Il caso

Satelliti, Musk a Stroppa ‘Mai arrendersi’. Il Governo già d’accordo con Starlink?

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Tajani: 'Documento a Stroppa non era riservato. Non so perché questo ufficiale abbia parlato con il collaboratore di Elon Musk".

Satelliti, indagato l’uomo di Musk in Italia. Il Governo era d’accordo con Starlink?

Il Governo era d’accordo con Elon Musk per portare i suoi satelliti in Italia in un affare da 1,5 miliardi di euro? E’ questo il quesito che si apre all’indomani dello scoppio del caso Sogei, un caso di corruzione che coinvolge non soltanto il direttore generale della in-house del MEF Paolino Iorio, che ha confessato di aver accettato tangenti per 100mila euro, ma anche altri 17 indagati per corruzione, fra cui Andrea Stroppa il referente di Elon Musk in Italia, indagato per concorso in corruzione in una indagine della Procura di Roma.

“Il governo è con noi”

“Il governo è con voi”, si legge in un’intercettazione telefonica agli atti dell’indagine Sogei, rilanciata oggi da Repubblica pronunciata dall’uomo chiave dell’indagine, l’ufficiale di Marina Angelo Masala, al telefono con Andrea Stroppa.

Musk a Stroppa su X, ‘mai mollare’

“Mai mollare”. Così Elon Musk risponde ad un post pubblicato su X da Andrea Stroppa, braccio destro del tycoon americano in Italia indagato per concorso in corruzione. Il trentenne informatico scrive “mai mollare (never give up)” e pubblica una foto presa dal film Il Signore degli Anelli con la scritta “ci sono delle cose buone nel mondo, Frodo, e vale la pena combattere per queste”.

Angelo Masala, l’uomo chiave

Masala è un militare distaccato al sesto reparto dello Stato maggiore, rivelatosi un intermediario al corrente della situazione e deciso a favorire l’azienda di sua moglie, la Olidata, finita anch’essa invischiata nell’indagine.

L’accordo sui satelliti

Ma in cosa il governo è con Musk? Masala faceva riferimento all’accordo che Palazzo Chigi aveva cominciato a discutere con la Starlink, la società di Musk, per l’utilizzo dei satelliti nelle comunicazioni sicure delle nostre forze della Difesa, della Farnesina e dell’intelligence. Accordo che si trovava già in una fase avanzata e che lui personalmente stava discutendo nei singoli ministeri interessati: Difesa, Esteri oltre al Dipartimento di Chigi che segue direttamente i Servizi.

Un accordo a valle della nuova Legge sullo Spazio, licenziata in Cdm a giugno scorso con due capitoli particolari dedicati ai satelliti, per i quali si prevede un ruolo di primo piano nell’integrazione con la telefonia cellulare e come strumento d’elezione in caso di emergenza e problemi alle reti mobili tradizionali di terra.

Un ruolo di elezione che riguarderebbe altresì la copertura delle aree remote del paese, con una sperimentazione già avviata da Starlink in tre diverse regioni in vista di un possibile ruolo di supplenza quanto meno temporanea sui ritardi di copertura di Fibercop e Open Fiber nelle Aree grigie.

Chi sapeva nella maggioranza?

Secondo Repubblica, di questa intesa che coinvolgerebbe il Governo, fino all’intervento della Procura, nessuno sapeva nulla: non era arrivato in commissione Difesa, come avrebbe dovuto nella sua definizione trattandosi nei fatti di un programma militare. E ancora ieri nulla sapevano deputati di maggioranza e uomini dell’intelligence tanto che in aula da Fratelli d’Italia parlavano di “voci tirate fuori dai cassetti” per rispondere a chi (Enrico Borghi di Italia Viva) chiedeva chiarimenti sull’affaire Starlink.

L’interlocuzione avanti per mesi

Repubblica sostiene invece che l’interlocuzione esiste. E comincia all’inizio dell’estate quando la presidenza del Consiglio comincia un dialogo con Starlink per valutare la fornitura dei satelliti di Musk. C’è da dire che il via libera al Ddl Spazio, con il doppio assist a Musk, è del mese di giugno. Il timing apparentemente coincide. E i problemi di connettività dell’Italia sono sotto gli occhi di tutti, in particolare nelle Aree grigie con i bandi del PNRR. In più, i ritardi della costellazione europea Iris2 sono pesanti e il satellite è visto come la soluzione più immediata in caso di attacchi ai sistemi di comunicazione terrestri, come avvenuto recentemente in Ucraina.

Il ruolo di Masala e le informazioni girate a Stroppa

Secondo Repubblica, la proposta di Starlink inviata non ufficialmente a Palazzo Chigi, prevederebbe una rete governativa che utilizzerebbe satelliti di Starlink e stazioni terrestri in Italia. L’accordo durerebbe cinque anni per un costo totale di un miliardo e mezzo.

La precisazione

Il ministero degli Affari Esteri intanto ha precisato che da alcuni mesi sono in corso valutazioni sulla possibilità di utilizzare sistemi Starlink per le comunicazioni di installazioni della presidenza del Consiglio, degli Esteri e della Difesa in aree problematiche. Si tratta di migliorare il livello delle comunicazioni di ambasciate e di addetti militari soprattutto nell’area del Mediterraneo. Secondo il ministero, quindi, non si tratterebbe – si precisa – di un documento “riservato” secondo la classificazione di legge della documentazione “riservata” e “segreta”. Piuttosto di un documento interno.

Corruzione: Tajani, ‘documento a Stroppa non era riservato, con Musk nessuna trattativa’

Il documento che un ufficiale della Marina avrebbe consegnato ad Andrea Stroppa, referente in Italia di Space X, “era un documento di lavoro, non era un documento riservato. Non era così riservato come appare, assolutamente. Era un documento di lavoro”. Lo precisa il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ieri sera a margine del summit Ue-Gcc, a proposito dell’indagine condotta dalla Procura di Roma che vede indagate 18 persone.

In questo caso, continua Tajani, “si tratta di un’ipotesi di reato, che un militare abbia dato un documento. Non è che il documento è stato consegnato dal Ministero degli Esteri. E’ qualcuno che aveva un documento per ragioni di lavoro: un servitore dello Stato, non un privato. Se l’ha dato ad altri, dovrà essere accertato, ma, se è così, si tratterebbe di un atteggiamento di un servitore infedele dello Stato, non di leggerezza. Se una persona che ha un alto grado, un militare, dà documenti ad altri, questa è sua responsabilità”.

Per Tajani, “non c’era nessuna trattativa. Non stavamo trattando con Musk. C’era l’ipotesi di garantire la sicurezza cibernetica dell’Ambasciata. Non so perché questo ufficiale” abbia parlato con il collaboratore di Elon Musk.

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