Telefonia mobile P2P: arriva TerraNet. Chiamate e sms gratuiti senza bisogno degli operatori

di Alessandra Talarico |

Mondo


Anders Calius

Si chiama TerraNet, e promette telefonate gratuite da cellulare a cellulare attraverso la tecnologia peer-to-peer, senza quindi bisogno di antenne o delle infrastrutture classiche.

 

Il sistema, messo a punto da una società svedese, consente di telefonare o inviare sms ad altri dispositivi all’interno di una rete mesh che trasforma i telefonini in ripetitori wireless, abbattendo la necessità delle stazioni base e degli stessi operatori mobili.

“Due unità wireless – spiega TerraNet sul suo sito – formano una rete appena vengono accesi e si trovano in prossimità uno dell’altro”.

Ogni dispositivo, dunque, può comunicare con altri in un raggio di due chilometri. Le chiamate e i messaggi tra questi dispositivi sono gratuite dal momento che ogni unità agisce da nodo in grado di trasportare il traffico generato da altre unità fino al cluster, formando dunque una rete organica che copre una vasta area, sia essa un campus, un villaggio sperduto, una zona colpita da un disastro.

 

Un access point TerraNet – aggiunge la società – può essere installato dovunque sia disponibile una connessione internet e permette di telefonare o inviare messaggi in tutto il mondo.

 

Il sistema ideato da TerraNet mette l’utente al centro della rete e abbatte i business model degli operatori tradizionali – che calcolano i costi di una chiamata un po’ come fanno i tassisti, cioè in base alla durata e alla distanza – minimizzando i costi legati alla costruzione delle infrastrutture, delle antenne e dei server.

Modelli peraltro già superato grazie all’arrivo delle tariffe flat o di nuovi attori come Skype.

 

Il fondatore di TerraNet Anders Carlius ha spiegato alla BBC che l’idea gli è venuta durante un safari in Tanzania nel 2002, quando si rese conto di non poter comunicare via telefonino con gli amici che si trovavano nella jeep a pochi metri dietro di lui a causa della insufficiente copertura di rete.

 

Ed è proprio nelle aree più remote del mondo che la tecnologia potrebbe fare la differenza, migliorando il livello delle comunicazioni e – soprattutto – abbattendo i costi delle chiamate.

 

Il sistema si è ovviamente scontrato con lo scetticismo degli operatori mobili, che non gradiscono l’intrusione di nuove tecnologie che azzererebbero i loro introiti.

Tutti pronti quindi a dire che questo tipo di tecnologia non ha futuro, non funziona, non ha un business model.

Carlius ha spiegato che solo la svedese Ericsson ha deciso di credere in TerraNet, investendo nel progetto circa 3 milioni di sterline e giudicando ‘solido’ il modello di business.

 

TerraNet funziona attualmente soltanto con un apposito telefonino: la speranza è quella che i produttori decidano di integrarlo nei telefonini come funzione standard, come ad esempio il Bluetooth.

 

Se ciò avvenisse, TeraNet potrebbe addirittura segnare la fine del glorioso Gsm, tecnologia utilizzata attualmente da oltre 2 miliardi di persone in tutto il mondo.

Scenari (troppo) futuristici a parte, la tecnologia sembra interessante e potrebbe in qualche modo aiutare milioni di persone finora tagliate fuori dalla società dell’informazione a costruirsi una identità digitale o quanto meno a comunicare col telefonino, necessità che da noi è ormai radicata quanto bere un caffè.

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