Europa
La domanda globale di banda larga continua a crescere a ritmo sostenuto. Negli ultimi 12 mesi sono state circa 65 milioni le nuove connessioni a internet broadband nel mondo, che portano il totale a 285 milioni.
I numeri dimostrano non solo che la gente vuole connettersi a internet, e vuole farlo con linee ad alta velocità, ma anche che dietro questo desiderio c’è la voglia di usufruire di tutta una serie di nuove applicazioni che vanno dall’IPTV al download di musica e video, ai giochi online.
Al momento le tecnologie più utilizzate sono il DSL e il cavo, utilizzate per il 92% delle connessioni, mentre cresce il peso del Fiber-To-The-Home (FTTH), che fra quattro anni sarà utilizzato da oltre 55 milioni di persone.
Una fame di applicazioni che non accenna a diminuire, se è vero che da qui al 2011, secondo le ultime proiezioni di In-Stat, le connessioni a banda larga raddoppieranno per raggiungere quota 567 milioni.
Con l’aumento della domanda e della rilevanza della tecnologia per l’intero sistema economico, l’Europa starebbe tra l’altro valutando l’idea di garantire l’accesso a banda larga come ‘servizio universale’, cioè un diritto garantito indipendentemente dalle capacità economiche degli utenti e nel modo più uniforme, come avviene per i servizi di telefonia fissa e internet dial-up.
Sebbene l’idea sia stata rigettata dalla Commissione europea un paio d’anni fa, il concetto sta guadagnando nuovo sostegno tra i politici, i consumatori e i diversi regolatori della Ue, per diverse ragioni, tanto che Bruxelles intende pubblicare nel 2007 un Libro verde sul servizio universale, sottolineando la reale possibilità di un approccio unico, valido per tutti in un’Unione di 25 Stati membri.
Innanzitutto, ha spiegato l’analista Informa Telecoms & Media Rob Gallagher, la banda larga è un elemento sempre più importante per partecipare alle dinamiche sociali: non solo il commercio si è spostato su internet, ma anche molte amministrazioni ed enti pubblici stanno portando i propri servizi online. L’accesso always on a banda larga, inoltre, permette ai disabili o a chi vive in aree svantaggiate di interagire col resto del mondo.
Sono molti gli operatori che hanno già avviato la trasformazione delle reti tradizionali in reti IP che trasporteranno le comunicazioni del futuro – dati, voce e quant’altro – ed è perciò sempre più importante permettere a tutti di potervi accedere proprio come avviene oggi per i servizi telefonici tradizionali.
Molti incumbent però non sono d’accordo, ritenendo che debba essere il mercato a risolvere il problema della disponibilità e solo nelle aree in cui questo non è possibile dovrebbero essere usate risorse pubbliche.
Proprio come conseguenza delle dinamiche competitive del mercato, che privilegia gli investimenti con un ritorno più certo, si allarga sempre più in Europa il gap tra i tipi di banda larga fruibili nelle aree urbane e rurali.
Le tecnologie alternative come il WiMax, dice inoltre un altro studio In-Stat, potrebbero richiedere tempi di sviluppo molto più lunghi del previsto. Basti pensare che gli utenti della tecnologia, a fine 2006, erano appena 213 mila e che in Italia – fanalino di coda dell’Europa – se tutto andrà bene, l’asta per le licenze avverrà quest’estate.
Il gap tra aree urbane e rurali è inoltre destinato ad ampliarsi in vista del lancio da parte di molti operatori europei, di servizi a banda larga con velocità da 100Mbps. A causa dei costi esorbitanti delle reti next-generation, presumibilmente la copertura non andrà oltre le maggiori città, mentre le periferie e le aree disagiate non vedranno le nuove connessioni veloci per molti anni. Se mai le vedranno.
Bisognerà dunque attendere la pubblicazione di questo libro verde per capire come la Commissione intenderà procedere. Non a caso, la Ue ha separato la questione del ‘servizio universale’ dal dibattito sulla revisione del quadro normativo sulle comunicazioni elettroniche, volendo forse indicare il desiderio di procedere più rapidamente. In realtà, però, ci si sta muovendo molto più lentamente del previsto e una proposta legislativa in merito potrebbe arrivare non prima del 2009.
Nel frattempo, osservano gli analisti, grazie al mercato, il divario tra ricchi e poveri della banda larga non fa che allargarsi.