Italia
Targhette radio per snellire la burocrazia, ridurre gli errori, specie in campo sanitario, e contenere i costi. Dopo i computer ed i sistemi digitali, sulla scena dell’amministrazione pubblica si stanno per affacciare le targhette radio-identificative, ossia RFId (Radio Frequency Identification) nella gestione di persone, documenti e del patrimonio pubblico al fine di aumentare la propria efficienza e produttività nell’interesse del Sistema Paese. A “sdoganare” questo applicativo, già ampiamente usato nella logistica, per favorirne l’uso anche nella apparato burocratico, è stato il CNIPA, il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, presieduto dal prof. Fabio Pistella, che opera presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la pubblicazione delle “Linee guida per l’impiego dei sistemi RFId nella Pubblica amministrazione” (www.cnipa.gov.it), al termine di una lunga indagine, guidata dall’ing. Emilio Frezza, nel laboratorio sperimentale CNIPA, coinvolgendo anche il mondo industriale ed accademico, in particolare il Cattid-Centro per le Applicazioni della Televisione e delle Tecniche di Istruzione a Distanza dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Controllo degli accessi e delle presenze del personale pubblico; gestione dei processi di raccolta rifiuti per una tariffazione puntuale (Decreto Ronchi); gestione delle biblioteche per un miglior controllo del patrimonio librario e delle operazioni di prestito; identificazione e tracciamento dei documenti cartacei e della relativa gestione archivistica; gestione manageriale dei processi di inventariazione e manutenzione dei cespiti; diverse applicazioni ospedaliere, come l’accoppiamento tra farmaco e paziente per evitare errori nella somministrazione, ma anche tracciamento degli apparati elettromedicali, delle protesi sanitarie sino alla corretta identificazione delle sacche di sangue; identificazione degli animali con targhetta RFId sottocutanea: sono solo alcune delle innumerevole applicazioni del riconoscimento via radio che si prospettano nel settore pubblico grazie al sistema RFId.
Dopo i severi test, le “Linee Guida” tracciate dal CNIPA, una sorta di Codice della Strada, spaziano a 360° nelle applicazioni delineando i vantaggio logistici, operativi ed economici di queste radio-targhette, che si possono presentare come francobolli, placchette, pallini, chiodi, etichette stampate, microfibre celate nei tessuti o addirittura inchiostri.
Un solo dato, tra i molti, dà bene l’idea di efficienza e risparmio del sistema RFId applicato al mondo pubblico. Nella Biblioteca Didattica di Architettura del Politecnico di Milano Bovisa (con 60 mila libri, 10 mila fascicoli, mille documenti multimediali; in media due libri prestati a domicilio per ogni utente, 276 giorni annui di apertura), sono stati comparati il sistema di gestione dei libri con il codice a barre con quello RFId segnando a favore di quest’ultimo un risparmio del 14%, con una differenza di 23.692 euro (ossia 143.919 euro del costo complessivo e gestionale delle placchette radio rispetto ai 162 mila del codice a barre), senza contare i vantaggi in termini di abbattimento dei tempi di attesa, di liberazione di risorse umane, di miglioramento del servizio e, non ultimo, di drastica riduzione dei libri sottratti e di ottimale gestione dell’inventario.
Ma l’indagine del CNIPA si è accentrata non solo sugli aspetti meramente gestionali, per focalizzarsi anche su quelli dell’affidabilità e della robustezza: il verdetto è stato di promozione totale della targhette radio identificative, con un tasso di successo prossimo al 100%
E una risposta positiva è giunta anche per quanti temono le intrusioni del “grande fratello”. In tema di privacy, infatti, le “Linee Guida” dettate alla PA centrale e locale dal CNIPA precisano che “non si sono sinora registrati casi rilevanti di infrazioni delle norme, a fronte di un buon quadro normativo e tecnologico a protezione della raccolta e della diffusione di informazioni sensibili”.
Le istruzioni per l’uso del RFId del CNIPA hanno in sostanza messo in evidenza come “un processo ragionato, coordinato e consapevole di introduzione di tale tecnologia nella Pubblica amministrazione italiana, permetta una maggiore efficacia nell’esercizio di molti processi nella P.A. sia a vantaggio dei cittadini, sia degli stessi operatori delle amministrazioni”.