Innovazione e formazione

Inaugurato il “Simulation center” del Campus Bio-Medico di Roma, con la prima sala a realtà immersiva multisensoriale di tutta Europa

di |

Nasce a Roma un centro di simulazione e sperimentazione per le imprese, la ricerca e la didattica unico in tutto il Centro e Sud Italia. Una struttura aperta al territorio, il nuovo Simulation center dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, inaugurato alla presenza del ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso.

Inaugurato all’Università Campus Bio-Medico di Roma il nuovo simulation center

Inaugurato oggi all’Università Campus Bio-Medico di Roma il nuovo Simulation Center dedicato all’apprendimento avanzato e la formazione immersiva, con l’ausilio di tecnologie innovative impiegate a 360° nella trasformazione digitale del settore sanitario e ospedaliero.

Un centro di simulazione e sperimentazione per le imprese, la ricerca e la didattica, unico in tutto il Centro e Sud Italia. La simulazione è una tecnica che nel tempo ha subito un’evoluzione tecnologica molto profonda. Oggi si basa sulla riproduzione virtuale di situazioni reali o la realizzazione di situazioni potenzialmente tali.

Il suo impiego risale all’inizio del ‘900 in aviazione con l’invenzione dei primi simulatori di volo in risposta alla necessità di misurarsi con potenziali situazioni di emergenza del mondo reale altrimenti non sperimentabili o in condizioni di assenza di rischio. Solo negli ultimi trent’anni si è assistito all’introduzione progressiva della simulazione nella formazione in ambito sanitario.

Il taglio del nastro del Simulation center dell’Università Campus Bio-Medico di Roma è avvenuto alla presenza del ministro delle Imprese e del Made In Italy, Adolfo Urso, che ha tagliato il nastro assieme ai vertici universitari in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2024-25. L’evento ha avuto l’onore di ospitare la lectio magistralis della presidente del CNR, professoressa Maria Chiara Carrozza, e la presenza del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Un centro di massima rilevanza, ha commentato il ministro Adolfo Urso, “per l’impulso che le imprese possono dare alla didattica e quindi alla migliore formazione di coloro che saranno gli operatori del futuro”. Non solo, ha aggiunto Urso, anche “per il rapporto continuativo che vi è con le startup italiane, con le Pmi, con coloro che sviluppano e sempre più dovranno fare innovazione e tecnologia”.
Una dimostrazione pratica di quanto oggi il made in Italy sia “all’avanguardia anche nella ricerca”, ha proseguito Urso. “Una dimostrazione di quanto detto è data dagli investimenti di tante multinazionali realizzati in questi mesi in Italia nel campo della scienza della vita, delle biotecnologie”, ha detto il ministro.
Nei primi 9 mesi di quest’anno abbiamo messo a segno oltre 9 miliardi di investimenti nel settore della microelettronica, quindi sui chip, i semiconduttori, che sono al centro della tecnologia green e della tecnologia digitale”, ha precisato Adolfo Urso.

Un centro all’avanguardia dedicato alla “research-based education”

Un centro all’avanguardia, da un punto di vista tecnologico come detto, ma anche un esempio diretto di quella che è chiamata “research-based education”, cun modello vincente ed innovativo per lo sviluppo delle competenze necessarie per affrontare le sfide della società di oggi, utile e strategico anche per le professionalità operanti nella pubblica amministrazione e nell’impresa.

La Research-based education rappresenta un modello di università basato sulla cosiddetta ‘competitive excellence’ per attrarre e trattenere i migliori talenti e prepararli ad affrontare le sfide attuali”, ha sottolineato la professoressa Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR. “Oggi l’AI for Science sta rivoluzionando e accelerando le scoperte scientifiche in più campi del sapere, rappresentando una sfida di responsabilità e competenza. La ricerca permette di affrontare le domande scientifiche della contemporaneità, studiando e analizzando i fenomeni con tutti gli strumenti a disposizione, in contatto con il mondo della innovazione pubblica e privata e coltivando il metodo e la cultura della ‘evidenza scientifica”, ha sottolineato Carrozza.

Abbiamo allestito una piattaforma multifunzionale in grado di coinvolgere lo studente come il professionista, le equipe di scienziati come i team di ricerca delle imprese. Lo consideriamo un volano di sviluppo per l’Ateneo, per le imprese e di conseguenza per tutto il Paese. Il Simulation center ci aiuta a costruire il futuro”, ha detto Andrea Rossi, Amministratore Delegato e Direttore Generale UCBM.

“Il Simulation center farà crescere i nostri studenti nella passione per lo studio e nel desiderio di fare qualcosa di grande nella vita, in coerenza con i valori che ispirano il nostro Ateneo da sempre- ha affermato il presidente dell’Università Campus Bio-Medico, Carlo Tosti con questo progetto si realizza un grande sogno basato sull’innovazione tecnologica a servizio della formazione globale della persona. Abbiamo un’opportunità in più per portare nella società del futuro professionisti all’avanguardia, capaci e appassionati del loro lavoro”. 

Che cos’è il Simulation Center e come funziona

Oltre 400 metri quadrati, suddivisi in spazi attrezzati per favorire l’apprendimento attraverso le nuove tecnologie, promuovere progetti di ricerca su tecnologie abilitanti e open Innovation nel settore Health-Tech-Sustainability, fornire spazi alle imprese e altri centri per le loro attività di ricerca e sviluppo.

Il simulation center dell’Università Campus Bio-Medico di Roma può vantare al suo interno la prima sala Realtà Immersiva multisensoriale di tutta Europa, progettata e realizzata in Italia espressamente da Accurate, in grado di offrire un ambiente in cui calore, vento, effetti visivi ed olfattivi condizionano realmente l’operato. La realtà viene riprodotta fedelmente e con essa le sollecitazioni fisiche ed emotive (stress, tensione, rumori e non solo) che gli operatori sperimentano negli scenari clinici, nell’assistenza domiciliare e nelle emergenze-urgenze.

Le tecnologie

Diverse le tecnologie impiegate: proiezioni visive interattive, audio 3D cinematico, stimolazioni sensoriali con odori e profumi, illuminazione dinamica, sistemi di monitoraggio continui per la raccolta di dati real time (e la fornitura poi di feedback personalizzabili volti a migliorare le competenze cliniche acquisite).

Tutti gli spazi interni riproducono veri ambienti ospedalieri e domestici e alle apparecchiature altamente tecnologiche abbinate a macchinari e manichini innovativi, sarà possibile effettuare simulazioni in ambito non solo clinico dalla cardiologia e radiologia interventistica, alla rianimazione, alla sala operatoria fino all’odontoiatria per aspiranti medici e infermieri.

Le sale saranno sede dell’Osservatorio e laboratorio congiunto UCBM-Intesa sulla salute globale. Le aule potranno essere utilizzate anche dalle imprese, piccole e medie e non solo, al lavoro su nuovi dispositivi e tecnologie. Sensori, telecamere e una vera regia permettono inoltre di registrare, rivedere e riutilizzare le esercitazioni e le sperimentazioni effettuate all’interno del centro.

Il simulation center è ospitato all’interno dell’edificio Cu.Bo, realizzato con la logica nZEB, acronimo inglese per Nearly Zero Energy Building, che sta ad indicare un edificio ad elevata efficienza energetica.

Mediante l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale, il Simulation center è equipaggiato per rilevare ed analizzare le attività che avvengono al suo interno, rilevando le dinamiche di gruppo, le posture degli operatori, alcuni loro parametri vitali, come stress, fatica e concentrazione. Questa piattaforma, unica in Europa, abiliterà studi multidisciplinari per la prevenzione ed il controllo e l’ottimizzazione del lavoro di squadra in ambiente ospedaliero, migliorandone la sicurezza, l’efficacia e la costo-efficacia.

Robotica e riabilitazione

Per quel che riguarda l’impiego della robotica a livello ospedaliero e di riabilitazione, sono utilizzati diversi dispositivi, come gli apparecchi Gloreha (robot per riabilitazione robotica dell’arto superiore), Ekso (esoscheletro), Homing (all-in-one, riabilitazione video-assisted con feedback immediato). I robot rappresentano sempre di più una nuova frontiera da scoprire ed indagare per curare e sostenere pazienti con disabilità. Il loro utilizzo è fondamentale per fornire una terapia ripetitiva, intensiva, incentrata sul compito da eseguire ed interattiva.

Il lupo robot “Freki”

Il professor Leandro Pecchia, Ordinario di Ingegneria Biomedica, Campus Bio-Medico Roma, ha presentato (video in basso) il lupo robotico che usa I suoi sensi per scovare agenti patogeni automaticamente in ambienti ambulatoriali critici. Questa soluzione risponde a due esigenze: ridurre le infezioni acquisite in ospedale (italia secondo paese in Europa per Infezioni ospedaliere con 11mila morti l’anno secondo i dati dell’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie), far fronte alla carenza cronica di personale sanitario che limita le attuali procedure per la ricerca di patogeni. Il cane lupo robotico “Freki” usa l’intelligenza artificiale per identificare target critici, usa tamponi per campionare le superfici, e riporta autonomamente ai laboratori di analisi i campioni. L’idea è di applicare una soluzione robotica flessibile per automatizzare i campionamenti, aumentarne la frequenza, e magari effettuarli di notte, quando le sale operatorie non sono usate.

Di seguito alcune immagini del simulation center nei diversi ambienti operativi.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz