Sono saltati dalle sedie al Dipartimento per la Trasformazione Digitale quando hanno letto l’analisi della ricerca dal titolo “Rallentano Spid e CIE, arriva l’IT Wallet. È iniziata la rivoluzione dell’identità Digitale” dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano presentata alcuni giorni fa al convegno “Identità digitale: spettatori o protagonisti?”.
Nel comunicato stampa del 14 novembre scorso si legge: “A questo punto, l’obiettivo del PNRR di 42,3 milioni di cittadini con un’identità digitale (che sia SPID o CIE) entro giugno 2026 non sembra facile da raggiungere, considerando che chi è in possesso di SPID potrebbe aver anche attivato CielD”.
Ecco l’errore.
In realtà l’obiettivo PNRR è stato raggiunto con 2 anni di anticipo!
Quindi è stato facile da raggiungere.
Da dove è nato l’errore nell’analisi dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, diretto da Giorgia Dragoni?
Il PNRR fa riferimento alle identità digitali attive, quindi “in corso di validità”, funzionanti, spiegano a Key4biz dal Dipartimento e non attive nel senso interpretato da Dragoni, che vengono usate per autenticarsi online.
Le identità digitali (CIE e SPID) però vanno contate solo una volta per persona fisica (devono essere “univoche”), che è il lavoro che stanno facendo adesso al Dipartimento, per verificare le sovrapposizioni.
In ogni caso, ecco i numeri ufficiali:
essendo le CIE emesse già 47,5 milioni e le SPID 38.9 milioni, è certo che è stato già raggiunto il target di 42,3 milioni di identità digitali attive entro il 31/3/2026.
La rettifica
L’Osservatorio Digital Identity, il giorno dopo il comunicato stampa, ha diffuso una nota di rettifica in cui si prende atto che “tecnicamente, oggi il target italiano nel PNRR di attivare 42,3 milioni identità digitali entro giugno 2026 è già stato raggiunto, in anticipo di due anni rispetto alla scadenza prevista”.
Ma, stranamente, sul profilo Linkedin dell’Osservatorio in questo post di 13 ore fa si legge di nuovo l’analisi errata.
All’IT Wallet PUBBLICO si accede sia con CIE sia con SPID (che non muore)
Infine, nel comunicato stampa iniziale dell’Osservatorio Digital Identity si legge che “le aziende italiane hanno iniziato a interessarsi al IT Wallet ma l’adozione concreta è frenata dall’incertezza che caratterizza l’attuale contesto. Le notizie sulla sopravvivenza degli attuali sistemi, in particolare SPID, frenano gli investimenti per integrazione delle aziende a tali sistemi”.
Noi cogliamo l’occasione per segnalare che per accedere all’IT Wallet PUBBLICO (scritto volutamente in maiuscolo) si accede sia con CIE sia con SPID, come si può facilmente vedere da questo screenshot di Punto Informatico e realizzato da chi ha avuto già la possibilità di caricare i propri documenti attraverso l’app IO.
Quindi, nessuna incertezza normativa né morte annunciata per SPID, che anzi viene rilanciato e posto sullo stesso livello di CIE per accedere all’IT Wallet Pubblico.
Ovviamente, SPID sarà abilitante anche per accedere all’IT Wallet privato, quello in cui andremo ad inserire, quando disponibile, l’abbonamento ai mezzi pubblici fino all’abbonamento al teatro.
Per cui, per rassicurare i 12 Identity Provider, SPID vive e lotta insieme a noi, anche nell’IT Wallet.