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5G, gli operatori francesi cercano di rilanciarlo. Bisogna spegnere il 4G?

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Gli operatori francesi cercano di rilanciare il 5G ma per il momento il nuovo standard non decolla. Sarà necessario accelerare lo spegnimento del vecchio 4G che per il momento va ancora per la maggiore?

In piena guerra dei prezzi, gli operatori francesi stanno facendo di tutto per “drogare” l’adozione della nuova generazione di telefonia mobile, che anche Oltralpe stenta a decollare. Ne ha scritto diffusamente Les Echos, illustrando le diverse strategie degli operatori mobili francesi per dare nuova linfa al 5G, una generazione che non ha mai veramente fatto breccia nel cuore dei consumatori, già soddisfatti delle prestazioni del 4G.

Per il 5G standalone bisogna spegnere il 4G?

Ma per il lancio del vero 5G standalone, che in Francia ribattezzeranno 5G+ (per non confonderlo con il finto 5G che funziona sugli impianti del 4G, che però è diventato quello classico), sarà necessario prima spegnere il 4G? Sono molti che cominciano a domandarselo in Francia ma anche in Italia, dove il Governo chiederà all’Europa tramite IPCEI di finanziare il vero 5G standalone e integrare le reti satellitari. A porre il tema su Linkedin Dario Denni, fondatore di Europio Consulting.

Il quadro in Francia

In questo momento soffia un’aria di offensiva commerciale in Francia, per far decollare appieno un 5G che stenta ad affermarsi, diversamente da quanto avvenuto in precedenza con il 4G che aveva da subito conquistato il mercato.

I numeri parlano chiaro, secondo dati dell’Arcep, l’Agcom francese, ci sono in Francia 15,6 milioni di Sim 5G a fronte di 73 milioni di Sim 4G.

C’è da dire che tutti gli operatori francesi – Free, Orange, Bouygues ed SFR – come in Italia non hanno ancora lanciato in maniera massiccia un’offerta 5G standalone. Il vero 5G anche in Francia è per ora limitato a casi sporadici nel segmento di elezione, che è quello aziendale del B2B. Ma per il momento si tratta di una nicchia di scarsa entità, visto che anche in Francia come in Italia non si è riusciti ancora a far passare il messaggio dei reali vantaggi del vero 5G nel mondo delle aziende, che è da sempre il vero target (mancato) del 5G.

Alle Olimpiadi di Parigi clienti Orange migrati gratis sul 5G. Ma poi tornati al 4G

C’è poi, purtroppo, un’altra evidenza dello scarso appeal del 5G. Durante le Olimpiadi di Parigi, per evitare congestioni delle reti mobili, Orange ha deciso di migrare gratis e temporaneamente i clienti sul 5G per decongestionare il 4G. Ma dopo i giochi i clienti Orange, che hanno provato temporaneamente il 5G, sono tornati automaticamente al 4G. Si vede che il vecchio standard per ora è sufficiente.

5G vero o falso?

Le prime implementazioni del 5G in Francia hanno utilizzato principalmente il 5G NSA (“non autonomo”), che si basa sull’infrastruttura 4G esistente. Questa modalità consente di migliorare la velocità facendo affidamento sulle bande di frequenza 4G, che hanno facilitato un’implementazione più rapida. Il 5G SA (“standalone”) è invece indipendente dal 4G e rappresenta la versione completa del 5G. Offre latenze molto basse, velocità più elevate e funzionalità avanzate come il “network slicing”, che consente di adattare la rete a usi specifici. Per comodità chiamiamo 5G SA “vero 5G”, anche se il nome commerciale che potrebbe benissimo essere utilizzato lo è 5G+.

In altre parole, al momento in Francia (ma lo stesso vale anche in Italia per ora) con 5G si intende il finto 5G, quello che funziona sugli impianti del 4G.

Il 5G standalone in Europa e in Italia

Ad oggi, il 5G SA è diffuso in meno del 20% delle aree popolate dell’UE, secondo stime del CNIT (Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni), mentre uno studio della CE del 2023 mette in evidenza la necessità di un investimento ingente – da 200 miliardi di euro – per sviluppare una rete 5G SA fissa e mobile e per coprire completamente i corridori di trasporto (strade, linee ferroviarie e linee marittime).

Per quanto riguarda la situazione in Italia, il 5G è accessibile nel 99,5% delle zone popolate, ma la copertura non è di natura standalone nemmeno nel 50% dei casi. La speranza è che l’IPCEI proposto dal nostro Governo venga approvato e che la situazione cambi diametralmente entro il 2029.

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