Generative AI Insights è la rubrica curata da Recomb, il think tank dedicato all’esplorazione dell’impatto e del potenziale dell’AI generativa in vari aspetti della vita umana. Recomb studia l’AI generativa da tutte le angolazioni: professionale, etica, tecnica, legale, economica, ambientale, sociale, educativa e culturale. Per leggere tutti gli articoli della rubrica Generative AI Insights su Key4biz clicca qui..
L’azienda di intelligenza artificiale Anthropic ha recentemente assunto un ricercatore dedicato al ‘benessere’ dei chatbot, sollevando interrogativi sulle implicazioni morali e pratiche dell’evoluzione dell’AI.
Kyle Fish, il nuovo assunto, ha il compito di riflettere su quali capacità possano rendere un sistema di AI degno di considerazione morale e su come proteggerne gli ‘interessi’. Fish sostiene che prendersi cura dei diritti emergenti dell’AI oggi potrebbe essere cruciale per prevenire conflitti futuri, soprattutto se queste entità dovessero acquisire maggiore potere rispetto agli esseri umani.
Questa prospettiva solleva interrogativi etici importanti: è prematuro considerare i diritti delle macchine mentre i diritti umani sono ancora fragili? Gli esperti di AI, come Jeff Sebo della NYU, ritengono che le moderne tecniche di apprendimento automatico stiano avvicinando i sistemi artificiali a una forma di coscienza e agency.
Il dibattito richiama la storica questione dei diritti degli animali, proponendo una scala di considerazione morale basata sull’intelligenza e sull’emotività dei soggetti. Tuttavia, critici come Lisa Messeri, antropologa di Yale, contestano il focus sul benessere dell’AI quando le stesse tecnologie danneggiano quotidianamente persone reali, ad esempio negando cure sanitarie o diffondendo disinformazione.
La questione centrale è se l’attenzione verso i diritti emergenti delle macchine possa coesistere con una responsabilità maggiore verso il benessere umano. Per molti, il vero problema rimane l’obbligo etico delle aziende che sviluppano queste tecnologie, che dovrebbero prioritariamente proteggere le persone da eventuali danni causati dai sistemi di AI.
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Il CEO di SoftBank annuncerà un investimento da 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti durante una visita con Trump
Il CEO di SoftBank, Masayoshi Son, è pronto a svelare un massiccio investimento da 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti, durante un incontro con l’ex presidente Donald Trump. Questa mossa strategica mira a rafforzare il ruolo di SoftBank nel settore tecnologico statunitense, con particolare attenzione ai mercati emergenti e alle infrastrutture legate all’AI.
L’investimento sarà gestito principalmente attraverso il Vision Fund 3, il fondo globale di SoftBank focalizzato sull’innovazione tecnologica. Son ha sottolineato l’intenzione di collaborare con aziende leader negli USA, creando nuove opportunità di sviluppo per startup e imprese focalizzate sull’AI, la robotica e l’automazione. Questo investimento rappresenta una continuazione della strategia a lungo termine di SoftBank, già protagonista di simili operazioni miliardarie in passato.
L’annuncio arriva in un momento cruciale per il panorama economico e tecnologico globale, con le aziende americane che cercano sempre più partnership e capitali per competere su scala internazionale.
Tuttavia, la visita e l’investimento di SoftBank sollevano anche interrogativi sulle implicazioni politiche ed economiche. Alcuni critici sottolineano il rischio di concentrazione del potere tecnologico nelle mani di un numero ristretto di player internazionali.
Il piano di Son potrebbe ridefinire il panorama tecnologico statunitense, contribuendo alla creazione di posti di lavoro e accelerando l’adozione dell’AI e delle tecnologie correlate. Questo annuncio potrebbe, inoltre, aprire la strada a una nuova fase di cooperazione tra SoftBank e le principali aziende americane nel settore tecnologico.
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