink per comunicazioni istituzionali e sul campo, in ambito militare. Il Ddl Spazio all’articolo 26 prevede iniziative per l’uso nel nostro paese di frequenze e riduzione di interferenze tra reti operanti sul territorio nazionale.
La premessa, per quanto riguarda l’utilizzo dello spettro radio in generale, è che non si tratta mai di decisioni ‘nazionali’. Va quindi verificato prima cosa ha fatto e sta facendo l’Europa (RSPG) a riguardo, anche se i tempi dell’Europa potrebbero essere in ritardo rispetto alla “visione” di Elon Musk, che negli Usa ha già ottenuto l’ok per l’utilizzo della Banda E.
L’articolo 26: iniziative nelle more di regole internazionali
E’ vero che nulla è stato ancora deciso su un potenziale accordo del nostro paese con Elon Musk, ma leggendo l’articolo 26 del ddl Spazio Articolo 26 (Iniziative per l’uso efficiente dello spettro radioelettrico per comunicazioni via satellite) sembra emergere da parte dell’Italia la volontà di muoversi in autonomia sulla sperimentazione satellitare con “iniziative per l’uso avanzato dello spettro finalizzate, in attesa della pubblicazione di normative tecniche emesse dagli organismi internazionali a ciò preposti, all’adozione di modelli tecnici di coesistenza per la riduzione degli effetti di interferenza tra sistemi spaziali e sistemi terrestri; b) lo studio e la definizione di criteri per la riduzione delle interferenze tra reti satellitari diverse operanti nel territorio nazionale, per consentirne uno sviluppo armonizzato al crescere del traffico satellitare e dei nuovi servizi avanzati offerti”. Qui sembra implicito il riferimento a nuovi servizi satellitari in orbita bassa, in primis Starlink ma anche Kuiper di Amazon, che al momento non è ancora operativo.
Il contesto internazionale: al WRC-23 difficile compromesso su limiti di potenza per i satelliti
La situazione italiana si inserisce in un contesto internazionale complesso per quanto riguarda le comunicazioni satellitari. C’è un conflitto in essere, scrive il Financial Times, fra satelliti geostazionari (GEO) e satelliti non geostazionari (NGSO) di cui i satelliti in bassa orbita (LEO) come Starlink e Amazon fanno parte.
La World Radiocommunication Conference 2023 (WRC-23), svoltasi a Dubai a novembre del 2023, ha raggiunto un compromesso sul dibattuto tema dei limiti di potenza per i satelliti non geostazionari (NGSO). Questo compromesso consente studi tecnici sui limiti di Equivalent Power Flux Density (EPFD), ma esclude interventi regolamentari fino almeno al 2031.
Il dibattito sugli EPFD
Gli EPFD regolano la potenza dei segnali satellitari NGSO per evitare interferenze con i satelliti in orbita geostazionaria (GEO).
- I fautori della revisione (NGSO): SpaceX e Amazon ritengono che i limiti attuali, definiti oltre un decennio fa, siano obsoleti e penalizzino l’espansione delle loro costellazioni.
- Gli oppositori della revisione (GEO): Operatori come Viasat e SES temono che modificare i limiti possa destabilizzare il regime regolatorio che ha favorito lo sviluppo del settore.
Il compromesso del WRC-23
Il compromesso prevede:
- Avvio di studi tecnici sui limiti EPFD, i cui risultati saranno presentati alla WRC-27 (2027).
- Nessuna azione regolamentare fino almeno alla WRC-31 (2031).
Questa soluzione, sebbene frutto di intense negoziazioni, lascia insoddisfatti entrambe le parti:
- NGSO: Ritengono il rinvio troppo lungo per adeguare le regolamentazioni alle esigenze attuali.
- GEO: Considerano l’eventualità di modifiche già nel 2031 un rischio per la stabilità del settore.
Reazioni delle parti coinvolte
- Viasat: Accoglie con favore il compromesso, che garantisce più tempo per proteggere le reti GEO.
- Telesat: L’azienda canadese, che opera sia in GEO sia in NGSO (con il progetto Lightspeed in arrivo nel 2026), vede nel compromesso un’opportunità per eseguire studi tecnici necessari senza modifiche immediate.
- Amazon: Non ha commentato ufficialmente, ma aveva sostenuto la necessità di aggiornamenti normativi attraverso attività di lobbying.
Conclusioni
Il compromesso del WRC-23 rappresenta un equilibrio temporaneo tra esigenze contrastanti nel settore spaziale. Gli studi tecnici previsti forniranno dati essenziali per future decisioni, ma il dibattito sui limiti EPFD rimarrà centrale per l’evoluzione delle infrastrutture satellitari nei prossimi anni.
Aspetto | Dettagli |
---|---|
Attori principali | SpaceX, Amazon (Project Kuiper), Viasat, SES |
Oggetto della disputa | Modifica dei limiti di potenza per le trasmissioni satellitari LEO |
Implicazioni per l’industria | Maggiore capacità di trasmissione per Starlink, possibile interferenza con i satelliti GEO |
Preoccupazioni politiche | Rischio di monopolio, concentrazione del potere tecnologico in un singolo attore privato (Musk) |
Azioni regolarie previste | Riforme lente e rinviate, possibilità di nuove regolazioni solo dopo il 2031 |
Romania apripista in Europa
ANCOM, l’autorità di Bucarest, insieme al Ministero della Difesa Nazionale della Romania e SpaceX, ha condotto il primo test al mondo per dimostrare che i sistemi satellitari non geostazionari (NGSO) della rete Starlink possono operare senza interferire con i satelliti geostazionari (GSO), anche con limiti di densità di flusso di potenza (epfd) più elevati. I dati raccolti dal test contribuiranno agli studi in corso sull’epfd e alle revisioni delle normative internazionali sulle comunicazioni satellitari.
Obiettivi e contesto
- Le attuali normative epfd risalgono a oltre 25 anni fa e stabiliscono limiti per prevenire interferenze tra sistemi GSO e NGSO. Tuttavia, questi limiti sono considerati inefficienti e obsoleti.
- Durante la World Radiocommunication Conference (WRC-23) di Dubai, è stato deciso di avviare studi tecnici per esaminare la possibilità di modificare questi limiti, con l’obiettivo di bilanciare la protezione dei sistemi GSO e l’efficienza dei sistemi NGSO.
Si tratta forse di un precedente?
Si rischia così di rompere un fronte europeo condiviso sull’uso dello spettro per il satellite?
Negli Usa Banda E per i satelliti di Starlink
Detto questo, la seconda generazione di satelliti Starlink utilizza, oltre alle bande Ka e Ku anche la banda E (70-80 GHz). Banda E indicata anche per l’uso dei dirigibili e palloni per la connettività.
Si tratta di frequenze che assicurerebbero una banda larghissima, ma che sono maggiormente soggette ad attenuazione atmosferica. Starlink le ha chieste ed ottenute l’anno scorso dall’FCC, il regolatore Usa, dichiarando poi che “l’uso in backhauling di questo spettro ha aumentato di 4 volte la capacità”, senza specificare come. Resta da capire perché Musk abbia chiesto l’uso della Banda E, frequenze che più di altre sono ostacolate dalla pioggia e dal maltempo in generale.
SpaceX ottiene approvazione condizionata per l’uso della banda E
SpaceX ha ricevuto l’approvazione condizionata dalla Federal Communications Commission (FCC) per l’utilizzo di onde radio a frequenza estremamente alta nella banda E, al fine di migliorare la capacità della sua costellazione Starlink in orbita bassa terrestre (LEO). Questa decisione, annunciata l’8 marzo, permette a SpaceX di utilizzare frequenze E-band tra i satelliti di seconda generazione di Starlink e le stazioni di terra, accanto alle bande già approvate Ka e Ku.
Dettagli dell’autorizzazione
SpaceX è ora autorizzata a comunicare tra 71 e 76 gigahertz dallo spazio verso la Terra e tra 81 e 86 GHz dalla Terra verso lo spazio. Queste frequenze saranno utilizzate per il collegamento tra i satelliti di seconda generazione (Gen2), che arriveranno a un massimo di 7.500 unità autorizzate dalla FCC. A lungo termine, SpaceX prevede di lanciare fino a 30.000 satelliti Gen2, aggiungendosi ai 4.400 satelliti Gen1 già autorizzati.
C’è da dire che la decisione della FCC riguarda soltanto l’utilizzo negli Usa della Banda E che per estendersi a livello internazionale avrà bisogno dell’appoggio di altri Stati in occasione della prossima conferenza internazionale dell’ITU che si terrà la WRC che si terrà nel 2027. E’ quella la prima occasione utile per nuove politiche spettrali che riguardano i satelliti.
Il ruolo dell’ITU
Secondo le regole ITU, l’agenzia Onu che si occupa delle politiche internazionali dello spettro radio, il primo a presentare domanda per una licenza di spettro in una banda specifica ha diritti di priorità sulle trasmissioni del segnale. Chiunque presenti domanda in seguito per utilizzare quella banda deve assicurarsi di non interferire con le trasmissioni del detentore della priorità, il che aggiunge costi e complessità a una rete.
Ciò significa, in altre parole, che il primo arrivato è anche il primo servito. E per quanto riguarda la Banda E il primo a muoversi è stato Elon Musk, che in futuro in ambito ITU avrà bisogno del sostegno di diversi Stati per ottenere il via libera all’uso su scala internazionale della Banda E, visto che l’ok della FCC vale per gli Usa e non basta.
Tema | Dettagli |
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Frequenze E-band autorizzate | 71-76 GHz (da spazio a Terra), 81-86 GHz (da Terra a spazio). |
Satelliti Gen2 autorizzati | Fino a 7.500 satelliti, parte dei 30.000 previsti da SpaceX. |
Satelliti Gen1 in orbita | Circa 3.600 satelliti lanciati, tutti sotto licenza FCC. |
Benefici E-band | Capacità aumentata di circa 4 volte per satellite rispetto alle versioni precedenti. |
Condizioni FCC | Possibili modifiche se altri operatori chiedono di utilizzare la stessa banda. |
Prossimi passi | Decisione sulla distribuzione dei restanti 22.500 satelliti Gen2 rinviata. |