Audiovisivo

Tax Credit, ora anche gli organizzatori di concerti chiedono il sostegno dello Stato

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La ex Dg Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura Rossana Rummo neo “Coordinatrice” della Commissione ministeriale dei 12 esperti che decidono in materia di “promozione”. Gli organizzatori di concerti chiedono il credito d’imposta, anche se i 61 associati che aderisco ad AssoConcerti, nel loro insieme, realizzano più ricavi dell’intero comparto del cinema.

La notizia circolava “riservatamente”, ma è stata la newsletter della qualificata testata “Box Office” (gruppo Eduesse, guidato da Vito Sinopoli) a renderla ufficiale ieri pomeriggio, rilanciando peraltro la delicata questione dei potenziali conflitti di interesse, affrontata da IsICult sulle colonne di “Key4biz” dell’8 novembre scorso: la Commissione dei 12 esperti (detti anche “saggi”) nominata poche settimane fa dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli avrà nella persona di Rossana Rummo la funzione di “Coordinatrice”…

Scrive “Box Office”, in un articolo firmato da Cristiano Bolla: “Da quel che risulta a ‘Box Office’, Rummo guiderà i 12 esperti che assegnano i contributi a Festival e rassegne. Non si sa ancora nulla, invece, sulla presidenza dell’altra commissione dei contributi selettivi. A oltre un mese dalla nomina, la Commissione Esperti per la Promozione indicata dal Mic potrebbe aver trovato il proprio presidente. Stando a quanto appreso da ‘Box Office’, a capo del gruppo per la selezione dei progetti e per la concessione di contributi alle attività di promozione cinematografica e audiovisiva dovrebbe esserci Rossana Rummo. Dirigente pubblica di lungo corso, Rummo è stata già in precedenza Direttore generale per gli Archivi, quindi a capo del Dipartimento dello Spettacolo dell’ex Ministero per i Beni e le Attività Culturali, poi anche Direttore Generale per il Cinema e negli ultimi anni Consigliere della Corte dei Conti. Insignita del riconoscimento come Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana nel 2014, dovrebbe guidare lei la commissione della quale fanno parte anche Gigi Marzullo, l’attore Fortunato Cerlino, il produttore Riccardo Tozzi e altre 8 figure tecniche del settore. Non si sa ancora nulla, invece, sulla presidenza dell’altra commissione del Mic, quella dei 15 esperti che stilano le graduatorie per i contributi selettivi” (ovvero la cosiddetta Commissione “Produzione”).

E conclude “Box Office”, rimandando anche a quel che scrivevamo su queste colonne la settimana scorsa: “Il Ministro Alessandro Giuli ha già dato il via ai lavori delle due Commissioni, ma, sulla composizione delle stesse, aleggiano dubbi di presunta incompatibilità e conflitti di interesse per diversi soggetti, come riportato da Angelo Zaccone Teodosi su Key4Biz”.

IsICult e Key4biz sono – a loro volta – in grado di anticipare oggi che al ruolo di Coordinatore verrà affiancato quello di un Vice Coordinatore, nella persona dell’avvocato Gianfranco Rinaldi, che già copriva il ruolo di Coordinatore nella precedente Commissione Esperti Cinema e Audiovisivo, a suo tempo formata da esperti di fiducia dell’allora Ministro Dario Franceschini. D’altronde, appare naturale e comprensibile che il gran lavorio di natura qualitativa – selezionare festival e progetti in quantità “industriale” (sono complessivamente oltre 600) – venga seguito da professionisti qualificati e comunque dotati di adeguata pregressa esperienza, anche in relazione alle complicate procedure burocratiche.

Si segnala che Rossana Rummo è stata una dirigente della pubblica amministrazione considerata dai più come di area “centro sinistra” (è stata fiduciaria sia del compianto Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer sia del più longevo Ministro italiano della Cultura ovvero Dario Franceschini) e quindi va dato atto al Ministro Alessandro Giuli (Fratelli d’Italia) di aver assegnato un ruolo importante ad una persona che non è certamente ascrivibile all’area culturale del centro-destra.

Sarà interessante comprendere le modalità e le tempistiche con cui andranno ad operare nei prossimi giorni le due Commissioni.

L’attesa da parte di centinaia e centinaia di postulanti è ormai grande, anzi esasperata, considerando che, specificamente per quanto riguarda la “promozione”, la Commissione andrà a selezionare proposte progettuali di iniziative che, alla data di pubblicazione della graduatoria, saranno già state belle che realizzate…

La situazione è quindi in stallo. Tutti pendono dalle labbra della Commissione ministeriale, ma anche, ovviamente, del Ministro Alessandro Giuli, della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, del Direttore Generale Nicola Borrelli.

Ermete Labbadia (direttore del Festival “Inventa un Film” di Lenola): “tante anomalie nel processo di selezione dei festival che possono beneficiare del sostegno del Ministero della Cultura”

È interessante riportare quel che scriveva una settimana fa Ermete Labbadia, ideatore e direttore artistico del Festival “Inventa un Film” di Lenola (in provincia di Latina), giunto nel 2024 alla sua edizione n° 26, sul sito web della sua kermesse, in un post intitolato “Ritardi e anomalie. Bando Promozione Cinema 2024: un caos”: “La nomina degli esperti della Commissione Promozione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura è risultata notevolmente ritardata anche rispetto agli anni precedenti. Sembra che il nuovo Ministro abbia cercato di attuare le nomine nel più breve tempo possibile, ma, a causa dei tempi burocratici il decreto di inizio ottobre, è stato registrato pochi giorni fa, il 30 ottobre, rendendo impossibile anche solo l’insediamento della commissione. Una Commissione che dovrebbe leggere e valutare moltissime istanze (più di 600 l’anno scorso) in brevissimo tempo”…

Naturale sorge il quesito: come potranno i 12 “saggi” esaminare 500 candidature (questa è la quantità delle proposte progettuali, in relazione a festival, rassegne, premi, come scrivevamo ieri su queste colonne) in pochi giorni, non volendo rimandare al 2025 la pubblicazione della graduatoria degli “ammessi” al finanziamento pubblico per iniziative (già) realizzate nel 2024???

E qui l’auspicio di quest’appassionato organizzatore culturale: “quello che auspichiamo come festival ‘Inventa un Film Lenola’ è che non si verifichino alcune anomalie che si sono verificate nel 2023… Nel 2023, con avviso del 17 ottobre, nel sito del Ministero, nell’area della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, veniva pubblicato esclusivamente l’elenco dei festival finanziati, senza il decreto di approvazione con allegati i punteggi attribuiti a tutti i progetti. La pubblicazione dei punteggi, a nostro avviso, dovrebbe avvenire anteriormente o contestualmente all’elenco dei progetti finanziati, e non successivamente, visto che è proprio il totale dei punteggi stabiliti dai vari criteri enunciati nel bando che contribuisce a determinare i progetti finanziabili. La pubblicazione di tali punteggi è avvenuta nel 2023, solo il 27 novembre, ben 40 giorni dopo! E successivamente anche ad una pec del 6 novembre 2023 inviata al Sottosegretario Lucia Borgonzoni da 13 festival non finanziati che chiedevano la pubblicazione del decreto di approvazione con allegati i punteggi attribuiti a tutti i progetti. Altro aspetto anomalo verificatosi nel 2023 è quello delle Audizioni”.

Anche la questione “audizioni” è effettivamente delicata, dato che, di fatto, da anni, questa procedura resta sulla carta, per quanto prevista dagli avvisi pubblici: “il bando promozione Cinema evidenzia che, “In fase di valutazione gli esperti hanno la facoltà di svolgere: audizioni, anche in modalità da remoto”. Non è quindi indicata nel bando alcuna mail di riferimento o pec per far richiesta di audizioni, né in piattaforma c’è un’opzione specifica. Eppure diversi festival nel 2023 hanno fatto richiesta, la stragrande maggioranza di essi ha ottenuto audizione e un’altissima percentuale degli stessi è risultato anche finanziato. In che modo hanno saputo questi festival la mail a cui inviare richiesta, visto che non c’è stata alcuna pubblicazione né sul bando, né sul sito del ministero??? “Tramite passaparola” è stata la risposta più gettonata”.

A quanto risulta a chi cura questa rubrica IsICult per “Key4biz”, sono state soltanto “audite” una decina di soggetti, ovvero tutti quelli che hanno richiesto di essere ascoltati dalla Commissione…

Un’altra criticità, sostiene il direttore artistico di “Inventa un Film Lenola”: “l’anomalia più evidente riguarda, a nostro avviso, un terzo aspetto. Per poter esser valutato nella sua completezza, un progetto deve ottenere un punteggio minimo nei primi criteri richiesti dal bando. Nel 2023, in “rilevanza complessiva del progetto” che comprendeva i criteri “a) rilevanza e visibilità nazionale ed internazionale dell’iniziativa” e “b) qualità e rilevanza programmazione culturale e artistica” e “c) grado di innovazione”… tutti i progetti non finanziati hanno ottenuto un punteggio inferiore alle suddette soglie minime, e non sono stati sottoposti a valutazione in relazione ai criteri successivi”.

Si domanda Ermete Labbadia:“l’aspetto strano e da considerare è che più di 20 dei medesimi festival non finanziati avevano ottenuto la soglia minima nel 2022, quando la Commissione degli esperti era la stessa. Come è possibile che più di 20 festival, che notoriamente tendono a migliorare la loro programmazione e la loro qualità, improvvisamente siano peggiorati tutti contemporaneamente?”.

La situazione allucinante nella quale si trova in Italia tutto il settore dei festival cinematografici

E ancora: “quello che ci ha ulteriormente spinti a pubblicare questo post è la posizione di Pedro Armocida, attuale presidente dell’Afic (Associazione Festival Italiani di Cinema) che in una mail scritta e letta dagli oltre 100 aderenti dell’Associazione scrive “Da parte mia sto sentendo tutti gli interlocutori istituzionali e gli stessi membri della commissione per ricordare la situazione allucinante in cui tutto il settore si trova e chiedendo di utilizzare il buon senso nel prendere le decisioni rispetto ai progetti 2024 che oramai si sono quasi tutti interamente svolti. Il buon senso imporrebbe di mantenere i finanziamenti 2024 alle manifestazioni almeno nella stessa misura di quelli del 2023 e di aprire al sostegno delle prime istanze qualificate”… Contestiamo, come festival Inventa un Film Lenola, apertamente questa posizione e abbiamo chiesto un’assemblea o riunione immediata all’interno di Afic per ulteriori chiarimenti e auspicando una linea comune e condivisa per il 2024. Non riteniamo giusto mantenere automaticamente i finanziamenti per i festival che lo hanno ottenuto nel 2023, chiediamo che la nuova Commissione sia libera di fare le proprie valutazioni. Ci rendiamo conto che è quasi impossibile leggere tutte le istanze (di media occorrono tre ore per leggerne una)… sarebbe utile ed auspicabile che la Commissione svolgesse nel mese di novembre 2024 audizioni rivolte ed aperte ad ogni singolo festival cinematografico per poter meglio comprendere le varie realtà”.

E conclude: “non chiediamo di essere finanziati a tutti i costi, ma il diritto di essere valutati… e con correttezza… quello lo pretendiamo”.

Abbiamo ritenuto opportuno rilanciare questa posizione critica (di contestazione anche dell’associazione alla quale pure la kermesse di Lenola aderisce, ovvero l’Afic), senza entrare nel merito della soggettività dell’analisi, elaborata da un proponente comprensibilmente… “frustrato”: il “Festival Internazionale Inventa un Film Lenola”, in effetti, negli ultimi 3 anni si è così classificato: nel 2023, al “rank” n° 256, a fronte di 148 finanziati (totale istanze 265); nel 2022, al 164° posto, a fronte di 144 finanziati (totale istanze 248); nel 2021, al 136° posto nella graduatoria, a fronte di 129 finanziati (totale istanze 242)…

Abbiamo ritenuto opportuno rilanciare questa “contestazione” perché questa lamentazione è comunque – al di là del merito – sintomatica del malessere che serpeggia tra gli organizzatori di festival cinematografici italiani…

Su questi temi, rimandiamo a quanto dichiarato ieri dallo stesso Presidente Pedro Armocida ad IsICult-Key4biz, e confidiamo che il suo tono dialogico ed ottimista non debba essere smentito dall’operato della Commissione degli Esperti ovvero dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo guidata da Nicola Borrelli: vedi “Key4biz” del 14 novembre 2024, “Agitazione del settore cine-audiovisivo, la Procura di Roma avvia le indagini sulla (mala) gestione del Tax Credit”…

Ed il settore dei concerti musicali bussa alla porta del Ministero per chiedere il “Tax Credit”. Eppure è un settore ben ricco: i 61 associati che aderisco ad AssoConcerti, nel loro insieme, realizzano più ricavi dell’intero comparto del cinema?!

E se il “Tax Credit” ed in generale il sostegno dello Stato a favore del settore cine-audiovisivo è soggetto a tensioni ed agitazioni, va segnalato che ieri l’altro, mercoledì 13 novembre, il Ministero della Cultura ha ospitato un convegno promosso da Assoconcerti, la quale ha chiesto il sostegno del credito di imposta a sostegno dell’industria dei concerti.

Questa è la richiesta manifestata mercoledì mattina nella Sala “Spadolini” del Ministero della Cultura, dove si è tenuto il convegno “La Canzone Popolare Live. Dati e Prospettive”, un incontro promosso dall’associazione di categoria che raggruppa i più importanti organizzatori e produttori di musica dal vivo.

Di fronte al Ministro Alessandro Giuli, il Presidente di AssoConcerti, Bruno Sconocchia, ha sottolineato i desiderata di una categoria che al momento non riceve alcun sussidio dallo Stato, perorando l’introduzione di un tax credit già in essere in altri Paesi.

Il nostro settore ha sempre prodotto ricchezza per lo Stato. Di fronte a questo, non abbiamo mai ricevuto alcun sostegno pubblico – ha detto Sconocchia – anche se non sono certo mancate le dichiarazioni di principio. Crediamo sia venuto il tempo perché la politica passi da un riconoscimento formale ad uno sostanziale: chiediamo uno strumento di politica industriale che possa supportare un settore importante per la cultura e contribuisce alla fiscalità generale con una elevata valenza occupazionale e un’importante ricaduta sul territorio, anche nel settore turistico. Ci preme infatti sottolineare che i numeri così importanti dei maggiori ricavi di questi due ultimi anni non hanno ancora permesso neppure il recupero del fatturato perso nei due anni durane i quali siamo stati fermi per il Covid”.

L’ipotesi messa sul tavolo è quella del doppio binario: “il finanziamento diretto, attraverso il Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo (Fnsv), già previsto dalla legislazione attuale, per realtà no profit che strutturalmente necessitano di un supporto per raggiungere un pareggio di bilancio e l’introduzione per il settore privato dello strumento del tax credit, già utilizzato ad esempio per le aziende del settore del cinema e dell’industria fonografica e audiovisiva”.

La richiesta di Assoconcerti è certamente legittima, anche se sembra cozzare con i “numeri” di un settore che dimostra grande vitalità e finanche ricchezza: a partire dai numeri forniti dalla Siae (Società Italiana Autori e Editori) e, dall’esame dei bilanci delle aziende degli associati nel 2023, Alessandro Leon, Segretario generale dell’Associazione per l’Economia della Cultura (Aec), ha presentato i dati del comparto, evidenziando come la musica “pop, rock e leggera”, nelle sue manifestazioni dal vivo, “con i 36.018 spettacoli ha registrato 23.732.393 spettatori e oltre 894 milioni di ricavi al botteghino. Questo però rappresenta da solo quasi il 60 % dell’intero comparto dello spettacolo dal vivo, e come di quel 60 % gli associati AssoConcerti coprano a loro volta quasi il 70 %”.

Un dato è impressionante: “i 61 associati che aderisco ad AssoConcerti, nel loro insieme realizzano più ricavi dell’intero comparto del cinema”.

Si stima che il settore dei concerti in Italia produca un (impressionante) indotto totale di circa 4 miliardi e mezzo di euro

Torneremo presto su questi dati e su queste prospettive, ma ci si domanda se un settore dell’industria culturale così “benestante” (a fronte della “crisi” strutturale del settore cine-audiovisivo, così fortemente sostenuto dallo Stato perché caratterizzato da un presunto “deficit di mercato”) debba beneficiare del “tax credit”… Raffinata questione di “politica culturale”, in verità.

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale”. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” (ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale).

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