I servizi di comunicazione satellitare e quelli terrestri possono essere in concorrenza tra loro ed eventuali dispute sull’utilizzo dello spettro radio rischiano di rallentare lo sviluppo del 5G, una tecnologia strategica che nel nostro paese (così come in Europa) è in forte ritardo. E’ quanto emerge da un documento del maggio 2024 di Asstel, che raccoglie le principali istante della industry alle prese con una profonda crisi e una contrazione dei ricavi che pesa sugli investimenti in nuove reti a banda ultralarga in fibra e 5G.
‘Comunicazione satellitare e terrestre possono essere in concorrenza‘
Il documento riacquista un rinnovato vigore oggi, alla luce dell’ipotesi al vaglio del Governo di ricorrere a Starlink, dopo regolare bando di gara, per la copertura dei civici in digital divide che non saranno coperti da Open Fiber e Fibercop, nell’ambito del piano Italia 1 Giga. Si tratta di più di 600mila civici, secondo stime diffuse ieri dal Sole 24 Ore, di cui 450mila in aree remote (‘case sparse’) che potrebbero essere oggetto di una nuova gara per non lasciare scoperto nessuno.
Ma i rilievi di Asstel, che riflettono in linea di massima quelli della industry delle Tlc, mettono in evidenza alcuni fattori di ulteriore rischio concorrenziale per le telco: “i servizi di comunicazione satellitare e quelli terrestri possono essere in concorrenza tra loro sul mercato, per gli utenti finali e per l’utilizzo dello spettro radio”, si legge nel documento dell’associazione.
‘Evitare che dispute sullo spettro rallentino il 5G‘
Per quanto riguarda lo spettro radio le bande di frequenza utilizzate sia nelle comunicazioni satellitari che in quelle terrestri possono variare, “ma ci sono alcune bande comuni che vengono spesso utilizzate in entrambi i contesti. Possono verificarsi sovrapposizioni e le specifiche bande di frequenza possono variare a seconda delle regioni geografiche e delle normative locali. Alla luce della priorità strategica riconosciuta allo sviluppo delle reti 5G in Europa ed in Italia è importante evitare che eventuali dispute sull’utilizzo dello spettro radio rallentino lo sviluppo di tale tecnologia”, si legge.
Chiaro qui il riferimento alla lite sullo spettro fra Tim e Starlink nel mese di aprile.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e il rapporto conflittuale fra Telco (non tutte) e Starlink non è diminuito. Anzi.
Non più tardi di un paio di settimane fa l’ad di Tim Pietro Labriola ha ribadito la richiesta di un level playing field per competere alla pari con Starlink. Posizione già esplicitata dall’ad di Tim a metà ottobre in occasione di ComoLake.
Labriola: Starlink? Benvenuta, ma stesse regole per tutti
“Qualunque tecnologia è benvenuta in libera concorrenza, purché ci siano le stesse regole: va bene correre contro Marcel Jacobs, ma fatemi correre con le scarpe e non con le infradito”, aveva detto a ComoLake Pietro Labriola, rispondendo a una domanda sulla possibilità che il governo coinvolga la Starlink di Elon Musk per accelerare sul piano Italia 1 Giga. “Serve la parità delle regole è fondamentale che chiunque venga a competere nel Paese paghi le tasse qui e assuma persone sul territorio”, ha aggiunto. Tra i compiti affidati alle Tlc in Italia, Labriola ha ricordato l’obbligo delle intercettazioni, il customer care sempre attivo e il controllo delle coste. “Ho dovuto investire 2,4 miliardi per le reti del 5G e non ho ancora un ritorno…”, ha chiosato il top manager.
Sensibilità diverse fra le Telco
A questo proposito, c’è da dire che nella industry ci sono sensibilità diverse. C’è chi, come Pietro Labriola, è categorico nei confronti di Starlink ma c’è anche chi è più possibilista, come ad esempio Benedetto Levi, ad di Iliad, che non chiude a priori ad eventuali accordi di partnership con Starlink.
Tanto più che accordi fra Telco e provider di connettività satellitare non sono certo una novità. Vodafone ad esempio, a livello di gruppo, ha siglato un accordo con Kuiper di Amazon nel 2023.
In Italia la stessa Starlink ha già siglato un accordo con Telespazio.
Lo stesso tipo di partnership si potrebbe registrare anche con altri player in Italia, in particolare alla luce dei ritardi di copertura di Italia 1 Giga. Tanto più che una sperimentazione del servizio in Lombardia è alle porte e i piccoli provider dell’AIIP saranno coinvolti.