Un nuovo sospiro di sollievo per le Big Tech e gli Hyperscaler. Il Governo italiano non intende ripresentare la norma, inizialmente prevista in tre emendamenti paralleli da FI, Lega e Fratelli d’Italia alla Legge annuale sulla Concorrenza. L’ha confermato oggi a Key4biz il ministro Adolfo Urso, a cui abbiamo rivolto la domanda, a margine del Forum nazionale delle telecomunicazioni 2024 di Assotelecomunicazioni-Asstel.
La videointervista al ministro Urso
“Ministro, la norma, che inizialmente prevedeva per le Big Tech e gli Hyperscaler un contributo dei costi delle reti a favore delle TLC sarà ripresentata?”
“Questa”, ci ha risposto, “è una riflessione che si è aperta anche in sede europea e io credo che si possa e si debba sviluppare in maniera congrua, ovviamente in sintonia con quello che si può fare a livello europeo”. “Certamente”, ha ripetuto il Ministro delle imprese e del Made in Italy, “è importante che ci sia una partecipazione ai costi anche per facilitare gli investimenti delle telecomunicazioni da parte di coloro che sempre più usufruiscono di questo servizio”.
Butti: “Fair share? Solo a livello europeo”
“La questione del fair share non può essere affrontata a livello domestico”, ha detto il Sottosegretario Alessio Butti. E anche secondo lui è una partita da “affrontare a livello europeo, ma deve essere elaborata in presenza di numeri attendibili e non sconfessabili”.
Invece, secondo il presidente di Asstel Massimo Sarmi, andrebbe continuato, sempre in ambito nazionale, “il percorso avviato sulla possibile contribuzione delle Big Tech agli investimenti sostenuti dalle Tlc”, con l’obiettivo “di adeguare le reti alla crescita del traffico dati e sostenere lo sviluppo delle infrastrutture di nuova generazione”.
Secondo i dati diffusi oggi al Forum proprio da Sarmi “i MAMAAN (Meta, Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet e Netflix) nel 2023 hanno prodotto il 55% del volume del traffico Internet” (Fonte: Global Internet Phenomena Report, Sandvine, marzo 2024).
“Nell’ora di punta”, ha aggiunto Walter Renna, Ad di Fastweb, “il traffico prodotto è dell’80%”
Allora, come colmare questa asimmetria a livello europeo tra OTT e Telco?
Perché il sistema delle Telecomunicazioni, a causa del mancato ritorno degli investimenti, non potrà più reggere a lungo, mentre i MAMAAN, grazie alle reti di TLC possono continuare a innovare e a crescere economicamente. “Ma stanno portano la Rete allo stremo“, ha detto Benedetto Levi, AD di Iliad Italia.
“C’è bisogno che gli operatori di telecomunicazioni abbiano un’adeguata remunerazione dei capitali per poter investire”, ha detto ai nostri microfoni Pietro Labriola, AD e DG TIM. “Non chiediamo nulla di più. Per una serie di motivi e scelte di politiche industriali del passato la nostra Industry è stata spremuta come un limone”. “Dobbiamo ritornare”, ha concluso, “a dare fiato e capacità economica e finanziaria a questa industria per tornare a investire a livelli adeguati e necessari per ridare competitività”.
La videointervista a Pietro Labriola (TIM): “Un piano industriale europeo per rilanciare le TLC
Serve, quindi, per rilanciare il settore “un piano industriale”, ha osservato, giustamente, Gianluca Corti, AD WindTre, a livello governativo nazionale e europeo.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Sabrina Casalta, CFO Vodafone Italia e prossima AD: “Per correggere questa dinamica e creare condizioni di mercato che favoriscano gli investimenti necessari è fondamentale una politica industriale per il settore con interventi strutturali e politiche mirate. In questo contesto diventa essenziale un’estensione della durata delle licenze per l’uso dello spettro, attraverso meccanismi di rinnovo delle frequenze di prossima scadenza che consentano agli operatori di liberare risorse necessarie all’intera filiera”.
“Noi siamo convinti”, ha concluso il ministro Urso nell’intervista, “che l’Europa debba scommettere sul settore delle telecomunicazioni perché fondamentale allo sviluppo competitivo e tecnologico dell’Italia e dell’Ue“.