Asia
Secondo la terza edizione dell’UPS Asia Business Monitor, un segmento chiave di business leader in Asia ritiene che l’economia della regione continuerà a crescere in maniera sostenuta nel 2007, anche se molti sarebbero più attratti dalla crescita dell’India piuttosto che da quella cinese.
La ricerca ha evidenziato, inoltre, che è ampiamente condivisa la convinzione che in meno di 10 anni la Cina supererà gli Stati Uniti diventando la più grande economia di mercato del mondo.
Solo il 5% degli intervistati ritiene che l’economia di mercato cinese non riuscirà mai a raggiungere l’entità di quella statunitense. Oltre la metà (il 57%) afferma che i due mercati raggiungeranno una situazione di parità entro i prossimi 10 anni, e il 20% degli intervistati sostiene che il divario si appianerà in meno di cinque anni.
“Sono risultati significativi perché i vertici di queste piccole aziende attive nei mercati asiatici, sostengono che il mercato cinese dei beni di largo consumo stia crescendo a un ritmo superiore rispetto a quanto previsto da alcuni tra i principali analisti” (*), commenta Alan Gershenhorn, presidente di UPS International.“Le imprese statunitensi devono comprendere che i loro futuri clienti potrebbe trovarsi indifferentemente a Pechino come a Boston”.
Gli intervistati hanno indicato la Cina come il paese con le migliori prospettive di crescita, seguita da India e Hong Kong.
Tuttavia, c’è una certa ambivalenza per quanto concerne la crescita del potere economico della Cina. I dirigenti delle PMI asiatiche coinvolti nell’indagine si dividono in maniera pressoché omogenea tra chi ritiene che il predominio della Cina costituisca uno stimolo (34%), e chi sostiene invece sia al tempo stesso uno stimolo e una minaccia (34%). Molti ritengono, inoltre, di non poter competere con le imprese cinesi per via del basso costo del lavoro e della produzione (38%); da sottolineare inoltre il timore crescente di una maggiore concorrenza a livello di prezzi (25%).
Per contro, i dirigenti delle PMI di tutta l’area asiatica hanno manifestato il desiderio di capitalizzare sulla rapida crescita dell’economia indiana facendo leva sulla sua incessante ascesa come area produttiva (30%) e sede di attività in outsourcing (25%). In linea con questa crescita, i dirigenti delle PMI intervistati hanno manifestato anche l’ambizione di diventare una meta per le attività in outsourcing dell’India (20%), nonché esportatori nel Subcontinente di materie prime destinate alla produzione manifatturiera (19%).
Secondo l’85% degli intervistati, l’India ha tutte le potenzialità per diventare un leader economico a livello di regione e, secondo l’81% del campione, l’India crescerà sicuramente nel 2007. I business leader delle PMI indiane si sono rivelati i più ottimisti della regione, con un 89% degli intervistati certo che le prospettive di crescita della propria azienda miglioreranno nel prossimo anno.
I dirigenti delle PMI indiane sono ottimisti anche per quanto riguarda lo sviluppo degli scambi commerciali del loro paese: l’83% degli intervistati (in forte aumento rispetto al sondaggio condotto l’anno passato) si è detto fiducioso in un aumento degli scambi tra Stati Uniti e India per l’anno in corso.
Per quanto decisamente ottimisti circa le prospettive di crescita della regione, gli intervistati hanno anche richiamato l’attenzione sugli elementi che rischiano di minare la competitività dell’area, come la mancanza di innovazione, la disponibilità di manodopera qualificata e l’accesso a finanziamenti e capitale operativo.
Le tre preoccupazioni maggiori per i dirigenti delle piccole e medie imprese asiatiche riguardano la qualità dei loro servizi (50%), la fidelizzazione dei clienti (48%) e la possibilità di trattenere in azienda i dipendenti validi (47%).
Tra le altre tematiche affrontate dalla ricerca, vale la pena evidenziare quanto segue:
• I dirigenti delle piccole imprese si attendono un proseguimento della crescita del commercio interno alla regione asiatica, con un 74% che prevede una forte crescita degli scambi commerciali a livello regionale per il 2007.
• Prospettive favorevoli anche sul fronte occupazionale, con l’89% degli intervistati di tutti i paesi interessati dall’indagine che stima di mantenere, se non di incrementare, i livelli attuali di personale della propria azienda.
• Quasi tre quarti (72%) dei business leader in Giappone ha dichiarato che l’invecchiamento della popolazione, unitamente al basso tasso di natalità, avrà un impatto negativo sulla competitività delle imprese.
• La maggior parte dei dirigenti delle piccole imprese indiane (85%) sostiene che la globalizzazione abbia giovato alle loro imprese, contro il 55% dei dirigenti giapponesi che la reputa uno svantaggio.
• Quasi un terzo (29%) dei dirigenti delle piccole imprese fuori dai confini della Cina sostiene che le disparità sociali e le problematiche ambientali si sono acuite in Cina rispetto a un anno fa.
L’UPS ABM
Le interviste sono state realizzate nei 12 mercati indicati di seguito: Australia (100 intervistati), Cina (150), Corea (100), Filippine (100), Giappone (100), Hong Kong (100), India (100), Indonesia (50), Malesia (100), Singapore (100), Taiwan (100) e Tailandia (100).
Gli intervistati facevano capo a diversi settori industriali: automotive, componenti elettroniche ed elettriche, industria tessile e abbigliamento, oggettistica ed elettrodomestici, sanità e prodotti farmaceutici, orologeria, gioielleria e ottica, giocattoli e articoli sportivi, e altri.
Il fatturato medio annuo della maggior parte delle PMI coinvolte nell’indagine si aggira tra i 500.000 e i 10 milioni di dollari. In media, le PMI intervistate sono operative da quasi 21 anni. (r.n.)
* Secondo le proiezioni di McKinsey & Company, le famiglie residenti nelle aree urbane cinesi costituiranno entro il 2025 uno dei maggiori mercati di beni a largo consumo nel mondo: “The Value of China’s Emerging Middle Class.” The McKinsey Quarterly, Edizione speciale, Serving the New Chinese Consumer. Luglio 2006. Diana Farrell, Ulrich A. Gersch e Elizabeth Stephenson.