Continua la crociata di Iliad contro le offerte riservate, una pratica commerciale scorretta e anticoncorrenziale, secondo l’operatore TLC guidato da Benedetto Levi, che i grandi operatori (Tim, Vodafone e WindTre) e i second brand (Kena, .ho e Very Mobile) mettono in pratica nei confronti dell’operatore low cost e dei Mvno allo scopo di sottrarre clienti in modo mirato. Offerte assai vantaggiose, già oggetto di una ricerca ad hoc sue anni fa, Offerte che arrivano tramite canali secondari, magari in teleselling o via Sms, o su Facebook o ancora direttamente negli store con l’offerta scritta col gessetto sulla lavagnetta a prezzi stracciatissimi. Offerte che spingono i clienti a scegliere l’offerta iper vantaggiosa, che però dopo qualche tempo, in media sei mesi, prevede delle rimodulazioni, degli aumenti di prezzo o dei nuovi servizi non richiesti che fanno lievitare il prezzo da pagare. Spingendo i clienti a saltare su nuove offerte e destabilizzando così il mercato attraverso triangolazioni che vedono i consumatori letteralmente saltare da un operatore all’altro alla ricerca dell’offerta migliore. Con conseguente erosione delle tariffe e del valore dell’offerta.
Oggi nella sala Nassyria del Senato iliad ha presentato una ricerca ad hoc per quantificare il fenomeno, “Dinamiche competitive del settore della telefonia mobile. Le offerte riservate” a cura dei professori Cesare Pozzi, Davide Quaglione, Domenico Lombardi.
Il dato più eclatante che emerge è che a subire i danni maggiori dalle offerte riservate sono gli stessi operatori che le mettono in pratica, con una costante flessione dell’Arpu come effetto perverso a spirale dell’abbassamento dei prezzi. In altri termini, oltre a danneggiare Iliad, gli incumbent finiscono per danneggiare se stessi producendo un effetto collaterale perverso, vale a dire la flessione dei ricavi.
Benedetto Levi (Iliad): ‘Offerte riservate creano tanti danni a tutta la industry delle telco’
“Perché da anni parliamo di offerte riservate? Non soltanto perché ci danneggiano, ma soprattutto perché riteniamo che si tratti di un problema per tutta la industry delle telco – ha detto l’amministratore delegato di Iliad Benedetto Levi – Molti sentono dire che il vero problema della crisi delle Tlc è Iliad, ma già nel 2016, prima che entrassimo sul mercato italiano, il Foglio scriveva che la guerra dei prezzi l’aveva fatta H3G. Forse, si confonde la guerra dei prezzi con la concorrenza. Dire che Iliad da sola è stata la causa della crisi di tre colossi è semplicistico. Quattro operatori sono troppi? Parliamone pure. Ma oggi siamo qui per parlare di una pratica, le offerte riservate, che esiste soltanto in Italia e che è inconcepibile all’estero. E che crea tanti danni”.
Tlc, Beleffi (Mimit): ‘Per settore necessaria uniformità di visione’
Questo, delle telecomunicazioni, “è un mercato particolare, con contorni disegnati dal rapporto Letta e Draghi che hanno messo in luce punti di forza e debolezza, ma anche opportunità e sfide da raggiungere insieme. Questo è un quadro che necessiterà di un lento processo che comporterà un’uniformità di approccio nell’ambito europeo tra Stati membri in questo settore. Ci sarà necessità di tempo, ogni Stato membro avrà le sue specificità che andranno riconosciute. Per raggiungere questa uniformità di visione”, bisognerà “porre in essere serie di azioni che riguardano tutti gli elementi del settore: roaming, call center e una serie di questioni da affrontare insieme a livello europeo”. Così Giorgio Maria Tosi Beleffi, dirigente dell’ufficio di gabinetto del Mimit, intervenendo in Senato alla conferenza stampa di presentazione della ricerca.
Offerte riservate, fenomeno in aumento
In realtà, un tentativo di intervenire sulle offerte riservate “c’è stato un paio di anni fa, nella legge annuale sulla concorrenza ma con risultati nulli perché il fenomeno lungi dal diminuire si è accentuato, secondo i dati della ricerca che presentiamo oggi“, ha detto Cesare Pozzi, Professore Ordinario di Economia Applicata presso l’Università degli Studi di Foggia e Vicedirettore del Gruppo Ricerche Industriali e Finanziarie (Grif) “Fabio Gobbo” della Luiss Guido Carli.
“Le offerte riservate non sono equamente distribuite – ha detto Davide Quaglione, Professore Ordinario di Economia Industriale e Direttore del Dipartimento di Studi Socio-Economici, Gestionali e Statistici presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara – i target principali sono Iliad e i Mvno. Il numero di offerte riservate è aumentato nel tempo e di pari passo è diminuito il prezzo per gigabit. Ora il prezzo medio per gigabit è di 10 centesimi”. I problemi connessi a queste offerte riservate sono la scarsa trasparenza, visto che i canali usati per veicolare non sono generalisti e quindi una parte di queste offerte non viene censita. Vengono così incentivate le cosiddette triangolazioni, con i consumatori che saltano da un operatore all’altro a caccia dell’offerta più vantaggiosa. Transiti temporanei su Iliad, con tassi di movimento molto elevati con conseguenti problemi di offerte schizofreniche e scarsa stabilità della base clienti. La triangolazione è una pratica usata per accedere alle offerte riservate di un dato operatore. Si verifica in due casi: l’utente chiede di poter sottoscrivere un’offerta al proprio operatore, che consiglia di passare temporaneamente a un altro operatore e poi tornare per ottenere l’offerta a un prezzo migliore; l’utente vuole passare dal proprio operatore a un altro, ma gli viene suggerito di passare prima a un terzo operatore per poi accedere all’offerta del secondo, in modo da poterla sottoscrivere a condizioni più vantaggiose.
“Le triangolazioni creano un effetto negativo per la concorrenza – ha detto Domenico Lombardi, Professore di Pratica delle Politiche Pubbliche e Direttore del Luiss Policy Observatory presso la School of Government – l’instabilità delle quote di mercato si può ripercuotere sulla mancanza di investimenti e il mancato raggiungimento degli obiettivi”.
Consumatori nella giungla delle offerte, ma preferiscono la stabilità di prezzo
A seguire, Alessandra Dragotto, Head of Market Research di SWG, ha presentato i risultati della ricerca di mercato condotta da SWG, azienda leader in Italia nel settore delle indagini demoscopiche, “Le Offerte Riservate nel Mercato della Telefonia Mobile. Impatti sui Comportamenti dei Consumatori e Prospettive future” che ha analizzato la percezione degli italiani riguardo le logiche del mercato delle telecomunicazioni mobili.
Hanno discusso le evidenze dei due lavori Carlo Cambini, Professore ordinario di Economia Industriale del Politecnico di Torino, la Senatrice Simona Petrucci, membro della VIII Commissione Ambiente, Massimo Brizi, CEO di NeN – Gruppo A2A, l’On. Carmen Letizia Giorgianni, membro della V Commissione Bilancio, e il Senatore Lorenzo Basso, Vicepresidente, VIII Commissione Ambiente.
“Il 63% dei consumatori dice che ci sono talmente tante offerte che non si riesce più a distinguerle – ha detto Alessandra Dragotto, Head of Market Research di SWG – il 70% dei consumatori preferisce pagare un po’ di più piuttosto che andare incontro a delle rimodulazioni di prezzo. Si preferisce la stabilità. Il 39% di chi ha sottoscritto delle offerte riservate ha subito un aumento di prezzo dopo sei mesi dalla sottoscrizione”.
Le proposte della politica
“Le offerte riservate producono un far west di offerte che mandano in confusione i consumatori – ha detto Carmen Letizia Giorgianni, membro della V Commissione Bilancio, e il Senatore Lorenzo Basso, Vicepresidente, VIII Commissione Ambiente – l’attività di controllo delle Autorità (Agcom e Agcm) non basta. Le sanzioni non cambiano il quadro e quindi il problema va affrontato con un intervento normativo, perché i consumatori vanno tutelati”.
Sulla stessa linea il Senatore Lorenzo Basso, Vicepresidente, VIII Commissione Ambiente: “Le autorità se ne occupano, ma non sono sufficienti – ha detto Basso – serve un intervento legislativo per regolare le offerte riservate escludenti, che devono essere bloccate”.