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Open Fiber quanto vale? Numeri discordanti e nodo concorrenza

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Il nodo della valutazione di Open Fiber vede numeri discordanti al netto della svalutazione a bilancio di CDP.

Quanto vale davvero Open Fiber? Il Sole24Ore di sabato ha fatto il punto sull’operatore in fibra, che ha chiuso il 2023 con ricavi di 582 milioni di euro, a fronte di un EBITDA di 240 milioni e una perdita di 289 milioni, su cui pesano gli oneri finanziari e gli ammortamenti legati ai maggiori investimenti.

Nonostante 8 miliardi di euro di investimenti, la società rimane in perdita e dipende ancora da finanziamenti bancari, con un’esposizione superiore a 6 miliardi, a cui dovrebbe aggiungersi una nuova linea di credito per 1,1 miliardi.

ll nodo della valutazione di Open Fiber vede numeri discordanti

Nel bilancio di Open Fiber Holdings, la società è valutata 3,95 miliardi a fine 2023, basandosi sul criterio del costo.

Invece, nel bilancio di CDP Equity, il valore del 60% di Open Fiber è stato ridotto a 1,37 miliardi, portando la valutazione complessiva al 100% a 2,27 miliardi.

Nel bilancio consolidato di CDP, dopo una svalutazione di 253 milioni, la partecipazione è stata registrata a 1,2 miliardi pari a un valore complessivo di 2 miliardi per il 100% della società.

Macquarie ed Enel

Macquarie ha investito 2,2 miliardi per rilevare da Enel il 40% di Open Fiber e spera in una valutazione complessiva di 5,5 miliardi in caso di un futuro accordo. C’è da dire però che la creazione della rete unica, proposta da CDP e MEF, è ostacolata da ritardi che riducono le sinergie e i potenziali vantaggi per TIM e KKR

In pratica, Enel ha fatto un affare, cedendo la sua quota del 50% a CDP e Macquarie per un totale di 2,733 miliardi di euro e una plusvalenza di 1,763 miliardi.

Sempre il Sole 24 Ore, ha reso noto che l’esborso complessivo di CDP negli anni è di 1,6 miliardi, mentre Macquarie ha versato finora 2,199 miliardi a Enel per rilevare il 40% dell’azienda.

Sinergie in calo col passare del tempo

Più il tempo passa e minori sono le sinergie perché aumentano le parti di rete concorrenti fra loro e quindi sovrapponibili. Il fattore tempo è quindi importante.

C’è da dire che la copertura delle aree grigie, 2,2 milioni di civici per un finanziamento di 1,8 miliardi di euro per Open Fiber (di questi 540 milioni sono già stati anticipati), deve essere completata entro il giugno del 2026.

Sullo sfondo la partita della rete unica, con una questione latente ma aperta di carattere antitrust: Fibercop sta forse aiutando Open Fiber, per trovare un accordo sulla fusione?

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