L'indagine

Starlink, l’accordo poteva partire in tre mesi. Spuntano altri report inviati all’uomo di Musk. Pd: Fondi del PNRR a Starlink?

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Emergono nuovi dettagli sull'indagine per corruzione nel mondo del digitale che coinvolge anche l'uomo di Musk in Italia. Quattro documenti riservati sul progetto Starlink inviati a Difesa e Esteri per un progetto pronto a decollare in tre mesi. Interrogazione del Pd: 'Il Governo ha ponderato i rischi relativi alla scelta di investire risorse del PNRR sulla proposta di Starlink?'.

La stampa, anche quella estera, continua ad occuparsi dell’indagine per corruzione che coinvolge anche Andrea Stroppa, il rappresentante di Elon Musk in Italia. Se nel Regno Unito è Il Times a concentrarsi sull’uomo di Musk in Italia, da noi un po’ tutti i quotidiani stanno seguendo l’evoluzione della vicenda. Oggi la Repubblica scrive che il Mef aveva espresso la sua disponibilità a valutare l’offerta mentre la Difesa e gli Esteri erano pronti, con alcune indicazioni operative per utilizzare il sistema satellitare Starlink. Intanto, Pd all’attacco: “Fondi del PNRR a Starlink?”.

L’interesse per il satellite resta al di là dell’inchiesta

L’interesse del governo per la tecnologia satellitare resta al di là dell’inchiesta in corso, come ribadito dal sottosegretario alla Trasformazione Digitale Alessio Butti in una intervista odierna al quotidiano la Verità. Una tecnologia che secondo Butti rappresenta un complemento e non una alternativa alla fibra e di certo non una minaccia alla sopravvivenza per Open Fiber, che anzi ha effettuato degli approfondimenti in materia (di satellite ndr).

Rete di emergenza e aree bianche

Quel che traspare sulla stampa, in sintesi, è che se da un lato nei mesi scorsi (per l’esattezza a giugno) era stato approvato un disegno di legge sullo spazio (ancora atteso in Parlamento), dall’altro nel Governo ben poco si sapeva della “trattativa” in corso tra Palazzo Chigi e Elon Musk. Ma molti ministeri da mesi erano stati coinvolti, anche perché una prima offerta, come scrive Repubblica, era stata presentata, per rispondere a un’esigenza della presidenza del Consiglio: «Una comunicazione satellitare altamente performante» valutata 1,5 miliardi di euro per 5 anni di affitto. Con tempi di realizzazione però troppo lunghi, perché non pronta prima del 2027.

La necessità del nostro paese è anche quella di coprire le “zone bianche” non coperte da cellulare e fibra, aggiunge il quotidiano, in tempi più stretti e contestualmente di garantire le comunicazioni nelle aree critiche anche in ottica militare.

Mef coinvolto e favorevole

Il Mef avrebbe espresso disponibilità, chiedendo il coinvolgimento di realtà italiane.

In calendario c’era una riunione al Comint (il Comitato per le politiche spaziali e aerospaziali) per concordare una posizione in vista dei negoziati con l’azienda. Chissà se con l’inchiesta della procura di Roma i programmi resteranno gli stessi, si chiede il quotidiano.

Starlink, 4 report inoltrati all’uomo di Musk

Oggi il Fatto Quotidiano scrive di ben quattro documenti “riservati” – uno del ministero degli Esteri e tre del ministero della Difesa – che l’ufficiale della Marina militare, Antonio Angelo Masala, ha girato durante l’estate ad Andrea Stroppa a margine di una serie di riunioni in corso presso il VI Reparto dello Stato Maggiore di Difesa sulla dotazione da parte del governo italiano della tecnologia Starlink, la connessione satellitare esclusiva della società americana SpaceX.

Intanto, si tratta di un report propedeutico, molto dettagliato, una sorta di bozza rispetto a una relazione definitiva che entro la metà di settembre sarebbe dovuta finire a Palazzo Chigi. Un documento tecnico condiviso tra Difesa, Farnesina e Intelligence che avrebbe permesso di gettare le basi per far funzionare anche in Italia il sistema satellitare Starlink per proteggere le comunicazioni di ambasciate e consolati e permettere la connessione alle aree più remote in Italia.

Aspetti tecnici

Nel documento, su cui i finanzieri del Nucleo Pef di Roma hanno messo le mani, sono elencati i pacchetti Ip (internet protocol) da mettere a disposizione per far funzionare la ground station (le stazioni satellitari a terra), le chiavi da integrare al sistema adottato dagli americani e quanti e quali “http” (hypertext transfer protocol) mettere a regime.

L’altro punto chiave nel documento riguarda le aree da proteggere o comunque da connettere. Tre regioni italiane (Basilicata, Calabria e Sicilia) attualmente sprovviste di connessione veloce su tutto il territorio. Ma soprattutto un elenco di ambasciate e consolati, tra cui spiccano Kabul (Afghanistan), Tripoli e Bengasi (Libia).

La valutazione del progetto Starlink nasce in virtù delle incertezze su Iris2, il progetto europeo voluto dalla Francia: con il fallimento di Iris2, l’Italia sarebbe rimasta senza copertura satellitare. L’offerta sul piatto, spiegano le stesse fonti, era di 1,5 miliardi di euro per 5 anni.

Interrogazione Pd su risorse PNRR per accordo con Starlink

Il gruppo del Pd del Senato ha presentato un’interrogazione alla presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia sulla vicenda Fibercop-Openfiber. Sottolineando come in una recente intervista il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti abbia confermato che “a settembre gli operatori hanno complessivamente raggiunto il traguardo di 1 milione di civici collegati e che ‘il governo è pronto a testare con Starlink un servizio per coprire in banda ultralarga le aree remote per ovviare ai forti ritardi nell’attuazione del progetto legato al PNRR’, i parlamentari Dem chiedono, al di là delle performance di Starlink, se “delegare ulteriormente la copertura internet di alcune aree del Paese a un’azienda straniera, controllata in maggioranza da un singolo individuo”, rappresenti o meno “un rischio significativo per la sicurezza nazionale”.

Nell’interrogazione dem, sottoscritta da tutto il gruppo con la prima firma del senatore Antonio Misiani, responsabile economico del partito, si chiede di sapere anche “se il Ministro sia stato informato per tempo da parte dei vertici di Fibercop della manifesta disponibilità a fornire soltanto la cablatura di 40.000 civici sui 96.000 proposti da Open Fiber nell’ambito della consultazione pubblica e se intenda attivarsi affinché siano fortemente accelerati i tempi di cablatura dei civici sul territorio nazionale e siano evitate tutte le situazioni che rischiano di compromettere la diffusione della banda ultralarga su tutto il territorio nazionale”. Tra le varie richieste che i Dem fanno al governo c’è anche quella se non si “ritenga necessario rendere noto lo stato di avanzamento del Piano Italia a 1 Giga” e se l’Esecutivo “abbia attentamene ponderato i rischi relativi alla scelta di investire risorse del PNRR sulla proposta di Starlink, sul conseguente mancato completamento della rete a banda ultralarga su tutto il territorio italiano e sull’assetto del mercato interno e la tenuta delle imprese del settore”. 

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