Meta, la società madre di Facebook, ha recentemente introdotto nuove funzionalità di AI nei suoi occhiali Ray-Ban, dotati di fotocamera. Questi occhiali intelligenti consentono agli utenti di scattare foto e registrare video con comandi vocali. Tuttavia, il punto più controverso riguarda l’utilizzo dei dati raccolti attraverso i dispositivi per l’addestramento dei modelli di AI di Meta.
Secondo quanto riportato da TechCrunch, l’azienda di Mark Zuckerberg ha recentemente confermato che le immagini e i video catturati dagli occhiali smart Ray-Ban Meta possono essere utilizzati per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, sollevando serie preoccupazioni sulla privacy nei paesi in cui viene fatto. Ve lo diciamo subito, l’Italia e l’UE sono escluse, come lo sono anche dalle funzioni AI di questi occhiali, che sono arrivate ad aprile nei primi paesi interessati.
Secondo quanto dichiarato a Techcrunch da Emil Vazquez, responsabile delle comunicazioni per le politiche di Meta, “nelle località dove l’AI multimodale è disponibile (attualmente Stati Uniti e Canada), le immagini e i video condivisi con Meta AI possono essere utilizzati per migliorarla, come previsto dalla nostra Politica sulla Privacy”.
Il progetto I-Xray dei due studenti di Harvard
Questa scoperta ha sollevato dubbi su come i dati personali vengano gestiti e se gli utenti siano pienamente consapevoli dell’uso potenziale delle informazioni raccolte dai loro dispositivi. La questione si aggiunge alla scoperta del progetto I-Xray della scorsa settimana.
Due studenti di Harvard hanno dimostrato come gli occhiali intelligenti Ray-Ban Meta, combinati con la tecnologia di riconoscimento facciale e l’AI, possano essere utilizzati per ottenere illegalmente informazioni personali come identità, numeri di telefono e indirizzi.
La demo, chiamata I-Xray, utilizza tecnologie già esistenti e facilmente accessibili, sollevando serie preoccupazioni sulla privacy. AnhPhu Nguyen, uno dei due studenti, ha pubblicato un video che mostra il processo in azione. Il sistema funziona sfruttando la capacità degli occhiali di Meta di trasmettere video in streaming su Instagram. Un programma al computer monitora la diretta e, tramite l’intelligenza artificiale, identifica i volti.
Le immagini vengono poi confrontate con i database pubblici per ottenere informazioni sensibili, che vengono visualizzate su un’app. Nel video dimostrativo, gli studenti riescono a identificare in tempo reale compagni di classe e perfetti sconosciuti, ottenendo i loro indirizzi e i nomi dei loro familiari.
Smart glasses e il problema della privacy
La precisione della tecnologia rende I-Xray uno strumento potenzialmente pericoloso nelle mani sbagliate. Gli studenti hanno dichiarato di aver creato la demo non per scopi malevoli, ma per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi di tali oggetti.
Di fatto però, i due studenti hanno messo in luce il delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e rispetto della privacy, un tema che sta diventando centrale con l’introduzione di nuove tecnologie AI integrate nei prodotti di uso quotidiano.
L’episodio delle immagini usate per addestrare l’AI potrebbe segnare un nuovo capitolo nel dibattito globale sulla raccolta e l’utilizzo dei dati, soprattutto per quanto riguarda i dispositivi indossabili che offrono funzionalità avanzate di AI.