Dl Fisco

Canone Rai. Bocciato il taglio e il Governo va sotto, FI vota con l’opposizione

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La maggioranza si spacca sull’emendamento della Lega al Dl Fisco per il taglio del canone Rai e Forza Italia vota contro con le forze di opposizione. “L'inciampo della maggioranza sul tema del taglio del canone Rai non giova a nessuno", fanno sapere fonti di palazzo Chigi. “i cittadini ci hanno votati per tagliare le tasse, non per metterle”, hanno dichiarato i parlamentari della Lega in commissione Vigilanza Rai. Elly Schlein: “Governo allo sbando”.

Respinto emendamento Lega e il Governo va sotto in commissione Bilancio del Senato

Sorpresa in commissione Bilancio al Senato stamattina, dove c’era in discussione il dl Fisco. L’emendamento sul taglio del canone Rai è stato bocciato con 12 voti contrari e 10 a favore.

A sparigliare la maggioranza è stata Forza Italia (FI), che ha votato contro insieme all’opposizione.

La commissione ha quindi respinto la proposta della Lega, dopo il parere favorevole del Governo, come riferito dal presidente di commissione, Massimo Garavaglia.

L’emendamento Bergesio (Lega) prevedeva la riduzione del canone da 90 a 70 euro.

L’imbarazzo di Palazzo Chigi e il disappunto leghista

L’inciampo della maggioranza sul tema del taglio del canone Rai non giova a nessuno“, fanno sapere fonti di palazzo Chigi.

Bocciato dalla commissione Bilancio il taglio del Canone per tutti gli italiani. Il governo aveva dato l’ok per il taglio del canone Rai. Uno sconto di 20 euro per 20 milioni di abbonati fra cui milioni di famiglie povere. Purtroppo per Pd, M5S Italia Viva e sinistra evidentemente uno sgravio per le famiglie non era utile e in commissione hanno votato contro. Spiace notare che al loro voto si è aggiunto il voto di Forza Italia e l’emendamento è stato respinto per due voti“, ha affermato il senatore della Lega Claudio Borghi Aquilini.

Una cosa deve essere chiara: i cittadini ci hanno votati per tagliare le tasse, non per metterle. Ed è in questa direzione che va il voto di oggi della Lega, assieme a FdI, per il taglio del canone Rai. Se la tassa più odiata dagli italiani non sarà abbassata, si faranno delle domande e ne trarranno le dovute conclusioni“, hanno comunicato i parlamentari della Lega componenti della commissione Vigilanza Rai, Giorgio Maria Bergesio, Ingrid Bisa, Stefano Candiani, Elena Maccanti, Clotilde Minasi ed Elena Murelli.

Tajani (FI): “Nessun inciampo”

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il vicepremier e leader di FI, Atnonio Tajani avrebbe dichiarato ai giornalisti: “Non c’è nessun inciampo all’interno del governo, siamo sempre stati coerenti con quello che abbiamo detto“.

Noi non abbiamo votato un emendamento che prevedeva il taglio del canone Rai di 20 euro – ha spiegato Tajani – perché lo consideravamo sbagliato e non utile ad abbassare la pressione fiscale. Bisogna trovare 430 milioni dal bilancio per finanziare la Rai. Con quei soldi invece si possono tagliare veramente le tasse“.

FI vota con le opposizioni. Schlein: “Maggioranza in frantumi

Il taglio del canone Rai “non era una cosa che faceva parte del programma di governo o di intese, era una posizione. Anche a noi a volte capita di fare delle proposte che non vengono condivise dagli altri. Può capitare a tutti, non darei nessun valore particolare”, ha detto a LaPresse il capogruppo di Forza Italia in Senato, Maurizio Gasparri.

Emendamento della Lega bocciato per i voti di Forza Italia, che ha votato contro come le opposizioni. La maggioranza è in frantumi e le divisioni sono evidenti. Sono allo sbando, troppo impegnati a litigare tra loro, a competere anziché governare il Paese. E intanto non si occupano della salute e dei salari, dei problemi concreti degli italiani“, ha dichiarato la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein.

È ufficiale: in Commissione Bilancio la maggioranza non c’è più. Quando le opposizioni si uniscono, senza veti, non solo vincono le elezioni ma ottengono risultati anche in Parlamento”, ha scritto su X la senatrice Raffaella Paita.

Divisi in Europa, sulla politica estera e oggi anche in Parlamento, con la maggioranza che non ha i numeri in Commissione e va sotto“, ha postato su X il leader del M5s, Giuseppe Conte, aggiungendo: “l’unità professata da Meloni è un altro film di fantascienza girato a Chigi. La premier chiarisca se esiste ancora la maggioranza. I cittadini non hanno tempo da perdere: mentre loro litigano c’è un Paese che soffre in attesa di un provvedimento contro il carovita, di una visita in ospedale, di un treno che non passa“.

Salvini: “Lavoreremo su altri fronti

Stiamo lavorando per abbassare le tasse, il canone Rai è una di queste, ma non è la nostra attività centrale – diceva il ministro dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, parlando a Rtl 102.5 – abbassare il costo del canone è da sempre un obiettivo non della Lega ma del centrodestra. Forza Italia non lo vuole? Mi dispiace per gli italiani. Ma se sarà così, lavoreremo su altri fronti“. “Nessuno scontro con FI”, aveva quindi aggiunto Salvini.

Domenica a casa di Giorgia Meloni si era tenuto un vertice tra gli alleati del centrodestra, per discutere soprattutto della manovra. Con i suoi ospiti, secondo i meloniani, la presidente del Consiglio avrebbe dispensato parecchi “vedremo“, di fronte alle richieste dalle coperture finanziarie incerte.

Il vertice a casa Meloni

Un vertice domenicale che non è stato affatto risolutivo. Di fatto l’incontro sulla manovra con i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e il leader di Noi moderati Maurizio Lupi non ha sciolto alcuni nodi. 

Molte infatti le richieste avanzate di modifica della legge di bilancio. La più critica era proprio la riduzione del canone Rai, chiesta a gran voce dalla Lega, una proposta che, si ragionava anche in ambienti della maggioranza, non veniva vista di buon occhio neanche la premier, che avrebbe dovuto fronteggiare la pretesa di FI di compensazioni su altri capitoli.

Nella maggioranza c’è chi riconduce a questo clima i toni con cui Matteo Salvini affronta il caso Unicredit-Bpm: una nuova invasione di campo, i commenti maliziosi tra i parlamentari di FdI e FI, dopo la fuga in avanti su Benjamin Netanyahu

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