Favorire collaborazione tra Cotec Europa e Ue su politiche comuni per innovazione, essenziale per crescita e competitività  

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Riportiamo di seguito l’intervento di Luigi Nicolais, Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella PA e Presidente del COTEC Italia, nel III° Incontro COTEC Europa (Lisbona, 17 luglio 2007).  

Italia


Luigi Nicolais

Signor Presidente della Repubblica del Portogallo,

Maestà,

Signor Presidente della Repubblica Italiana,

Signor Primo Ministro,

Signor Presidente della Banca Europea degli Investimenti,

Signori Ministri,

Signori Presidenti delle Fondazioni COTEC di Portogallo e Spagna,

Signori Ambasciatori,

Illustri esponenti del mondo imprenditoriale ed accademico,

Signore e Signori,

 

Lasciatemi in primo luogo manifestare il nostro entusiasmo nel partecipare oggi al terzo incontro del Cotec Europa – per il quale va il mio ringraziamento al Governo del Portogallo ed a tutti gli organizzatori – perché si tratta di un appuntamento che sancisce una volontà chiara di avanzare insieme su un terreno, quello della ricerca e dell’innovazione, ove le sfide aperte richiedono risposte che accomunino l’impegno e la passione di ricercatori, di imprenditori, di attori economici e sociali e di decisori pubblici.

 

E’ un impegno che deve essere dei nostri Paesi, ma sempre più deve affiancarsi a quello degli organi sovranazionali. Oggi siamo chiamati proprio a promuovere questo salto di qualità nelle nostre azioni, discutendo insieme proposte per favorire una maggiore e più stretta collaborazione tra Cotec Europa e la Commissione Europea sulle politiche comuni per l’innovazione, presupposto essenziale per la crescita e la competitività.

 

Di fronte a questo appuntamento ho una duplice aspettativa. Quella del ricercatore – da lungo tempo coinvolto nei processi d’innovazione e nei rapporti tra ricerca e industria nel settore dei materiali innovativi – e quella, più recente – ma non meno appassionante – di membro del governo italiano. Un governo che si sta impegnando a fondo in questo campo, cercando di trovare risposte per collegare efficacemente la ricerca e l’impresa e per superare quella sorta di “valle della morte” nella quale finiscono molte buone idee che non hanno la forza, la capacità ed il sostegno necessari per trasformarsi in impresa.

 

Vale in primo luogo sottolineare che le scelte programmatiche operate dai nostri Cotec si inseriscono in modo organico nel processo avviato dal Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 che decise di avviare la transizione verso una società ed un’economia basate sulla conoscenza e dal Consiglio di Goteborg del 2002 che definì le priorità per perseguire uno sviluppo sostenibile dell’Europa.

La consapevolezza dei punti di debolezza e dei ritardi strutturali dei nostri Paesi nell’innovazione tecnologica ci è servita da stimolo per procedere.

In ciascun Paese, con modalità diverse, ma con una visione comune, abbiamo favorito e sostenuto i processi innovativi delle imprese favorendo le sinergie tra settore pubblico e privato, individuando quali “fattori di ambiente” dovessero essere migliorati per rendere maggiormente competitivi ed attrattivi i nostri territori, promuovendo la formazione di cluster efficaci tra gli organismi scientifici e le imprese e innalzando l’offerta di alta formazione in termini coerenti con la domanda proveniente dal tessuto imprenditoriale.

 

E’ una sfida che non possiamo certo dire di aver vinto, poiché il cammino è lungo e la meta ambiziosa. Ma sentiamo che i risultati fin qui raggiunti – ed il metodo che abbiamo scelto per raggiungerli – sono certamente molto incoraggianti.

In tutti e tre i nostri Paesi, pur con le caratteristiche proprie che caratterizzano ciascun Cotec quale espressione unica di una pluralità di attori nazionali, le scelte programmatiche compiute sono partite da un’analisi multidimensionale, attenta e condivisa, della situazione realmente esistente in termini di fabbisogno di innovazione. Fabbisogni in particolare espressi dai soggetti economici, siano essi dei settori “di punta” che – e direi, soprattutto – di quelli più tradizionali.

 

Abbiamo quindi agito con la bussola sempre puntata a definire e valorizzare quei fattori in grado di rafforzare la competitività, di orientare le scelte verso l’innovazione e lo sviluppo, di stimolare le risorse endogene e la produzione di beni immateriali, quali le conoscenze e le competenze.

Vorrei citare qui solo alcuni dei positivi esempi di questa linea d’azione comune, basata sull’analisi rigorosa e sulla condivisione delle scelte tra gli attori, elementi fondamentali per orientare le decisioni dei singoli, ma anche per definire politiche pubbliche in supporto all’innovazione.

 

Il Libro Bianco sul sistema di innovazione nazionale, prodotto già qualche anno fa dai colleghi ed amici spagnoli, è servito non solo ad avviare un lungo processo di dialogo nazionale su innovazione e competitività, ma anche a formulare analoghi esercizi nelle regioni di Valencia, Murcia, Madrid, Asturie, Isole Canarie, Castilla-La Mancha. Molte delle raccomandazioni così formulate sono poi divenute parte delle politiche d’innovazione di quei territori. Ed analoghi esercizi sono stati realizzati in Italia ed in Portogallo.

Ai processi di analisi e riflessione strategica, ha fatto seguito lo sviluppo di sistemi di management dell’innovazione. Si tratta di modelli che utilizzano strumenti per la promozione dell’innovazione tecnologica e della ricerca applicata, per l’integrazione di questi componenti nelle strategie aziendali e per la definizione di alleanze pubblico-private.

 

A ciò si aggiungono le molte iniziative di cooperazione per l’innovazione, quali ad esempio quelle sviluppate dal Cotec del Portogallo con il “Network delle PMI innovative” o di “Cluster dell’innovazione e della competitività”, o il programma sul trasferimento tecnologico dall’università all’impresa realizzato in Italia attraverso i distretti tecnologici e i Centri regionali di Competenza che hanno messo a sistema l’offerta e la domanda di innovazione.

Un altro fondamentale campo d’azione, comune ai nostri Cotec, è quello di favorire una cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità: il rafforzamento dell’innovazione nei Paesi dipende infatti anche dalla disposizione dei cittadini alla comprensione delle nuove tecnologie e dalla loro propensione a diventare essi stessi innovatori!

Lungo queste stesse direttrici intendiamo far procedere l’azione di Cotec Italia, rafforzandone l’impatto sul sistema paese con nuove iniziative mirate a migliorare la capacità di analisi e proposta, valorizzare la ricerca e sviluppare un sistema informativo integrato delle eccellenze dei centri di ricerca e delle imprese.

 

Molte altre attività realizzate nei tre Paesi potrebbero essere citate, ma ritengo a questo punto soprattutto importante sottolineare che oggi le esperienze sviluppate dai nostri Cotec siano tali da poter essere di valido supporto anche alle strategie e politiche comunitarie sui temi dell’innovazione, quale cardine per il rilancio della competitività economica della regione Europea.

Le sfide della competitività, ma anche le peculiarità di un sistema pubblico-privato in grado di crescere in maniera armonica ed includente, passano infatti soprattutto attraverso la creazione di uno spazio comune attraente, favorevole agli investimenti, allo sviluppo economico e del capitale sociale.

 

A partire dalle esperienze consolidate, è oggi possibile – e doveroso – promuovere insieme la diffusione dell’innovazione su vasta scala, sviluppare ed attrarre nuove tecnologie, accumulare competenze gestionali e di governance dell’innovazione, raccordare i sistemi di alta formazione con le esigenze degli attori economici e sociali, stimolare e valorizzare nuovi settori di specializzazione. In modo particolare quelli legati nostra qualità di vita e dell’ambiente ove viviamo, per noi e per le generazioni che verranno!

 

Grazie

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