Vodafone, crescono clienti Umts e ricavi dati. Guindani: ‘Ora puntiamo a offerte integrate fisso-mobile’

di Alessandra Talarico |

Italia


Pietro Guindani

Archiviata con successo e senza sanzioni l’istruttoria antitrust per violazione della normativa sulla concorrenza grazie ai due contratti definitivi stipulati con BT e con il gruppo Carrefour, e al contratto preliminare con Poste Italiane, Vodafone Italia ha presentato i risultati relativi all’ultimo anno fiscale, chiuso con una crescita del 13% dei clienti, che raggiungono quota 27,3 milioni.

 

La crescita organica dei ricavi legati ai servizi, nonostante il taglio dei costi di ricarica, è stata del 3,6%, a 7,8 miliardi di euro, mentre i ricavi totali – a causa della riduzione delle tariffe di interconnessione e della revisione del trattamento contabile di alcune tipologie di ricavi – scendono del 2,2% a 8,1 miliardi di euro.

 

Sostenuta anche la crescita dei ricavi dati e multimedia, che segnano un +8,4% a 1,4 miliardi di euro con un’incidenza sui ricavi salita al 18,4% contro il 16,7% di marzo dello scorso anno, raggiungendo il 20.4% nel trimestre a marzo 2007.

I ricavi da traffico voce si attestano a 6,3 miliardi di euro, quelli da messaggistica crescono del 7,6%, con una forte progressione nel secondo semestre, mentre i ricavi dati esclusa la messaggistica fanno segnare un +10.8%.

Crescono inoltre del 67% i telefoni e le connect card UMTS registrate sulla rete Vodafone che raggiungono quota  4,89 milioni, mentre l’Ebitda si attesta a 4,1 miliardi di euro, in cale del 4,9% come conseguenza della riduzione delle tariffe di interconnessione, della separazione contabile delle attività del Data Center Sud Europa e dell’abolizione dei contributi per la ricarica delle carte prepagate.

 

Il decreto Bersani, pur incidendo solo sull’ultimo mese dell’anno fiscale chiuso il 31 marzo, ha costretto il Gruppo Vodafone ad effettuare una svalutazione della sua partecipazione nell’azienda italiana per un importo di circa 5,1 miliardi di euro, a causa – ha spiegato l’ad Pietro Guindani – “dell’effetto negativo atteso in futuro sui nostri risultati, nonostante il parziale recupero di ricavi tramite i maggiori volumi di traffico conseguenti alla abolizione dei costi di ricarica”.

 

Competizione e crescente pressione regolatoria non cambiano comunque le strategie della divisione italiana che, dopo aver aperto il mercato agli operatori mobili virtuali punta a entrare decisamente nel mercato dei servizi integrati fisso-mobile con l’offerta Vodafone Casa, di fatto bloccata da un ricorso di Telecom Italia.

“Il Ministero delle Comunicazioni – ha concluso Guindani – ha riconosciuto la legittimità dei servizi di telefonia fissa via radio, attendiamo solo il via libera definitivo dall’Autorità per le Comunicazioni”.

 

A differenza di TIM e Wind, su cui pesa ancora l’istruttoria aperta a febbraio 2005 dall’Antitrust, Vodafone è riuscita a mettere in atto una strategia in grado di dimostrare la propria volontà di aprire il mercato ai MVNO. La decisione favorevole dell’Authority non era affatto scontata: in un primo tempo, infatti, l’Agcm aveva rigettato i primi due accordi – con Carrefour e Poste Italiane – perchè non si trattava di aziende operanti nel settore delle telecomunicazioni ma il contratto sottoscritto con BT Italia per la fornitura di servizi di accesso alla propria rete wholesale si è dimostrato un elemento decisivo.

 

BT, ha spiegato l’Autorità, “potrà erogare un’ampia gamma di servizi di comunicazione alla propria clientela in tecnica GSM, GPRS e UMTS e, in particolare, competere nell’offerta di servizi integrati fisso-mobile e mobile-mobile in special modo alla clientela aziendale”.

In base alle valutazioni dell’Agcm, inoltre, le condizioni economiche relative alla terminazione, permetteranno alla società guidata da Corrado Sciolla di presentare offerte business fisso-mobile concorrenti a quelle di Vodafone.

Determinante ai fini della chiusura dell’istruttoria anche il contratto con Poste Italiane che assume particolare rilevanza vista la capillarità della rete di punti vendita di Poste Italiane e conferma – ha sottolineato l’Authority – “la disponibilità di Vodafone alla negoziazione della fornitura di servizi di accesso alla propria rete anche ad altri operatori”.

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