Reti ottiche sottomarine: Alcatel-Lucent verso la prossima generazione di tecnologie che annullano le barriere tra continenti

di Rosa Pugliese |

Europa


Alcatel-Lucent

Calais, bella cittadina con uno storico porto marittimo a nord della Francia, ha l’aria di essere come una donna dal fascino e dall’eleganza francese, ma che ha grande familiarità con modi di fare britannici. Ha tanti primati che la legano al mare, ma uno dei più importanti è che nel 1850 fu posato qui il primo cavo sottomarino, proprio sotto la Manica, tra l’Inghilterra (Dover) e la Francia (Calais). Il cavo si ruppe, probabilmente a causa dell’ancora di un pescatore.

Non a caso proprio qui Alcatel-Lucent – leader mondiale anche in reti ottiche, tra i tanti settori in cui eccelle – ha allestito i propri laboratori sulle reti sottomarine.

Oggi una fitta rete di cavi sottomarini collega tutti i continenti tranne l’Antartide.

La tecnologia ha reso possibile sistemi sempre più protetti e resistenti, oltre che veloci. Ma la vera svolta tecnologica arrivò negli anni Ottanta con l’introduzione della fibra ottica, divenuta ormai la tecnologia di elezione per questo genere di cavi. Rispetto al rame, la fibra ottica è infatti immune dai disturbi elettromagnetici, attenua in misura molto inferiore il segnale (permettendo una maggiore distanza tra gli amplificatori) ed ha una capacità di trasporto enormemente superiore.

 

E’ curioso pensare come i dati navighino i mari di ogni latitudine in così poco tempo. In effetti nel corso degli anni, le reti ottiche sottomarine hanno contribuito a superare le barriere tra continenti, agendo da autostrade della comunicazione e contribuendo a creare l’attuale livello di globalizzazione. Senza contare che l’incremento costante e forte del traffico di dati unito all’emergere di nuovi ambiti delle tlc, sono i principali trend che stanno caratterizzando proprio il settore di tali reti.

 

Alcatel-Lucent possiede il 40% di queste reti e sta lavorando a diversi progetti.

Il Neptune Project, di cui abbiamo avuto modo di parlare con Etienne Lafougère, General Manager delle attività sottomarine di Alcatel-Lucent, è una joint-venture guidata dall’Università di Washington negli USA e dall’Università di Victoria in Canada.

L’osservatorio oceanografico al largo delle coste canadesi, ad esempio, permette di monitorare i fondali e cogliere i primi segnali di movimento terrestre. Non è poca cosa se si pensa a fenomeni come lo tsunami, i quali diventano così ampiamente monitorabili e, per quanto possibile, prevedibili.

La rete ottica che verrà realizzata attraverso il Neptune Project sarà lunga oltre 800 chilometri e fa parte di un progetto ancora più ampio finalizzato a collegare altri punti della costa USA, raggiungendo una lunghezza di 3.000 chilometri, il più esteso monitoraggio a livello mondiale.

 

Se poi rientriamo di qualche chilometro e torniamo nei confini nazionali possiamo parlare del progetto NEMO (NEutrino Mediterranean Observatory).

Nell’ambito della realizzazione di NEMO, il telescopio sottomarino dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), una rete ottica sottomarina consente la trasmissione di dati alle postazioni dei ricercatori per il monitoraggio di elementi astrofisici e geofisici quali i fenomeni bioluminescenti, l’ambiente marino e l’attività sismica.

La rete ottica sottomarina di Alcatel-Lucent – cui il progetto è stato assegnato in consorzio con Elettra –  assicura connettività a banda larga ed elevata potenza al telescopio sottomarino localizzato ad una profondità di 3.500 metri ed al largo della costa siciliana.

Con una stazione terrestre a Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa, non lontano dai laboratori INFN di Catania, NEMO rileverà neutrini, ossia particelle elementari che viaggiano attraverso l’universo senza essere deviate dai campi magnetici o assorbite. Questa caratteristica li rende perfetti per lo studio dei fenomeni che si verificano nell’universo, poiché è possibile seguire le informazioni fino alla fonte di emissione. 

Per poter rilevare la luce e calcolare le direzioni dei neutrini con la massima precisione angolare possibile, NEMO si affiderà a 5.000 sensori ottici che serviranno da lenti per la raccolta di dati relativi a fenomeni diversi, tra cui collisioni di galassie ed esplosioni stellari. In questo modo si costituirà, inoltre, l’infrastruttura tecnologica per applicazioni oceanografiche e geofisiche quali il monitoraggio e la previsione di terremoti.  

 

In attesa di svelare i segreti della galassia, già oggi, le rilevazioni di NEMO hanno permesso di scoprire che sono centinaia – e non decine come si pensava – i capodogli che vivono nel Mediterraneo. Ciò è stato scoperto grazie alla profondità a cui sono state fatte le rilevazioni e per la varietà e chiarezza dei suoni registrati.

 

Anche le reti ottiche sottomarine destinate alle comunicazioni stanno vivendo un momento di rinascita.

Alcatel-Lucent e NEC hanno annunciato nell’aprile 2007 che realizzeranno l’Asia-America Gateway, la prima rete Terabit che collega direttamente il Sud-Est asiatico con gli Stati Uniti.

La rete, del valore di 500 milioni di dollari sarà lunga 20.000 chilometri – circa la metà dell’equatore – e collegherà la Malesia alla Costa Occidentale degli USA, passando per Singapore, la Tailandia, il Brunei, il Vietnam, Hong Kong, le Filippine, Guam e le Hawai. Non solo. La rete è progettata per poter essere ampliata, in futuro, fino a raggiungere gli altri continenti.

Sembra una rivoluzione e in effetti lo è dal momento che un solo, unico, cavo ottico collegherà i due continenti attraverso nuove vie, quando normalmente il collegamento passa per l’Asia settentrionale.

 

Non è finita. L’australiana Telstra, nell’ambito del proprio progetto di trasformazione della rete su protocollo IP, ha inoltre incaricato Alcatel-Lucent di realizzare un collegamento ottico sottomarino tra Sydney e le Hawaii. Si tratta di 9.000 chilometri per facilitare l’erogazione di servizi innovativi e di alta qualità ai 5 milioni di clienti di Telstra, come la videoconferenza e i servizi video mobili, alla velocità di 1,28 Tbit/s. Il completamento del progetto avverrà nella seconda metà del 2008.

La soluzione fornita a Telstra è basata sulla piattaforma sottomarina di nuova generazione DWDM, Alcatel-Lucent 1620 Light Manager, prodotta negli stabilimenti triestini di Alcatel-Lucent e che è parte di molte reti ottiche sottomarine in tutto il mondo.

 

Ma l’impegno di Alcatel-Lucent nell’ambito della posa di cavi e delle connessioni sottomarine intercontinentali non si ferma qui.

Solo quest’anno ad esempio, Brasil Telecom Globenet ha annunciato che amplierà i 22.000 chilomentri di rete sottomarina proprio implementando la piattaforma 1620 Light Manager di Alcatel-Lucent, per poter fornire servizi migliori ai suoi clienti.

Il terminale 1620 è inoltre parte della rete  Atlas Offshore di Maroc Telecom (che collega Asilah – in Marocco – a Marsiglia) e di Mediterranean Nautilus, la rete ad anello che si estende per circa 6.000 chilometri, collegando Italia, Grecia, Turchia e Israele ed offrendo facile connettività a banda larga agli utenti business e residenziali.

 

Grazie all’accordo con il Consorzio East Africa Submarine Cable System (EASSy), Alcatel-Lucent realizzerà la prima rete ottica sottomarina dell’Africa orientale, lunga 10.000 chilometri e anch’essa basata sulla piattaforma 1620 Light Manager, che collegherà entro il 2008 il Sudan al Sud Africa, passando per il Gibuti, la Somalia, il Kenya, la Tanzania, il Madagascar e il Mozambico.

 

L’elenco dei progetti Alcatel-Lucent dal 2004 ad oggi è lungo.

 

La società, infatti, guida i processi di trasformazione delle reti ottiche tradizionali a quelle di nuova generazione, ottimizzandone il traffico di dati.

Le soluzioni sviluppate supportano un’ampia gamma di servizi e applicazioni: triple play, connettività Gigabit Ethernet e backhaul del traffico mobile 3G.

Ci sono almeno cinque buone ragioni per affidare la comunicazione ai cavi di Alcatel-Lucent, ci ha spiegato Etienne Lafougère: “La prima è una struttura ad alta capacità di trasmissione universale che combina la tecnologia WDM sottomarina multi-gigabit e le soluzioni di trasporto ottico per il cablaggio. Alcatel-Lucent offre un approccio senza eguali che integra l’infrastruttura terrestre e sottomarina di massima flessibilità per garantire la crescita e un più alto livello di protezione e gestione della rete”.

La società offre, inoltre, la più alta capacità di trasporto sottomarino: 1.05 Tbit/ per paia di fibre (105 canali a 10 Gbit/s ognuno) 6.3 Tbit/s per 6 paia di fibre o 8.4 Tbit per otto paia. Tanto per fornire un esempio pratico, circumnavigare il globo a 8.4 Tbit/s corrisponde a più di 100 milioni di chiamate in simultanea, il contenuto di 13 mila CD-ROM, una pila di documenti cartacei lunga 50 chilometri oppure 1400 film in HD trasmessi ogni secondo. In base agli accordi e agli specifici bisogni gli operatori di rete possono scegliere più soluzioni”.

Un secondo aspetto importante è sicuramente un’infrastruttura di rete  ad alta affidabilità su tutti i livelli, criterio essenziale per gli operatori di tlc.

Inoltre, Alcatel-Lucent assicura un portafoglio completo di strutture di sistemi di gestione della rete grazie a 1350 suite di management che permettono agli operatori di monitorare e gestire i servizi su tutta la rete, sia via terra che via mare.

Il quarto aspetto importante è un portafoglio comprensivo di servizi di consulenza che permette agli operatori di pick-and-mix i servizi Alcatel-Lucent che vanno dalle attività precontrattuali fino alle operazioni amministrazione e di manutenzione.

 

In ultimo, certamente non per importanza, occorre ricordare – come ci hanno sottolineato i manager di Alcatel-Lucent a bordo – che le attività sottomarine devono svolgersi sempre nel totale rispetto dell’ambiente naturale.

Per questo motivo i cavi Alcatel-Lucent funzionano nel rispetto degli specifici standard ambientali e solo dopo aver ottenuto tutti i permessi delle autorità competenti.

 

Il cavo in sé è molto piccolo – 17 mm di diametro – ed è pensato per avere un ciclo di vita di più di 25 anni, questo lo rende abbastanza neutrale per l’ambiente. Ciononostante, sono sempre prese tutte le misure necessarie per evitare l’impatto delle istallazioni, incluso il ripristino dell’erba marina dopo aver posato il cavo.

A testimonianza dell’attenzione verso l’ambiente, la nave Ile de Bréhat di Alcatel-Lucent, a bordo della quale siamo stati ospitati, ha superato con successo a settembre 2006 il processo di ispezione dell’agenzia di sicurezza marittima europea (EMSA).

 

Ritorniamo da Calais con i capelli pieni di salsedine e con la consapevolezza della qualità di interventi svolti da Alcatel-Lucent nel corso degli anni.

La società vanta in questo settore molti primati e ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo e implementazione delle più importanti reti sottomarine posate per connettere tutti i continenti, dall’Europa all’Asia, per tutta la lunghezza delle Americhe e attraverso il Pacifico.

Ad oggi, da quando fu realizzato quel primo collegamento dei sistemi telegrafici di Francia e Gran Bretagna nel 1850, Alcatel-Lucent ha posato 461.500 chilometri di reti ottiche sottomarine.

Sembra lontano, ma è appena ieri.

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